Kultur | La battaglia

Musicisti sull'orlo di una crisi di nervi

Nei giorni scorsi sui social è andata in scena una tragicommedia che ha visto protagonisti diversi attori della scena musicale bolzanina.

Assuefazione patologica? Schizofrenia? Lamentosità cronica e compulsiva? Probabilmente c'era un po' di tutto questo all'origine della disputa 'virtuale ma non troppo' che per diversi giorni ha coinvolto  cantanti e musicisti, organizzatori di eventi, fan dei musicisti, provocatori e chi più ne ha più ne metta (anche anche qualche sparuto politico). 

Ad innescare lo scandalo è stato un post del (privato) organizzatore di concerti Vanja Zappetti che lamentava in primo luogo la concorrenza da parte di eventi musicali ad ingresso gratuito organizzati direttamente dagli enti pubblici. Secondariamente Zappetti lamentava anche la cronica assenza di un sistema che consenta di gestire il fittissimo calendario degli eventi musicali a Bolzano, evitando sovrapposizione per forza di cosa dolorose. 

In men che non si dica la presa di posizione ha suscitato un putiferio, soprattutto perché Zappetti nel suo lungo post ha fatto esplicito riferimento al cantautore Andrea Maffei e alla manifestazione Musicadop che a suo avvisto ospiterebbe sempre i soliti nomi della scena locale. Come se non bastasse a gettare benzina sul fuoco è intervenuto l’altro storico cantautore locale Oscar Ferrari a dare sostanzialmente ragione a Zappetti, mentre il giornalista freelance Jimmy Milanese assumeva il ruolo di provocatore, definendo i concerti di Maffei “un’autocelebrazione noiosa delle istituzioni e il segno di una cultura di regime”. 

Mentre una gragnola di commenti faceva da corollario al post originario di Zappetti, Maffei replicava sulla sua bacheca Facebook chiamando a raccolta i fan e denunciando la pretestuosità dell’attacco. Ed ecco altre centinaia di commenti, la maggior parte di sostegno incondizionato a prescindere dalle questioni (serie) sollevate in origine da Zappetti. 

Ebbene: com’è nella natura di Facebook in queste ultime ore la disputa si sta smorzando, anche se gli scontri per iscritto sono stati in grado di raggiungere livelli molto accesi se è vero che Oscar Ferrari ha successivamente divulgato il seguente post. 

"Un noto e stimato cantautore bolzanino mi ha promesso una gragnuola di cartoni al nostro prossimo incontro. Cercherò di evitare i posti che frequenta e che conosco anch'io, mica sono la Seab."

Dal canto suo anche Vanja Zappetti con un post molto stringato ha cercato di ricondurre la discussione al suo nucleo originario. 

"La contemporanea invocazione ad una maggiore paga per i musicisti e giustificazione dei concerti gratuiti, non porta al premio Nobel per l'economia."

Una cosa è certa: a Bolzano i problemi relativi all’organizzazione di concerti dal vivo (di musica non classica) da tempo sono irrisolti e provocano una insoddisfazione diffusa che è stata ben riassunta da molti tra gli interventi più sensati comparsi nel dibattito su Facebook. 

Zappetti ha precisato che a suo avviso gli eventi musicali gratuiti non dovrebbero comunque riguardare grandi nomi (sia locali che non) e ’location comode’, sempre che non siano legati ad iniziative di beneficenza. Evidenziando però in questo modo una contraddizione: non sarebbero appunto i concerti di beneficenza quelli da proporre con un biglietto di ingresso anche di importo consistente per raccogliere fondi?
In merito all’assenza di un calendario generale degli eventi programmati che possa aiutare soprattutto gli organizzatori che investono di tasca propria, Manny Pardeller di cultura.bz.it ha ricordato che il portale offre un servizio in questo senso ma risulta al momento sottoutilizzato (e che forse andrebbe anche tecnicamente migliorato). Mentre Zappetti ha precisato che comunque spesso il problema sta nel fatto che comunque “c’è tutto un settore che il calendario non lo guarderebbe nemmeno”. 
Il discorso si è spostato poi sull’atteggiamento discutibile spesso manifestato dal pubblico bolzanino. Il problema è stato sintetizzato in maniera molto efficace da Fabio Gobbato, già direttore del portale culturale online franzmagazine.com

 

“Spesso i concerti di maggior valore vanno deserti perché magari non si presenta tra il pubblico nessun musicista di quelli che si lamentano per la mancanza di spazi per i concerti e nessuno di quelli che poi vanno in giro tutto l’anno a dire che a Bolzano non c’è mai nulla”

Da che la sollecitazione a Vanja Zappetti (che contestualmente ha annunciato di volere ormai abbandonare l’attività di organizzatore di concerti) a fondare invece un’associazione e chiedere contributi pubblici. 

Evidentemente si tratta di un serpente che si morde la coda. In una provincia in cui nessuno organizza nulla se prima non mette in piedi un’associazione e ottiene contributi pubblici, gli spazi per chi sceglie di muoversi privatamente seguendo i meccanismi del mercato sono destinati ad esaurirsi completamente. Magari operando un cortocircuito sulla scia del principio che (come sostengono ancora  gli idealisti di cui qualcuno ha fatto capolino nel dibattito) “la cultura non è merce”. 
E intanto i musicisti locali si dividono in una classica battaglia tra poveri. Come quella ad esempio contrappone coloro che pur di suonare sono disposti a farlo anche gratis e coloro che, invece, “io per meno di 100 euro a serata non suono”.
 
Sullo sfondo, ma neanche tanto, stanno la politica e i funzionari pubblici. Che negli ultimi tempi hanno brillato per la loro assenza nel merito. 
Per anni con lo scopo di creare un pubblico sono stati promossi eventi ad ingresso libero, ottenendo risultati positivi però solo nelle dimensioni più ‘popolari’ della cultura e dello spettacolo. Quelle, insomma, dove lo sforzo di promozione e di educazione del pubblico era minore. Il problema è che la transizione dal quella fase non è stata curata ed è stata lasciata a sé stessa. Lasciando spazio, potremmo dire, alla pigrizia del benessere, visto che il pubblico bolzanino oggi come oggi spesso di fronte ad un’offerta ipertrofica e non coordinata, preferisce restare a casa. A guardare la tv oppure paradossalmente - come abbiamo appurato in questi giorni - a litigare su Facebook.

Per quanto riguarda la politica, naturalmente è meglio non sparare sulla croce rossa. Le poltrona dell’assessorato comunale alla cultura è vuota dallo scorso maggio ed è destinata a restare tale per un anno almeno. A qualche maligno potrebbe addirittura venire da dire che è meglio così, ma non è vero. Così come è vero invece che in Provincia gli interlocutori per discutere della situazione creatasi in merito alla vita della musica dal vivo nel capoluogo ci sono eccome. E vanno senz’altro interpellati a stretto giro. 

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Max Carbone Mo., 05.10.2015 - 10:12

Va ringraziato Vanja. Lui resta border line rispetto al mainstream (grossi eventi, grossi soldi, grossi nomi, grossi vuoti mentali). Il tema esiste, eccome. Ma starei lontano mille miglia dal "contributo pubblico", che ha semmai la caratteristica di fiaccare idee e energie nel giro di poche stagioni. Forse anche il popolo musicista locale ha delle responsabilità. La scena va alimentata di idee e progetti, tentando offerte nuove e aprendo scenari inediti. Spesso invece nelle cucine dei gruppi si gira sempre la stessa zuppa stantia, chi potrebbe ancora ingollarla? Ma questa cosa la discutevo con il buon Gualtirolo su un settimanale locale (di lingua tedesca, ovviamente) almeno venti anni fa. Tutto qui e grande simpatia per tutti, va.

Mo., 05.10.2015 - 10:12 Permalink