Politik | Sbandamenti

Spagnolli alla roulette russa

La politica ha memoria corta e il Pd, o quello che ne rimane, a Bolzano ha memoria cortissima.
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Antonio Frena ex segretario del Pd provinciale in un tweet malinconico e surreale ha invocato la morte sul campo di battaglia (“morire combattendo”) piuttosto che la resa alla richiesta di trasparenza avanzata da Cecilia Stefenelli .
“ Piuttosto che l’alleanza retrogada dei verdi meglio un avventura con la Lega” – ha sentenziato dimenticandosi che quando era segretario del Pd aveva giurato un indimenticabile “mai con il Carroccio”.  

La politica ha memoria corta e il Pd o quello che ne rimane a Bolzano ha memoria cortissima. Prima delle elezioni Spagnolli aveva reclutato la pattuglia della civica con lo scopo esplicito di mettere all’angolo le posizioni di chi criticava l’affare Benko e il rapporto troppo stretto con immobiliaristi e poteri forti della città. La vista politica di Spagnolli non è mai stata lunga e anche questa volta il risultato ha tradito le sue attese.

La candidata Stefenelli ha raccolto un 10% dei voti: abbastanza per mettere in stallo il disegno egemonico del sindaco. Pensare che tutto potesse essere ricomposto attraverso l’abilità democristiana del dare qualcosa a tutti è stato azzardo fatale. Un Pd uscito trasmutato dai risultati delle elezioni con l’elezione di ex popolari, democristiani e margheritini di ogni ordine e il crollo della rappresentanza degli ex Ds non è una barca affidabile per tentare l’attraversata di un fiume in piena. Così adesso di fronte alla realtà i politici del Pd sono stati assaliti da una crisi di nervi.

L’idea di tornare a elezioni e perdere posti, rendite di posizione e affari deve essere sembrato qualcosa di talmente spaventoso da rinnegare in un sol attimo anni di richiami contro il pericolo delle destre e del razzismo al potere in città. Il distacco con la cittadinanza rischia di diventare in questo modo però abissale. Già alle ultime elezioni i partiti di governo e il sindaco sono usciti con le ossa rotte.

Un politico di altri tempi avrebbe ammesso la sconfitta. Spagnolli non lo ha fatto e testardamente ha proseguito come se niente fosse accaduto. Ora è arrivato a un bivio mortale: da un lato c’è la strada del gettare la spugna e ammettere gli errori e la sconfitta. Dall’altra il rinnegamento di tutti i valori professati in passato da lui e dalla sua coalizione e il tentativo di costruire una nuova inedita maggioranza.  L’impressione è che pur di restare in sella Spagnolli cercherà di percorrere la seconda strada. Ma è una decisione da giocatore di roulette russa.

Del Pd alla fine rischiano di rimanere pochi cocci, di lui la memoria di non essere stato coerente con se stesso. 

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Gabriele Di Luca Do., 18.06.2015 - 12:07

Andrà così (si accettano scommesse): La Lega non entrerà in giunta e non darà neppure l'appoggio esterno a un governo di minoranza Pd/Svp. E' possibile tecnicamente arrivare a una maggioranza d'impianto variabile costruita sulle piccole sigle di centro (Gennaccaro-Duzzi little band) e con l'appoggio dei tre consiglieri "sociali" (una volta sancita la rottura degli eco-sociali, che mi pare ormai conclamata, secondo la migliore tradizione del dissidio tra quelli della lotta e quelli del governo). In questo modo viene varata la giunta e la navigazione procede a velocità minima. Intanto si guadagna tempo cercando di rendere il dopo-Spagnolli il meno traumatico possibile. Avremo insomma quello che un tempo si chiamava "governicchio".

Do., 18.06.2015 - 12:07 Permalink