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Pd, we have a problem

Assemblea del partito convocata per oggi. Cambi di casacca, alleanze da costruire, programmi da definire. Un lunedì da leoni attende il sindaco Spagnolli.

Succede anche nelle migliori famiglie, specie durante la campagna elettorale: abbondano furbizie e contraddizioni, ci si guarda in cagnesco, qualcuno scende in campo con la maglia dell’avversario. Il trasformismo, del resto, non riguarda solo i nostri giocatori politici locali (Oberrauch, Artioli e il cadetto Bonvicini sono dei “dilettanti” in confronto) ma, come dimostra un’indagine di Openpolis per Repubblica, il "vizio" è diffuso. Sono stati ben 235, infatti, i voltagabbana fra i parlamentari negli ultimi 23 mesi e cioè durante i governi di Enrico Letta e Matteo Renzi: 119 alla Camera e 116 al Senato. 10,22 cambi al mese nell’attuale legislatura contro i 4,50 del periodo Berlusconi-Monti.

Appelli di ripensamento a parte, oggi il Pd avrà il suo bel da fare: Spagnolli dovrà (o perlomeno ci si augura) sciogliere le sue riserve rispetto alla composizione della giunta – e quindi esorcizzare lo spauracchio della Svp auspicando che si possano trovare punti fermi in comune – e poi della lista. Lo sgambetto ideologico di Robert Oberrauch, una bomba disinnescata appena in tempo, è ormai storia di ieri – con Elena Artioli sempre di vedetta –, il pericolo spaccature è, almeno in questo senso scongiurato, e da qui si può ripartire, anche se i nervosismi sono ancora a pelo d’acqua. Disobbedire a rivalità personali e partitiche per costruire alleanze stabili è il prossimo passo, trovare un compromesso con la Svp (c’è da capire quanto questa sarà malleabile sul programma) e con gli ecosociali apparentemente sempre più spaesati. Carlo Costa, coordinatore della campagna elettorale, sulle pagine del quotidiano Alto Adige dichiara in merito: “L’alleanza a sinistra va costruita. E non sul sì o no a Benko. Ci si è troppo concentrati su questo. Il rapporto va disegnato sulle regole. Ad esempio: la legge 55 quinquies va bene così oppure può essere attenuata in certi suoi meccanismi? Io credo di sì. E allora parliamone. Si può trovare una strada sul metodo. E ancora. È bene aprire ai privati in questi anni di crisi? Secondo me sì ma , anche in questo caso, le regole potrebbero essere aggiornate”.

È un’assemblea di partito particolarmente impegnativa quella che aspetta il sindaco oggi, dunque, fra le indigestioni ancora non dimenticate provocate dai cosiddetti superamenti delle divisioni tra destra e sinistra, atti a giustificare scelte opinabili da alcune frange del pantheon della sinistra e presumibilmente soprattutto dal suo elettorato. Il fatto è che in questo quadro caotico fa presto a tornare alla mente quel mantra morettiano (qui riadattato) “Spagnolli, dì una cosa di sinistra”, e questo non è mai un buon segnale.