Gli italiani? Non contano
Il settimanale FF propone, con questo numero, ai suoi lettori un divertente gioco di società. Pubblica un elenco di 100 altoatesini/sudtirolesi considerati influenti nei rispettivi campi d'azione: dalla politica alla cultura, dalla giustizia all'arte, dall'impegno sociale a quello religioso. Tra questi, con la possibilità di assegnare alcune preferenze, i lettori/votanti potranno nominare quelli, a loro giudizio, più importanti da autorevoli.
In attesa di scoprire gli esiti del voto si possono fare alcune considerazioni sulla lista proposta ed elaborata dai redattori del settimanale bolzanino. In casi come questi un errore fatale è quello di inoltrarsi a dar giudizi e valutazioni proprie sui presenti e sugli assenti. Si entrerebbe, in questo modo, nel labirinto dei pareri soggettivi, delle simpatie e delle antipatie dal quale è assai difficile uscire.
Molto più interessante l'utilizzare le valutazioni già fatte da altri per cercare di guardare il nostro piccolo pezzetto di mondo con occhi diversi. In parole povere possiamo provare a vedere come la società altoatesina venga fotografata nelle scelte dei redattori di una rispettata e rispettabile rivista di lingua tedesca e delle persone che essi hanno ritenuto di dover coinvolgere in questa operazione.
Come al solito, in questi casi, è molto più interessante vedere chi nella classifica non c'è piuttosto che i presenti.
Il dato forse più rimarchevole è quello sulla totale assenza, nei 100 nomi proposti da FF della classe politica dirigente di lingua italiana. È pur vero che anche in campo tedesco quella dei politici non è una folla, ma i nomi fondamentali, da quello del presidente Kompatscher a quello dell'indaffaratissima assessora Stocker, ci sono tutti. In campo italiano, invece, il vuoto assoluto.
Non manca solo il vicepresidente della giunta provinciale Tommasini, che pure è l'unico rappresentante italiano dell'esecutivo, ma non ci sono neppure il sindaco di Bolzano Spagnolli, il vice sindaco di Merano Balzarini, la sindaca di Laives Di Fede, che pure assomma al suo già rilevante incarico anche quello di segretaria provinciale del Partito Democratico.
Ripeto: non è nemmeno il caso di stare a discutere se la scelta sia giusta o meno. È interessante notare come la classe politica dirigente di lingua italiana sia stata ritenuta assolutamente ininfluente, in blocco, al punto tale da non essere nemmeno inserita nei 100 nomi da votare. Nella lista figurano, è vero il senatore Francesco Palermo e l'esponente del PD di Bressanone Carlo Costa, inserito ovviamente per il suo ruolo di vicepresidente della cassa di Risparmio, ma sono presenze, si capirà, che hanno l'effetto di far ancor più risaltare le assenze altrui.
Così dunque una certa parte, non marginale e non poco importante, del mondo sudtirolese vede la presenza del gruppo italiano nella politica altoatesina. Se poi si inserisce questo elemento in quello più generale, che vede la presenza, tra i 100 nomi scelti, di appena una decina di italiani, la questione diviene ancor più stuzzicante.
Die
Die Sprachgruppenzugehörigkeit ist 62.3% DE, 23.4% IT, 4.1% Ladin, 10.2% Andere (Volkszählung 2011)
Wenn du also bemängelst dass nur 10% Italiener als wichtig angesehen werden so ist diese "Base Rate" zu berücksichtigen zu den Top 100 zu gehoeren, es sind also 13.4% Prozentpunkte die fehlen, es sollten also doppelt so viel sein um "gerecht" zu sein.
Ladiner scheinen in dieser Proportion vertreten. "Andere" gar nicht, obwohl 10%
Antwort auf Die von Roland Kofler
Ich denke es ist auch eine
Ich denke es ist auch eine zielgruppengerechte Selektion: die Leser der FF kennen nicht alle Namen, welche einer italienischen Leserschaft bekannt sind und umgekehrt. Dementsprechend auch die die "Definition von Wichtigkeit". Dass Palermo als wichtiger als ital. Landespolitiker vorbewertet wird, ist jedenfalls eine Annahme die analysiert gehört. Wer einen Landeshaushalt (mit)-verwaltet und eigene Ressorts hat, sollte doch mehr Einfluss als ein Poliker in Rom haben, oder nicht?
ff ist halt eine Zeitung mit
ff ist halt eine Zeitung mit deutschsprachigem Zielpublikum. Tutto qui.
Ich glaube aber auch, dass
Ich glaube aber auch, dass hier die katastrophalen Ergebnisse der letzten Landtagswahlen für die italienischen Parteien eine Rolle spielen. Welcher italienischer Politiker in Südtirol hat den mehr zu melden als ein Podini? Richtig! Keiner!
Muss aber auch sagen wenn auf der Liste ein "Dieter Peterlin" landet (ehrlich, nichts für ungut ich finde seine Stimme im Radio sehr sympatisch) und eine Biancofiore nicht, bringt mich das schon ein wenig zum grübeln....
caro Ferrandi, la scelta di
caro Ferrandi, la scelta di usare il termine "stuzzicante" mi pare piuttosto la spia di una fitta di dolore, o una piega amara della bocca. Niente di divertito, come il termine lascerebbe intendere. Ma guardi, quello che mi fa incazzare davvero è l'assuefazione a questo status penoso e la totale assenza di reazione da parte degli italiani. I quali peraltro meritano abbondantemente il recinto fangoso nel quale si spintonano annusando l'aria.
Da un punto di vista
Da un punto di vista antropologico gli italiani in Sudtirolo non contano nulla perchè la regola vigente in tutti gli ambiti, anche quelli non istituzionali, impone che sia chi appartiene alla maggioranza formale a dover essere considerato. Esiste qualche eccezione e questa è sicuramente il sindacato. Onestamente non capisco la sorpresa che si esprime in questo articolo. Ad esempio, non si capisce perchè non sia stato menzionato Eros Magnago che è il vero artefice dell'accordo tra lo Stato e la Provincia di cui beneficerà tutta la popolazione. Mi piacerebbe che le persone venissero valorizzate per quello che sanno esprimere e non per quello che si ritiene essere il gruppo di appartenenza. Temo di non vivere abbastanza per vedere entrare in Europa il Sudtirolo e quindi ormai, rispetto ai temi etnici, sono diventato apatico. Penso di non essere il solo visto l'astesionismo record che prevedo per le prossime elezioni comunali ...
vorrei rilanciare a Michele
vorrei rilanciare a Michele Buonerba qualche ulteriore riflessione e una domanda. La domanda è questa: ritiene quindi che il sindacato, pur non essendo maggioranza formale, ne fa parte? Rispetto all'apatia verso i temi etnici la capisco, ma vorrei che considerasse il fatto che il tema etnico è di per sé tema politico, proprio per la stretta relazione con questo ambito. E che quindi non possiamo restare apatici, ma attivi. Quello che auspica è condivisibile, ma mi suona pericolosamente "politicamente corretto". E l'astensionismo può essere un fatto che può essere letto in chiave etnica, ma l'effetto è politico. Infine, Eros Magnago conferma la regola.