Gesellschaft | Plurilinguismo

Ich spreche kein Italienisch

Sempre meno bambini del gruppo linguistico tedesco imparano l’italiano nelle scuole materne. Cornelia Brugger: “Abbiamo una marcia in più e non la sfruttiamo”.

Nelle scuole materne di lingua tedesca si impara poco l’italiano. Ad affermarlo è Cornelia Brugger, componente della segreteria provinciale PD, che definisce la questione “assolutamente politica, è difficile trovare un equilibrio con i partiti della destra tedesca che non incoraggiano di certo l'apprendimento dell'italiano. In questo modo però i bambini, come accade nella Val Pusteria o nella Val d’Isarco, non hanno alcuna possibilità di imparare la seconda lingua, malgrado le esplicite richieste dei genitori”. Come si dovrebbe studiare allora l'italiano? Evidentemente nell’orario extra-scolastico, e non nei locali della scuola, con il risultato che molti alunni non sono messi nelle condizioni di poter superare l’esame di bilinguismo in futuro e di conseguenza difficilmente si possono inserire nel mercato del lavoro soprattutto per quanto riguarda gli impieghi nel settore pubblico. “Senza aumentare il personale - propone l'esponente del PD - si potrebbe comunque mettere in atto uno scambio con le insegnanti delle scuole materne italiane, anche due o tre volte alla settimana per qualche ora sarebbe già un grande passo avanti, ma l’Intendenza tedesca non è conciliante in questo senso ”.

Negare l'apprendimento linguistico, che costituisce un fattore fondamentale per un corretto sviluppo cognitivo e sociale del bambino, vuol dire escludere un vantaggio strategico ed essenziale dal corredo di possibilità dell’adulto di domani. Riuscire a distinguere già in tenera età due codici linguistici differenti rende di fatto anche più efficiente l’elaborazione delle informazioni e permette di assimilare altre lingue in maniera più rapida. “Abbiamo una marcia in più e non la sfruttiamo - rileva Brugger -; i bambini italiani sono più avanti in questo senso, cominciano a parlare molto prima la seconda lingua rispetto ai compagni tedeschi. Una volta succedeva il contrario, erano i tedeschi ad imparare meglio e più in fretta l’italiano, il guaio è che ora se si fa un giro nelle scuole e si chiede ai ragazzi un’opinione sull’argomento loro rispondono che preferiscono concentrarsi su un’altra lingua, come l’inglese, perché certamente non hanno intenzione di rimanere in questo paese visto che di lavoro non ce n’è”.