Carcere: diffida all'Asl di Bolzano
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L’Associazione Luca Coscioni ha inviato 102 diffide alle Direzioni generali delle Aziende Sanitarie Locali delle città dove si trovano i 189 istituti penali italiani. Fra queste vi è anche l'Azienda sanitaria di Bolzano. (QUI il testo della diffida)
Si tratta, si legge in una nota, di diffide ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza per verificare le situazioni a livello igienico sanitario e se siano rispettate tutte le profilassi e le forniture di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma.
Una iniziativa lanciata dall'associazione guidata da Marco Cappato "alla luce della pressoché totale mancanza, nel recente decreto carceri, di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia" e del fatto che che ai direttori generali delle aziende sanitarie spetterebbe il compito di riferire al Ministero della Salute e quello della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare. E’ infatti onere delle ASL accertare, anche attraverso visite ispettive agli istituti di pena, che le condizioni di igiene siano rispettate e, in caso contrario, intervenire per interrompere eventuali gravi mancanze. Alla luce del recente scandalo per i casi di scabbia nel carcere di Bolzano di cui hanno parlato tutti i media nazionali, viene da chiedersi se queste ispezioni vengano effettuate anche dall'Azienda sanitaria dell'Alto Adige.
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“L’Associazione Luca Coscioni ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del Governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei Garanti cittadini e regionali, da notizie di stampa e resoconti di visite ispettive parlamentari, fanno emerge una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese", hanno dichiarato l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, insieme all'ex senatore Marco Perduca che coordina l'iniziativa. "Nel caso in cui le nostre diffide dovessero cadere nel vuoto torneremo a interessare le autorità competenti regionali e cittadine nelle forme previste dalla legge nazionale e gli obblighi internazionali dell'Italia affinché la salute in carcere venga fatta godere pienamente come diritto", hanno aggiunto.
Le diffide, tra le altre cose, ricordano come al 31 luglio 2024, 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena con motivazioni le più varie ma che, stando ai resoconti delle cronache, risultano legate alle condizioni di vita in carcere dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico-sanitarie fuori norma, con presenza di pulci e cimici nelle celle, nidificazione di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, spesso condivisi con zone cottura in celle sovraffollate, scarsa o inadeguata ventilazione dei locali, scarsità d’acqua e/o mancanza di acqua calda, mancanza di docce nelle celle, docce in comune con muffe e locali insalubri, zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici (caldo estivo, freddo invernale) e che a questo già drammatico dato devono aggiungersi i sette rappresentanti della polizia penitenziaria che si sono suicidati per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale.
Secondo i dati che sono pubblici sul sito del Ministero della Giustizia, al 31 luglio 2024 nei 189 istituti di pena erano presenti 61.133 detenuti, di cui 2.682 donne, 21 delle quali con 24 figli, oltre a 523 ristretti negli istituti penali per minorenni.
Più in generale i numeri nazionali delle presenze in carcere raccontano un quadro di grande illegalità: 61.133 dei quali oltre un terzo per reati di droga. Si tratta di una significativa pressione sul sistema penitenziario, dove 12.946 detenuti – pari al 34,1% del totale – sono in carcere per violazioni della legge sulle droghe del 1990, una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea del 18%. Non solo, 17.405 detenuti sono registrati come tossicodipendenti, il 28,9% del totale, un ulteriore record negativo dai tempi della legge Fini-Giovanrdi. L'articolo 73 del Testo unico sulle droghe ha causato 10.697 ingressi in carcere nel 2023, il 26,3% del totale, contribuendo in maniera significativa al sovraffollamento.
La classifica del sovraffollamento- Regione Puglia - 144% (4.037 uomini e 220 donne)
- Regione Lombardia - 143% (8.349 uomini e 464 donne)
- Regione Friuli-Venezia Giulia - 140% (651 uomini e 27 donne)
- Regione Veneto - 135% (2.513 uomini e 131 donne)
- Regione Lazio - 129% (6.409 uomini e 433 donne)
- Regione Molise - 129% (355 uomini)
- Regione Basilicata - 125% (460 uomini)
- Regione Emilia-Romagna - 124% (3.541 uomini e 172 donne)
- Regione Campania - 120% (7.200 uomini e 331 donne)
- Regione Liguria - 120% (1.268 uomini e 66 donne)
- Regione Umbria - 119% (1.531 uomini e 69 donne)
- Regione Calabria - 110% (2.918 uomini e 67 donne)
- Regione Marche - 110% (905 uomini e 21 donne)
- Regione Piemonte - 109% (4.186 uomini e 160 donne)
- Regione Sicilia - 104% (6.497 uomini e 252 donne)
- Regione Abruzzo - 101% (1.602 uomini e 88 donne)
- Regione Toscana - 99% (3.059 uomini e 85 donne)
- Regione Trentino-Alto Adige - 91% (426 uomini e 46 donne)
- Regione Sardegna - 83% (2.128 uomini e 50 donne)
- Regione Valle d’Aosta - 80% (146 uomini)
Wer ist dafür verantwortlich…
Wer ist dafür verantwortlich, dass in Folge von Gesetzen so viele Bürger "unter unwürdigen Verhältnissen, fast ohne Hilfestellung zur wieder-Eingliederung in die Gesellschaft, viel zu viele Jahre ihres Lebens in den Kerkern verlieren?"
Iniziativa lodevole che va…
Iniziativa lodevole che va sostenuta da tutte le organizzazioni dedite ai più vulnerabili , il carcere non deve essere luogo di tortura ma di recupero.Il "castigo" e essere privati della libertà e allontanati dalla società, i diritti umani vanno garantiti .