Politik | Istruzione tedesca

Kompatscher condanna la scelta Goethe

Reazioni a pioggia sulla classe per “non madrelingua”. I Verdi parlano di “scuola segregante”, per Bianchi “pericoloso esempio”, critici anche i 5 stelle.
Arno Kompatscher
Foto: Seehauserfoto
  • La bufera di reazioni alla classe della scuola Goethe “per soli non madrelingua tedeschi” ha coinvolto anche i piani alti dell’amministrazione altoatesina. La scuola primaria in lingua tedesca di Bolzano ha infatti annunciato che, per risolvere l’annoso problema della presenza di bambini italiani e stranieri nelle scuole tedesche, istituirà una “classe speciale” in cui raggruppare i bambini che non parlano sufficientemente bene il tedesco o non lo parlano affatto; scelta appoggiata di una fetta di Svp, in particolare della coppia Dieter Steger- Harald Stauder. Ad esprimersi contro questa decisione è però il Presidente altoatesino Arno Kompatscher, che ha dichiarato ad ANSA: “La scuola deve essere inclusiva per avere successo. Creare classi speciali non porterebbe comunque ai risultati sperati e, tra l'altro non sono previste né dalla legge né dall'accordo di coalizione. La scuola vuole essere inclusiva con alunni diversamente abili e questo vale anche per che ha esigenze si apprendimento di lingua particolari”, concluse il Landeshaptmann, che critica il populismo sull’argomento e si dichiara in linea con l’assessore alla scuola tedesca Philip Achammer.

     

    “La scuola deve essere inclusiva per avere successo”

  • I consiglieri Zeno Oberkofler, Brigitte Foppa e Madeleine Rohrer: “Si resta ottusi e chiusi verso ogni tentativo e richiesta di scuola bilingue”. Foto: Grüne

    Forti critiche alla scelta di una classe “solo per non parlanti tedesco” arriva dal gruppo Verde in consiglio provinciale, che parla di scuola segregante. “Anche se nel sistema scolastico tradizionale sudtirolese (ad eccezione di quello ladino) è previsto un altissimo numero di ore di seconda lingua, i giovani escono dal ciclo scolastico non solo con un livello non corrispondente a tutte queste ore, ma addirittura pieni di vergogna e paure proprio riguardo alla seconda lingua. Come è possibile tutto questo? - Si chiedono congiuntamente in una nota Brigitte Foppa, Madeleine Rohrer e Zeno Oberkofler - Sembra un mistero, ma non lo è in realtà. Da un lato c’è una società potenzialmente bilingue (e con questo fa addirittura pubblicità per attirare turisti!), dall’altra i mondi della formazione vengono rigorosamente tenuti separati.”

     

    ““Scuole separate devono creare mondi separati, così è stata pensata tanti anni fa questa materia”

     

    “Scuole separate devono creare mondi separati, così è stata pensata tanti anni fa questa materia. Lo scopo era quello di salvaguardare la lingua tedesca, così messa in pericolo durante il fascismo e così messa in difficoltà anche dopo la fine del fascismo. È ancora giusto, certamente, il principio che una lingua di minoranza debba essere salvaguardata, e la scuola è il luogo principe per questo. Ma è da tanto tempo che il sistema scolastico così concepito non basta più. Non riflette più tutte le altre esigenze, come quella ad esempio, del bilinguismo precoce”.

    “Purtroppo – concludono i Verdi – la politica della SVP e dei loro vari partners italiani restano ottusi e chiusi verso ogni tentativo e richiesta di scuola bilingue. Il Gruppo Verde in Consiglio Provinciale ha studiato a fondo la materia e già dal 2014 ha un disegno di legge pronto e funzionale – che ogni 2 anni viene bocciato dalla maggioranza, con scuse sempre più lise. Il problema è che quando la società vuole una cosa e la politica ne fa un’altra, allora la società cerca degli espedienti, e infatti siamo arrivati da tempo alla scuola-bilingue-fai-da-te. Ogni tot si crea poi un sovraccarico politico-emotivo, in cui le varie destre cercano di sfruttare la disperazione delle famiglie (e a questo punto anche delle scuole) per il proprio vantaggio politico. Al vario fai-da-te ora si aggiunge una nuova variante. Alla scuola Goethe si risponde con la scuola segregante alla richiesta di scuola comune – con grande eco mediatico e plauso degli esponenti principali della SVP. Questo episodio non va festeggiato come “soluzione creativa” su una via di successo. È solo un altro segno di una via sbagliata e una soluzione negata”.

  • L'assessore Christian Bianchi: “Potremmo mandare tutti gli stranieri nelle scuole tedesche… Così possono trovare delle soluzioni nuove. Così facendo potremmo tutelare i nostri… come fanno loro” Foto: Seehauserfoto

    Le critiche arrivano anche dall’opposto dello spettro politico. Dopo le dure parole di Marco Galateo alla scelta della dirigenza delle Ghoete, attacca anche l’assessore provinciale Christian Bianchi, che parla di “pericoloso esempio” e di una scelta contro l’inclusione e non condivisa dalle intendenze. “Sicuramente il problema delle differenze nell’apprendimento da parte degli studenti è un tema, ma se si vuole trovare soluzioni alternative, allora è necessario che ci sia la compartecipazione di entrambi i gruppi linguistici: sia per garantire agli studenti di madrelingua un programma scolastico di qualità, senza semplificazioni forzate, sia per evitare che la scuola italiana venga considerata di serie B. Potremmo mandare tutti gli stranieri nelle scuole tedesche… Così, visto che sono fantasiosi, possono trovare delle soluzioni nuove. Così facendo potremmo tutelare i nostri… come fanno loro” conclude l’assessore Bianchi.

     

    “Il criterio di selezione di una classe non può essere arbitrariamente quello della lingua, in quanto in evidente contraddizione con i nostri principi costituzionali”.

     

    Al coro di voci contrarie  si aggiunge anche il Movimento 5 Stelle. “Riteniamo che la scelta presa dalla dirigente scolastica e avallata dalla dirigenza SVP sia grave e discriminatoria – si legge in un comunicato firmato dall’ex consigliere pentastellato Diego Nicolini -. Il criterio di selezione di una classe non può essere arbitrariamente quello della lingua, in quanto in evidente contraddizione con i nostri principi costituzionali. Inoltre, ci chiediamo se siano state effettuate verifiche linguistiche o se la scelta sia stata limitata all’osservazione del cognome, che sarebbe ancora più aberrante”.