Kaufhaus: “quanto prima una pubblica assemblea”
"Dopo la decisione – tecnica – della c.d. Conferenza di Servizio del Comune di Bolzano, il famoso art. 55/quinquies della Legge Urbanistica Provinciale prevede che il progetto di massima e l’Accordo di Programma “viene illustrato in sede di pubblica assemblea”.
Il monito/appello è stato firmato oggi dal consigliere comunale di Bolzano (Verdi/Projekt Bozen) Rudi Benedikter e fa seguito ad analoga richiesta presentata nei giorni scorsi da un gruppo di cittadini di Bolzano.
L’amministrazione di Bolzano viene in sostanza chiamata ad ottemperare a quanto è previsto dalla legge provinciale, "coinvolgendo finalmente la cittadinanza nel dibattito e nella decisione sul progetto”.
Benedikter precisa che “il giudizio di tale assemblea ovviamente non può essere vincolante”, ma sarà comunque in grado di “dare un’importante indizione politica per il seguente dibattito e la decisione finale in consiglio comunale".
Il consigliere comunale Benedikter ricorda che solo successivamente alla pubblica assemblea, proponente e giunta comunale potranno firmare l’accordo di programma sul progetto scelto.
Contestualmente rilancia la sua proposta di un‘Assemblea pubblica nel segno della trasparenza, ricordando che era già avanzata nello scorso aprile.
Dato che l'area è in parte
Dato che l'area è in parte quella di un giardino storico, la costruzione di un VERO processo partecipativo è imposta anche dalla Legge 9 gennaio 2006, n. 14 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio(*)."
Trattandosi di recepimento di accordi internazionali dovrebbe valere anche in Alto Adige.
Qui, in particolare, faccio riferimento all'Art. 2:
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 15, la presente Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiani, sia i paesaggi degradati.
In questo senso i giardini urbani (magari storici) ricadono sotto "spazi urbani" e "paesaggi della vita quotidiana".
E cito poi l'Art. 5:
Articolo 5 - Misure generali.
Ogni Parte si impegna a:
a) riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità;
b) stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione dei paesaggi, tramite l'adozione delle misure specifiche di cui al seguente articolo 6;
c) avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche menzionate al precedente capoverso b);
d) integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.
In fondo c'è il link per prendere visione dell'intero documento e vale la pena scorrere il diverso articolato.
Credo che il ricorso a questa legge potrebbe rendere più complesso l'attuazione del progetto, ovvero che il riferimento ad essa potrebbe aprire possibili linee di ricorso.
Poi: il comune di Bolzano ha investito risorse ingenti, economiche, umane e cittadine, nella costruzione di un piano strategico (Idee2015) e di un Masterplan. Entrambi gli strumenti erano stati fortemente voluti da Silvano Bassetti perché costituivano strumenti integrati di governo della città, caratterizzati da una notevole trasparenza nei modi di definizione delle scelte.
E adesso che succede? Dove vuole andare Bolzano? Che città vuole essere? Non sento parlare di evoluzione o revisione del piano strategico e sento parlare di superamento del Masterplan. A me così pare che si sia deciso di navigare a vista, deprivandosi di strumenti strategici importanti che avrebbero anche dovuto consentire di misurare l'efficacia delle proposte rispetto allo sviluppo che la cittadinanza auspicava.
In questo senso ciò che mi lascia ulteriormente perplesso è che la validazione del progetto sia stata affidata ad un organismo presieduto da che negli anni ha fatto molto per far crescere l'architettura di qualità in Alto Adige ma che ha anche mostrato di avere poca considerazione delle dinamiche urbane. Ci sono infatti domande in più che sorgono spontanee: Nessuno si è chiesto quali siano i possibili scenari del comparto commercio a Bolzano con l'apertura di uno spazio di questa entità in una città di 100.000 abitanti? Quali saranno gli esercizi commerciali che verranno aperti? Negozi in franchising come oramai lungo la quasi totalità dei portici? Avete mai badato all'accento del personale di quei negozi? Quante commesse e commessi hanno provenienza locale? Che modello occupazionale intende attivare? E il fatto che nel progetto di trasformazione del nodo della stazione, dovesse essere il centro commerciale previsto in quel progetto a dovere garantire parte del finanziamento delle opere? Non renderà difficile l'attuazione del progetto "Areale ferroviario"?
Lascio a chi legge la ricerca delle risposte.
Thomas Demetz
(*) Il testo integrale della convenzione con l'esplicazione dei diversi aspetti è disponibile qui.
http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/uploads/2010_10…