Gesellschaft | Sicurezza

Non spegnere il faro del Museion

Il libero accesso alla rete deve essere garantito svincolandolo dai problemi di sicurezza che non verrebbero comunque risolti mediante una sua soppressione generalizzata.

La notizia di un oscuramento – il termine tecnico usato è “abbassamento” - del servizio Wi-Fi nelle immediate vicinanze del Museion ha sollevato due atteggiamenti opposti. Da un lato c'è chi ha gioito, condendo il gaudio con espressioni razziste, ritenendolo un provvedimento utile a scacciare i numerosi migranti che si riunivano in quei paraggi per collegarsi gratuitamente alla rete con i propri cellulari; dall'altro si sono levate le voci di quanti vi hanno invece scorto un'azione inutilmente repressiva (e discriminante), soprattutto in relazione alla positiva esperienza di “accoglienza” sostenuta più volte dalla stessa direzione dell'istituzione museale.

Arginando i flutti della polemica, è opportuno chiarire i punti critici e verificare (come sarebbe auspicabile) la possibilità di tornare a erogare a breve scadenza un servizio che, come detto, fino a poco tempo fa aveva esibito più pregi che difetti. Un comunicato emesso nel pomeriggio, che sottolinea il carattere “provvisorio” del provvedimento, ci rincuora in tal senso.

Dunque, in base a quali preoccupazioni è stata tolta, a chi ne faceva uso gratuito, la connessione? Letizia Ragaglia ha lamentato la presenza di “homeless” e di “ubriachi in cerca di un luogo caldo” che avrebbero reso impraticabile e persino pericoloso per il personale di sorveglianza il Passage del museo. Da questa ricostruzione è chiaro che le prime “vittime” di tale situazione sono proprio i migranti o i rifugiati, ai quali viene infatti adesso preclusa la facoltà di connettersi liberamente a internet “per colpa di altri”. Sarebbe stato meglio certamente intervenire sui “disturbatori” in modo da evitare generalizzazioni inopportune, magari nel contesto di una più ampia azione di ricovero di chi si è trovato e si trova a dormire senza un tetto, ed è palese che una maggiore collaborazione delle forze dell'ordine – causa il periodo natalizio e la necessità di presidiare altri luoghi sensibili – qui è venuta purtroppo a mancare.

Il rimedio nasce con tutta evidenza dalla distinzione appena formulata. Occorre, in altre parole, mantenere un livello di controllo efficiente senza diminuire gli spazi di libertà e di accesso alla rete utili, peraltro, non solo ai “migranti”, ma anche agli altri cittadini. Una via potrebbe ovviamente essere quella di estendere e/o pubblicizzare in modo adeguato gli altri spazi presenti in altri punti della città, limitando con ciò spontaneamente il concentramento degli utenti in isole ristrette. In ogni caso va riaffermato un principio universale: la sicurezza non equivale quasi mai a una mera e semplice restrizione. Un “faro culturale” come il Museion, insomma, deve poter esercitare la propria funzione di evidenziatore dei problemi sociali, anche quelli che rischiano di coinvolgerlo direttamente. Cerchiamo quindi di rafforzare tale funzione, venendo incontro alle problematiche sollevate in modo da risolverle e rifiutando con decisione il metodo del loro oscuramento.