Commenti: specchio della società?
Eccomi qui a scrivere il primo articolo della mia vita.
L'occasione si presta: era da un po' di tempo che avrei voluto raccogliere i commenti dei lettori (o pseudo-tali) del quotidiano Alto Adige. Sia chiaro: non che siano tanto diversi da quelli dei quotidiani nazionali. Infatti basta collegarsi alla pagina Raccolta Statistica di Commenti Ridondanti per capire che la situazione è la stessa per quasi tutti i tipi di testate giornalistiche.
Facebook, e internet in generale, ci dà l'opportunità di esprimere la nostra opinione, di condividerla con tutti in modo semplice ed efficace. Ma attenzione, si tratta di una lama a doppio taglio! Sì, perché quando pubblicate il vostro commento razzista "bruciare tutti gli extracomunitari", quel commento rimane lì. Quando pubblicate la vostra foto col braccio destro teso, guardando l'orizzonte, con la maglietta di Mussolini, quella foto rimane lì. Quando augurate la morte a due ragazze perchè "son cazzi loro se sono andate in Siria", quel commento rimane lì.
Nei paesi da cui provengo - apro una parentesi: prima di dirmi di tornare a casa mia vi avviso, sono nato e cresciuto in Italia, diplomato, laureato, lavoratore, chiudo la parentesi - si dice:
"Non aprire la tua bocca, se non sei sicuro che quanto dirai sia migliore del tuo silenzio!"
Ovviamente questo vale anche nel caso delle opinioni riportate sui social network. Quando leggo i vostri commenti, sì, proprio quelli di chi magari mi sta leggendo in questo momento (se sapete leggere qualcosa oltre al titolo e alle parole in grassetto o in maiuscolo, chiaramente), penso solo a quanta ignoranza esista su questa terra. E la colpa di chi è? Probabilmente non totalmente vostra. La colpa è dei blocchi mentali nei quali siete cresciuti, blocchi che non vi fanno vedere cosa c'è oltre la vostra strada, cosa c'è oltre la vostra città e oltre il vostro piccolo e insignificante staterello.
Per ora chiudo qui, ma di sicuro questo non resterà il mio primo e unico articolo.
Vi lascio con un altro proverbio che mi ripeteva sempre mio nonno:
"Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini".
PS: meglio chiudere con il trend-topic: e i marò?
An die Redaktion.
An die Redaktion.
Ich glaube nicht, dass das Veröffentlichen von Kommentaren samt Bilder und Namen der User ohne deren Einwilligung erlaubt ist. Da sollte man schnellstens eingreifen.
Antwort auf An die Redaktion. von Mensch Ärgerdi…
Hallo mensch ärgerdichnicht,
Hallo mensch ärgerdichnicht,
Ich denke dass sollte kein Problem sein. Das sind Öffentliche Kommentare, in einem Social Network.
Ognuno deve essere responsabile delle proprie azioni. È il succo del mio articolo.
Finché queste cose le dici a tavola con i tuoi amici allora è un conto; ma se inizi a scriverle (commentando un articolo di un giornale, neanche sulla tua bacheca privata) allora accetti che tutti le possano vedere e che possano farne uso.
Solo la mia opinione però.
as denken Sie?
Antwort auf Hallo mensch ärgerdichnicht, von Muhassaba Mozayaf
Ganz eindeutiger Fall:
Ganz eindeutiger Fall:
veröffentlichen! Der Zeitung (AA) melden. Zur Anzeige bringen (Postpolizei).
Denn die Meinungsfreiheit hat rechtliche Grenzen:
"Allgemein verbreitete Einschränkungen der Meinungsäußerungsfreiheit sind (nicht abschließend):
der Schutz der persönlichen Ehre gegen Beleidigung oder Verleumdung." (Quelle: Wikipedia, Meinungsfreiheit).
Antwort auf Hallo mensch ärgerdichnicht, von Muhassaba Mozayaf
Statement Postpolizei:
Statement Postpolizei:
THEMA: SOZIALE NETZWERKE (FACEBOOK;NETLOG;TWITTER)
"WIRD MAN VOM GESETZ BESTRAFT, WENN MAN EINE PERSON IN EINER CHAT ODER PINNWAND EINES SOZIALEN NETZWERK BELEIDIGT? Ja, denn man darf im Netz keine Personen beleidigen oder verleumden. Denn es ist auch im realen Leben strafbar, wenn ich Personen auf offener Strasse beschimpfe."
http://www.snets.it/ssp-nonsberg/Seiten/Postpolizei.aspx
Antwort auf Hallo mensch ärgerdichnicht, von Muhassaba Mozayaf
Ich wollte nicht die
Ich wollte nicht die Verfasser der Kommentare verteidigen, ich habe nur so meine Zweifel ob es erlaubt ist die Kommentare abzubilden und anderswo zu veröffentlichen auch wenn es sich um eine öffentliche Seite handelt. Wäre es aber ein Problem gewesen, dann hätte die Redaktion schon etwas unternommen, also alles in Butter.
Im Generellen denke ich, ist den meisten nicht so ganz bewusst was sie da schreiben und wie es auf die Allgemeinheit wirken könnte. Dieser Unterschied mit der "tavola con gli amici" wird ebene nicht so schnell realisiert.
Und bitte erinnern wir uns,
Und bitte erinnern wir uns, dass solche Leute im italienischen Parlament sitzen.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/18/greta-vanessa-libere-gasparr…
Mich wundert da gar nichts mehr...
Antwort auf Und bitte erinnern wir uns, von Mensch Ärgerdi…
Und weil wir schon dabei sind
Und weil wir schon dabei sind, kann man auch auf der Fb-Seite von Herrn Bertoldi nachschauen. Das Niveau wird immer besser.
Sig. Muhassaba Mozayaf
Sig. Muhassaba Mozayaf
Credo che la libertà di pensare e scrivere in questo “insignificante Staterello” per fortuna ci sia ancora,giusta o sbagliata che sia.
Premetto che anch'io non sono d'accordo con queste persone, ma ,se cerca in altre pagine di Facebook sicuramente ne troverà molte contro tutti e anche contro noi italiani e per questo io non farei di tutta un' erba un fascio e lo specchio della società non credo che sia questa, anzi la maggior parte degli italiani (suoi connazionali visto che è nato qui) sono ospitali,cercano il dialogo e non sono razzisti.
Se lei ha fatto parte una volta nella sua vita di una manifestazione contro qualche politico o industriale o qualsiasi altra persona avrà sentito le stesse parole di odio ma poi tutto finisce lì ,invece queste persone rimarranno in quella pagina con la loro foto e il loro messaggio e starà a loro se rimpiangere o essere fieri di quello che hanno scritto,dovranno rispondere delle loro coscienze.
Credo che la citazione“Non aprire la tua bocca, se non sei sicuro che quanto dirai sia migliore del tuo silenzio!" sia giusta ma credo che per me sia “Il silenzio è l’atteggiamento più sicuro per chi diffida di se stesso”.
Con questi ragazzi bisogna dialogare in modo civile e sicuramente qualcuno si pentirà di quello che ha scritto, ma rinfacciandogli le loro esternazioni li allontanerà sempre di più, dovuto anche ai blocchi mentali citati da lei ma provocati da chi?
Noi stiamo perdendo di vista il relazionarsi e il dialogo che hanno consentito all’uomo di evolversi nei secoli e di portare dei benefici all’intera società: essa sarà mal ridotta, di sicuro non all’altezza dei nostri sogni, magari anche insensibile ai nostri bisogni ma abbiamo fatto dei passi in avanti non indifferenti.
Come disse Anders anch'io diffido di chi auspica l’eliminazione fisica dell’avversario, di chi spera che un giorno tutti assumeranno il suo stesso comportamento, di chi non cambia mai idea e trova nella fine del dialogo, e non nell’inizio, una grande vittoria.
Chi soffre di “questa patologia” può viaggiare ma non riconoscerà mai il valore degli altri.
Solo l'empatia sarà il superamento del blocco mentale,ma non è rivolto solo alle persone da lei esposte purtroppo ce ne sono molte altre e non solo italiane.