Politik | La nuova Lega

Il Verde, il Nero e il Marrone

Lo scenario della politica italiana dopo la grande manifestazione leghista di Piazza del Popolo a Roma.

La battuta circolava un po' ovunque, ieri in rete. Io la copio dalla versione che ne ha dato Christian Raimo su facebook: “Se oggi guardavi sul palco di piazza del Popolo alle volte ti sembrava di vedere verde alle volte nero. In realtà era marrone”. Non penso ci sia bisogno di traduzione, il linguaggio cromatico sa essere molto esplicito. 

La cosiddetta Lega 2.0 di Matteo Salvini ha dunque compiuto in modo definitivo la trasformazione già ampiamente annunciata: da movimento a vocazione prettamente territoriale, sempre un po' sospeso tra antiche velleità secessioniste e altrettante velleitarie istanze federaliste, a falange estremista decisa a raccogliere tutto il peggio che si agita nella pancia destrorsa del Paese, dunque non schifando persino l'appoggio e i saluti a braccio teso dei fascisti del terzo millennio. Quanto sono lontani i tempi in cui il vecchio leader del Carroccio poteva ancora dichiarare: “Matteo non è Marine Le Pen e la Lega non è razzista. Io non andrei con i fascisti, vengo da una famiglia partigiana combattente, non mi piace dare spazio a queste formazioni perché puntano a uno Stato centralista, ma le alleanze non cambiano la sostanza”.  Beh, adesso la “sostanza” sembra invece proprio cambiata.

A questo punto condividiamo l'analisi di Adalberto Signore: “Se Salvini vuole davvero provare a proporsi come alternativa a Renzi dovrà prima o poi uscire da questo equivoco e presentarsi non soltanto come un punto di riferimento dell'elettorato di centrodestra «arrabbiato». Altrimenti non farebbe altro che stabilizzare Renzi e la sua leadership, consegnandogli tutta quell'area di centrodestra che per convenzione viene definita «moderata». Non è un caso che il premier sia ben contento di indicare Salvini come il suo competitor, consapevole che da un simile schema non può che uscirne rafforzato”. Con un paio di precisazioni: forse è solo puntando su una estensione ulteriore dell'equivoco che Salvini può ancora rafforzarsi, anche perché magari l'equivoco è solo apparente e il Marrone è davvero solo la somma di Verde e Nero, un'opposizione in effetti già molto sminuita ai tempi in cui Berlusconi poteva tranquillamente governare facendo convivere le anime così eterogenee della sua coalizione.

Salvini però non è Berlusconi, il suo appeal è di portata più ridotta, molto difficile dunque che riesca ad ereditarne la missione. Ma soprattutto: il Cavaliere un erede ce l'ha già, si chiama Matteo Renzi e l'attuale premier avrà vita tranquilla finché riuscirà a svolgere un compito che gli riesce peraltro benissimo, ovvero quello di adottare politiche inequivocabilmente “non di sinistra”.