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“Come una Pitarelli qualsiasi”

Sintesi della tragicommedia andata in scena in consiglio comunale a Bolzano, a margine delle dimissioni ‘con sorpresa’ del sindaco Spagnolli.

Giovedì in comune a Bolzano il caos era tale che non si riusciva nemmeno a capire se quello assestato dal sindaco Luigi Spagnolli fosse stato (finalmente) il decisivo colpo di grazia alla legislatura barcollante. 
Per diverse ore nei corridoi del municipio consiglieri, assessori, funzionari, galoppini, giornalisti, fotografi e cineoperatori hanno seguitato a schizzare tra il primo piano (della giunta) e il secondo del (consiglio). Cercando di capirci qualcosa nella situazione che si era creata, prima con l’annuncio su Facebook delle dimissioni (“nei prossimi giorni”) del sindaco e poi invece con la firma dell’atto di rinuncia e la consegna dello stesso nelle mani del presidente del consiglio comunale Luis Walcher. 

Per riuscire a ricostruire quanto avvenuto nelle stanze del municipio alla fine è stato necessario, ancora una volta, mettere insieme tutta una serie di frammenti. Quasi come se ci fosse bisogno di sovrapporre e far coincidere una serie di personali disorientamenti per riuscire a distinguere il profilo e il significato reale degli eventi. 

Ecco la timeline. Alle 15.30 di ieri 24 settembre c’è stata una riunione di giunta in cui il sindaco ha manifestato la sua intenzione di dimettersi, mentre il vicesindaco Ladinser gli faceva eco. Prendendo atto della situazione alcuni assessori, Giovannelli per primo, durante la riunione hanno manifestato la loro perplessità quando il sindaco ha detto di non volersi dimettere ’subito’ per essere nelle condizioni di partecipare ancora in carica ad una manifestazione pubblica organizzata per sabato 26 settembre dal quotidiano Alto Adige. Forse proprio a seguito delle critiche da parte dei suoi colleghi di giunta Spagnolli allora deciso di cambiare tabella di marcia, dimettendosi subito, alle ore 17, un’ora prima della convocazione del consiglio comunale per discutere le due differenti mozioni di sfiducia presentate da Lega e M5S. 

Intanto nei corridoi si era già scatenata la bagarre. Con gli assessori presenti, Luigi Gallo e Mauro Randi su tutti, a dire che la decisione non era stata preannunciata in nessun modo. E l’opposizione compatta (si fa per dire) ma soprattutto indecisa tra due opzioni: lasciarsi andare all’esultanza oppure gridare al complotto. 
Eh sì, perché i più smaliziati - e soprattutto coloro che alle 17 si erano presi la briga di andare a leggere su Facebook per intero la ‘lettera’ scritta da Spagnolli - avevano potuto apprendere che il sindaco prima di dimettersi aveva giocato uno scherzo non da poco, riconvocando la conferenza dei servizi a suo tempo attivata per il PRU di via Alto Adige e rendendola quindi di nuovo operativa con lo scopo di riproporre il progetto attraverso i meccanismi dell’articolo 55quinquies della legge provinciale

Appena grillini ed ecosociali sono venuti a conoscenza di quanto era avvenuto sono andati su tutte le furie. Il più duro di tutti è stato subito Guido Margheri, intento a sillabare a tutti i media presenti tutta la sua delusione nei confronti di un sindaco che come atto finale si era comportato “Come una Pitarelli qualsiasi”. 

Il consiglio comunale andato in scena alle ore 18 - mentre il sindaco si infilava il suo impermeabile e scendeva nello scantinato a prendere la bici per andarsene da privato cittadino - è stato l’ennesimo capitolo della tragicommedia iniziata lo scorso 24 maggio. Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente Luis Walcher che ha dato lettura del messaggio di dimissioni da parte di Spagnolli, i consiglieri comunali hanno chiesto lumi al segretario comunale Travaglia per tentare di capire qual era la situazione venutasi a creare. Regole alla mano Travaglia ha ricordato che le dimissioni del sindaco danno di fatto il via all’iter che porterà, verosimilmente nella prossima primavera, a nuove elezioni. Ma che la giunta di per sé, in assenza di altre dimissioni, rimane in carica. Guidata dal vicesindaco o, in caso di sua assenza o dimissioni, dall’assessore più anziano. 

A quel punto è stato chiesto al presidente Walcher se corrispondevano al vero le indiscrezioni che davano dimissionario anche il vicesindaco Klaus Ladinser. Dopo aver detto di no (“al momento abbiamo solo le dimissioni del sindaco”) Walcher ha quindi chiesto lumi a Travaglia anche in merito all’ordine dei lavori. Al che il segretario comunale ha dichiarato che le mozioni di sfiducia, essendo nei confronti sia di sindaco che giunta, non avrebbero potuto essere trattate essendosi il sindaco già dimesso. Dopo di che Walcher ha dato seguito ad una richiesta da parte dell’aula di convocare una conferenza dei capigruppo per decidere il da farsi. 

Nella capigruppo all’ordine del giorno è stato il confronto acceso nell’opposizione tra coloro che volevano promuovere le dimissioni immediate di tutto il consiglio per accelerare al massimo la dissoluzione della legislatura ed invece l’altolà di chi riteneva - ecosociali in primis - che la spina al consiglio dovesse essere staccata il più tardi possibile per consentire all’organo eletto dai cittadini di dire ancora una volta la sua rispetto all’autostrada pro Benko aperta dal decreto di riapertura della conferenza di servizi firmato da Spagnolli prima di fare le valige. 

Il risultato surreale di tutto ciò è stata la decisione, comunicata dal presidente Walcher, che il consiglio comunale tornerà a riunirsi il prossimo 1 ottobre, ma non per parlare della situazione creatasi bensì del futuro dell’inceneritore. Dei destini della legislatura comunque morente il consiglio tornerà invece ad occuparsi una settimana dopo e cioè l’8 ottobre.

E la giunta?
Venerdì 25 settembre gli assessori torneranno a riunirsi informalmente (“non c’è stata alcuna convocazione ufficiale” ci ha detto l’assessore Gallo) e in quel frangente si dovrebbe scoprire il destino del vicesindaco Ladinser irreperibile ieri, dell’assessora Kofler Paintner e dell’assessora spagnolliana De Lorenzo. 
L’assessore Luciano Giovanelli - ieri presente in consiglio comunale e fortemente critico per la spinta ‘benkiana’ data da Spagnolli in coincidenza con le sue dimissioni - dal canto suo ha confermato le voci circolanti in merito alla volontà di dimettersi pure lui. “Prima ci sono alcune delibere urgenti da approvare” ci ha detto, guardandosi intorno un po’ spaesato. 

Tutto questo mentre nel corridoio a fianco l’assessore Gallo sceglieva l’ironia per affermare che “da qualche tempo c’è un ‘qualcosa’ che incombe, condizionando la politica della città”. E invece Guido Margheri lanciava strali giurando che "la battaglia contro Benko è tuttora in corso" e che nei giorni scorsi aveva avuto ragione lui a criticare le prese di posizione in merito all’immobilismo del comune di Bolzano espresse dal Landeshauptmann Kompatscher. “I ricorsi li sappiano fare anche noi” ha aggiunto Margheri a denti stretti, lanciandosi nella difficile e forse inutile impresa di tenere in vita col respiratore ancora un brandolo di legislatura per cercare di arginare il ciclone incombente.

Insomma: il commissario è dietro l’angolo. E sul volto la maschera è senz’altro quella di René Benko.  

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Rita Barbieri Fr., 25.09.2015 - 08:23

Appena grillini ed ecosociali sono venuti a conoscenza di quanto era avvenuto sono andati su tutte le furie. Il più duro di tutti è stato subito Guido Margheri, intento a sillabare a tutti i media presenti tutta la sua delusione nei confronti di un sindaco che come atto finale si era comportato “Come una Pitarelli qualsiasi”.

E lei signor Margheri non solo si esprime come un Margheri qualsiasi, ma lei è un Margheri qualsiasi. La finisca di offendere.
Sie müssen wirklich ein armes Würstchen sein, wenn Sie mit dem Finger auf andere zeigen und dabei persönlich werden. Armer Klassenprimus!

Fr., 25.09.2015 - 08:23 Permalink