Gesellschaft | Sicurezza

Reato di tortura, perplessità dei poliziotti Sap

Il sindacato Sap esprime perplessità sull'introduzione del reato di tortura, che sarebbe troppo sbilanciato contro le forze dell'ordine
Un reato la cui istituzione è stata caldeggiata in Italia da Amnesty International, ma che fa discutere. Il sindacato autonomo di polizia Sap proporrà lunedì 29 giugno anche a Bolzano la distribuzione di volantini volti a sensibilizzare la popolazione sulla proposta di legge sul reato di tortura che «per come è stata concepita - scrive il Sap bolzanino - e se non interverranno profonde modifiche alla stessa, fornirà, a qualsiasi malintenzionato, il passaporto per portare alla sbarra le forze dell’ordine. Per farlo risulterà infatti sufficiente, per esempio, dogliarsi di aver patito “acute sofferenze psicologiche” nel corso di una operazione o di un interrogatorio, e come si può ben comprendere le “sofferenze psichiche” risultano difficilmente smentibili in quanto difficilmente “misurabili”. Qual è infatti l’unità di misura delle sofferenze psicologiche? Come si possono smascherare quando lamentate falsamente?» Secondo il Sap bastano le fattispecie di reato già previste dal codice penale, «dal sequestro di persona alla violenza privata, lesioni dolose, abuso d’ufficio. Donne e uomini delle forze dell’ordine - prosegue la nota - vogliono essere sottoposti al vaglio costante della magistratura e dei cittadini, ma pretendono di non essere esposti al rischio di false denunce dei delinquenti che sfruttano la legge per cavarsela.Noi chiediamo di essere dotati di telecamere da mettere sulle nostre divise, sulle volanti e negli uffici per certificare ogni respiro e azione. Il sistema che difendiamo invece ci avversa e ci espone a rischi».  

Il pieghevole del Sindacato autonomo poliziotti sul reato di tortura