Relitti fascisti e cani di Pavlov

Dunque non era solo una rondine a primavera, l'eccezione che conferma la regola, parentesi di assennatezza o pausa d'intelligenza in una vicenda di “tristezza condivisa”. Dopo l'apertura dell'ottimo centro di documentazione ricavato sotto al pessimo Monumento alla Vittoria, adesso sarà infatti il turno del bassorilievo mussoliniano di Piazza Tribunale. La stessa Commissione che si è cimentata nella prima operazione curerà anche il secondo intervento riparatore e, a meno di sorprese, sappiamo già di cosa si tratta. Una citazione di Hannah Arendt (“Nessuno ha il diritto di obbedire”) sovrapposta o comunque accostata all'effige del Duce cavaliere. Antitesi o antidoto al velenoso motto fascista che ne ha contraddistinto l'infausta dottrina: “Credere, obbedire, combattere”.
Come già avvenuto per il centro di documentazione, anche in questo caso sono le voci contrarie che confortano e ci fanno capire di aver finalmente imboccato la strada giusta. I militanti di Casa Pound fanno sapere che, se nessuno ha il diritto di obbedire, loro non obbediranno e annunciano così una noiosa battaglia di retroguardia. Il cane di Pavlov, quello che mostrava segni di appetito essendo stato ammaestrato a collegare il suono di un campanello con la ciotola piena di polpette, avrebbe mostrato maggiore creatività. In egual misura, dalla pancia profonda e gorgogliante dei patrioti sudtirolesi, anche loro alle prese con le solite rancide polpette, si riaffaccia il sospetto che qualsiasi intervento di depotenziamento possa venir frainteso come mero contributo conservativo. Ma sarà un mal di pancia di poca durata: quando i lavori saranno terminati nessuno ci penserà più, come in effetti nessuno pensa più all'anello luminoso che cinge una delle colonne del Monumento alla Vittoria.
In tempi di referendum e tediosi dibattiti “in rete” la consolazione è che tutta questa operazione venga gestita da persone competenti e soprattutto capaci di stare alla larga dall'infima qualità del discorso pubblico locale, esercitatosi per decenni con disarmante mancanza di profitto sul tema dei cosiddetti “relitti fascisti”. Peccato, semmai, non averci pensato prima. Ci saremmo risparmiati tonnellate di discorsi a vanvera.
Io continuo a rimanere dell
Io continuo a rimanere dell'idea che un bassorilievo di Falcone e Borsellino sarebbero molto più appropiato di fronte al tribunale. Mentre il monumento depotenziato di Piffrader starebbe meglio dinanzi alla Corte dell'Aia.
Antwort auf Io continuo a rimanere dell von Mensch Ärgerdi…
Io sono dell'idea che l'opera
Io sono dell'idea che l'opera dell'artista, figlio della cittadina di Klausen/Chiusa, sia giusto mostrarla nel territorio in cui e' nato, vissuto, e ha sviluppato il suo opus artistico. Sono pero' anche dell' opinione che si dovrebbe anche mostrare a tutti come l'opera stessa era stata originariamente pensata dall'artista, come il macchinario fascista gli vietó determinate scene e, viceversa, fece immensa pressione per ottenere altre scene nel bassorilievo, e di come Piffrader svanì nella piu cupa depressione e smise per sempre il suo opus artistico dopo tutta questa faccenda. Una tragedia artistica e umana.
Sarebbe utile anche illustrare come, in quel periodo, se non era Piffrader a fare quel fregio, poteva esserlo Albin Egger-Lienz oppure - chissà - qualche ardente fascista di Roma che, magari, avrebbe fatto anche molto di peggio ("Hic patriae fines siste signa. Hinc ceteros excoluimus lingua legibus artibus" docet).
Poi, onestamente, se oltre a Hannah Arendt volete dipingere il naso del cavaliere di rosso, oppure - perchè no - coprire quella piastra con una stampa che riproduca il disegno originariamente pensato (un "italia" femminile in piedi), non avrei benchè minimamente da obiettare. Anche per la piastra in alto a destra, quella che mostra gli orrori della guerra, esiste una bozza di Piffrader stupefacente, che immediatamente porta il mio pensiero al "Guernica" di Picasso. Esponete anche quella, di bozza, vicino all'opera, e forse qualcuno comincia a capire anche qualche altra interpretazione di quello che poteva essere intenzione, in quel periodo.
Gabriele: se quei relitti
Gabriele: se quei relitti fascisti ti piacciono cosí tanto prendili e portali a Livorno, poi vediamo se il sindaco lí sará d'accordo nel tenersi in cittá quegli abomini.
Antwort auf Gabriele: se quei relitti von andrew_catalan…
Pensiero molto profondo.
Pensiero molto profondo.
Antwort auf Gabriele: se quei relitti von andrew_catalan…
A Livorno? Perché? In realtà
A Livorno? Perché? In realtà vorrei metterli in casa mia. Purtroppo dispongo però di uno spazio limitato e quindi colgo l'occasione, se mi è concesso, di avanzare una richiesta all'amministrazione cittadina: regalatemi una villa - direi che mi basta una superficie complessiva di novecento metri quadrati - e metterò il Monumento alla Vittoria nel tinello e il fregio di Piffrader in salotto.
Antwort auf A Livorno? Perché? In realtà von Gabriele Di Luca
Se ti manca spazio io mi
Se ti manca spazio io mi offro per farmi affidare le opere di Wildt, tenute nascoste per anni a Bolzano mentre nel mondo si organizzavano mostre attorno alle sue creazioni. Le metto sul balcone :-)
Antwort auf A Livorno? Perché? In realtà von Gabriele Di Luca
"In realtà vorrei metterli in
"In realtà vorrei metterli in casa mia.">>>>> Capisco. Hai giá qualche busto del duce a casa ?