Gesellschaft | Architettura

Il razionalismo che divide

La facciata delle Pascoli, ma anche l'Alumix, il cinema Druso, fino ai monumenti fascisti. La storia contrastata dell'Alto Adige passa anche dai suoi edifici.
Foto: Zelig

Tutti in difesa della memoria storica – con i suoi anche bruttissimi ricordi – e della sua incarnazione, il panorama urbano con gli stilemi architettonici che contraddistinguono gli edifici in cui hanno vissuto generazioni di bolzanini? Non proprio. Una città è un organismo che nasce, si sviluppa e si modifica in continuazione, le scelte a cavallo tra estetica, storia e funzionalità si susseguono inevitabili. A Bolzano gli esempi non mancano e non sono mancati, con gli echi delle polemiche che risuonano a distanza di anni. Tra i più recenti la battaglia per salvare la facciata delle ex-magistrali Pascoli, che nella fase di progettazione del nuovo polo bibliotecario avrebbe dovuto essere abbattuta. Un dibattito che si riaccende. “Il complesso delle scuole ex Pascoli può avere un valore, ma le parti storiche più importanti sono la scalinata e la facciata, che sono già sotto tutela” si legge in un comunicato diramato dal Partito democratico. Che continua: “Le polemiche sono strumentali in quanto non tengono in considerazione il ruolo di questa nuova struttura e sopravvalutano il valore artistico ed architettonico di tutto il complesso scolastico. Il compromesso, trovato grazie all'intervento dello scomparso Silvano Bassetti, tra la salvaguardia della vecchia struttura e la nuova rappresenta un punto di equilibrio virtuoso nella logica di preservare elementi dell'architettura razionalista”.

Di diverso avviso l'associazione Italia Nostra, tra i protagonisti del “salvataggio” della facciata delle vecchie magistrali. “La zona è molto congestionata da un punto di vista urbanistico – sostiene il presidente Stefano Novello – con la facciata delle Pascoli che vedrà sorgere alle sue spalle un edificio davvero enorme. Mantenerla poi è quasi peggio, pare un modo di voler accontentare tutti che non raggiunge il suo scopo”. Che poi sottolinea anche l'aspetto emozionale della trasformazione. “Temo si arriverà a un edificio con molto vetro in stile Eurac che non c'entra nulla con quanto ha intorno – sostiene –. Incontro persone che dicono 'che peccato, ho passato anni lì dentro', ma poi certo resta il fatto che la politica deve avere capacità decisionale e anche le scelte funzionali – qui parlo da tecnico – sono fondamentali”.

Un terzo, differente punto di vista è quello espresso dalla consigliera provinciale di Südtirol Freiheit Eva Klotz che al razionalismo associa in particolare i monumenti di epoca fascista. “È questione etica – sostiene –. Il restauro del “Monumento per il fascismo”, io lo chiamo così, costa due milioni di euro quando le meraviglie di Pompei cadono a pezzi... È un'opera portatrice di un messaggio politico, non solo architettonico, e lo stesso discorso si può fare per il bassorilevo del Duce, uno schiaffo a qualsiasi democratico che sarebbe impensabile, con Hitler protagonista, in Germania”. Ma gli altri edifici che compongono l'insieme della Bolzano “italiana” vanno tutelati? È stato giusto salvare la facciata delle Pascoli come pezzo di storia della città? “Non posso giudicare – risponde – non sono un'esperta di architettura. Mi capita di passare per di là, ma senza pensarci”.