Cattedrale nel deserto made by Südtirol?
Il caso è stato sollevato ad inizio febbraio dal giornale Il Fatto Quotidiano.
La metropolitana leggera di Perugia, a suo tempo presentata come esempio innovativo di mobilità, è costata 32 milioni più di quanto preventivato ed ha una manutenzione carissima che richiede un investimento di 10 milioni annui. Con gli anni che passano la città umbra si sta indebitando in maniera pericolosa per riuscire a tenere in servizio l’opera, realizzata tra il 2002 e il 2008 sotto la ‘direzione artistica’ dell’archistar Jean Nouvel.
Il minimetrò di Perugia - racconta Il Fatto Quotidiano - è l’unico esempio in Italia di metropolitana leggera che viaggia su binari situati quasi integralmente al di sopra del livello stradale. Si tratta di un sistema di trasporto automatico a trazione a fune, detto anche people mover, che copre un tragitto di 3 km, con sette fermate: porta da Pian di Massiano, nella periferia della città, al centro storico, passando per la stazione ferroviaria. In realtà avrebbe dovuto servire una zona più ampia, ma la seconda tratta, seppure prevista, non è mai stata costruita, tanto che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’ha inserito nell’anagrafe delle opere incompiute.
L’opera è stata finanziata per il 60% da contributi pubblici a fondo perduto e per il restante 40% dalla società privata Perugia Scarl e da mutui bancari concessi ad una società partecipata del Comune.
Il minimetrò piace tantissimo a quelli che lo usano, che però sono pochi, 7mila ala giorno. Molti meno dei 15mila giornalieri preventivati. Con un paradosso: Perugia è al terzo posto nella classifica nazionale delle città con più automobili pro capite.
Ma dove sta il problema alla base dell’insuccesso del minimetrò di Perugia?
“Nel fatto che è un’opera ‘monca’” sostengono i consiglieri comunali perugini del Movimento 5 Stelle, osservando che il minimetrò serve una parte molto ristretta della città e non è integrato con il resto del trasporto regionale.
La somma pagata ogni anno per la gestione, coperta solo per il 40% dai biglietti, è considerata poco comprensibile per un mezzo di trasporto senza conducente che copre un tragitto di soli 4 chilometri.
A Perugia cresce la fascia di popolazione che chiede lo stop per il costosissimo minimetrò. Anche per il fatto che - come è avvenuto per la funivia del Renon - lo scorrimento delle vetture sarebbe tutt’altro che silenzioso e creerebbe fastidio a coloro che abitano nei pressi della struttura.
Leitners MiniMetro ist auch
Leitners MiniMetro ist auch deshalb unattraktiv, weil sie mit einer Geschwindigkeit von 20-25 km/h sehr langsam ist, nur etwa halb so schnell wie viele vergleichbare Lösungen.
Io sono una di quelli che il
Io sono una di quelli che il minimetrò di Perugia l'ha usato e a cui è piaciuto molto. E' vero che è poco integrato con il resto del trasporto publico, ma forse è il caso di migliorarlo, non di sopprimerlo. O in nome del risparmio del denaro pubblico vogliamo ridare via libera al trasporto automobilistico privato?
Viene da chiedersi se non sia
Viene da chiedersi se non sia possibile indurre l'uso di questo mezzo di trasporto, sicuramente di altissima tecnologia, attraverso una limitazione del traffico automobilistico. La constatazione di un'utenza al di sotto delle aspettative e di costi di manutenzione annuale elevatissimi, obbliga a puntare il dito sulla progettazione non sufficientemente completa dell'opera dal punto di vista gestionale.
Ecco, mi piacerebbe
Ecco, mi piacerebbe approfondire meglio questi aspetti perché io credo fortemente in una realtà come questa a Bolzano. io sapevo da parte di un Perugino che vogliono allungare il tragitto. C'è solo da capire a cosa sono dovuti i costi annui.
nell'articolo del Fatto
nell'articolo del Fatto quotidiano c'è un aggiornamento:
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Questo mi fa ben sperare e mi piacerebbe ci fosse un semplice studio di fattibilità anche qui a Bolzano Bozen, indipendentemente dai costi...