Caso Unterberger, Zaffini contrattacca
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Il vicepresidente della Giunta Marco Galateo ha diffuso ieri (2 giugno) una nota a firma di Francesco (detto Franco) Zaffini senatore di FDI che la settimana scorsa è finito nell’occhio del ciclone per aver detto alla collega Julia Unterberger di “imparare l’italiano”. Il meloniano, parlando di polemica strumentale “agitata” dalla stessa esponente Svp, si scusa in una riga e nelle restanti trenta accusa Unterberger, fra le altre cose, di appoggiare l’estrema sinistra.
Secondo Zaffini, Unterberger “è piuttosto nota per una critica costante e sistematica, nei suoi interventi, spesso estremamente urticanti se non offensivi, verso il governo e le forze che lo compongono e verso la Presidente del consiglio (“… non ho nulla in comune con Giorgia Meloni, anzi, quando apre la bocca inorridisco”, disse). La collega, allineata il più delle volte sulle posizioni radicali dell’estrema sinistra parlamentare, impegna il suo mandato per lo più in appoggio al PD e solo molto raramente sui temi a tutela delle minoranze linguistiche, temi che poi invece agita per decontestualizzare e strumentalizzare un mio commento ironico durante uno dei suoi consueti acidi interventi che, nella sua fantasiosa narrazione, ha finito per trasformarsi in una presunta censura da parte mia del suo modo di esprimersi in lingua italiana”.
Zaffini vuole poi sgombrare il campo da ogni equivoco: “Se una battuta “rubata“ in un sottofondo di chiacchiericcio durante un intervento della senatrice Unterberger è stata ritenuta poco garbata nei riguardi del suo eloquio in lingua italiana me ne scuso senza problemi ma sottolineo che nessun intento polemico di natura linguistica o territoriale era realmente insito in qualunque commento all’intervento della senatrice Unterberger che essendo di lingua tedesca, ammetto, parla in una ottima lingua italiana e non ho alcun problema a riconoscerlo”.
Zaffini rincara quindi la dose, facendo capire che l’intento del comunicato stampa non è scusarsi ma giustificarsi. “Sono solito badare ai contenuti, e su quelli ho invece molte ragioni di perplessità circa l’approccio costantemente censorio della collega verso il governo, ma molto meno alla forma, certamente non in questo caso. Se alcune parole sono state interpretate in modo offensivo non ho problemi a dolermene anche direttamente con la collega. La verità è però che la senatrice Unterberger usa spesso anche strumentalmente alcuni contesti per mettere in cattiva luce gli avversari e l’azione del governo italiano e in particolare della mia forza politica, nonché della presidente del consiglio”.
A conferma che il problema è “solo” Unterberger, Zaffini ribadisce “la piena simpatia che io e il mio partito abbiamo per l’Alto Adige e le sue diverse componenti linguistiche, che sono un valore aggiunto del territorio, ricordando che mai nessun governo repubblicano ha destinato attenzioni e cura per gli interessi dell’autonomia come ha fatto sinora il governo Meloni, e come quotidianamente ciascuno di noi fa. Mi piace ricordare come la collaborazione con i colleghi della Svp è sempre ottimale e libera da ogni pregiudizio, così anche alla Camera”.
Ok quindi, il succo è che il…
Ok quindi, il succo è che il Sig. Zaffini non voleva attaccare una minoranza nazionale, ma solo essere offensivo nei confronti della Sig.ra Unterberger, che siccome critica il governo Meloni e sembra esprimere posizioni della sinistra, si merita di essere offesa.
Siamo in Italia. Geht schon…
Siamo in Italia. Geht schon gut, wissen wir ja eh.
Ogni discorso bisognerebbe…
Ogni discorso bisognerebbe riportarlo per intero ma purtroppo in questo caso trovo solo citata questa frase. Cercando qualche discorso della senatrice Unterberger leggo spesso commenti quali (rivolti in questo caso alla Meloni per "motivi linguistici " a proposito dell'uso del femminile sovraesteso): "Dovrà poi informare della nuova linea i suoi compagni di partito, soprattutto quelli del Sudtirolo, i quali hanno la brutta abitudine di celebrare i monumenti fascisti e di provocare con frasi del tipo: andatevene in Austria o appendete la bandiera italiana su ogni maso. Sono comportamenti non facili da digerire per una popolazione che ha sofferto tanto durante il ventennio". Io non ho mai sentito questa frase sui masi: non vedo perché non si possano celebrare i monumenti presenti a Bolzano - non in modo "fascista", naturalmente, né è chiaro del resto quali si intendano- né capisco come questo c'entri con il femminile sovraesteso. Dovremmo tutti evitare retoriche e pregiudizi e magari dare un'immagine più realistica e attuale di questa provincia. Come sempre, ci sono tanti modi di offendere, nel linguaggio verbale e no. Tutti dovremmo evitare.
E ancora aggiungo: si…
E ancora aggiungo: si ricordi che non esiste in Sudtirolo nessun "monumento fascista" perché anche quelli costruiti nel ventennio sono stati "depotenziati". Si ricordino gli sforzi fatti per rispettare le sensibilità di tutti. Ma certo non abbiamo qui direttori di musei che parlino in italiano che lo possano ogni tanto riferire correttamente.
Antwort auf E ancora aggiungo: si… von Simonetta Lucchi
Da möchte ich Herrn Nobody…
Da möchte ich Herrn Nobody zitieren:
"Siamo in Italia. Geht schon gut, wissen wir ja eh."
Alles andere ist dann eh wurscht.