Politik | Neofascismo

Se a Bolzano rinasce il patto d'acciaio

Esponenti dell'estrema destra italiana e tedesca sfilano lanciando slogan xenofobi e invitando i cittadini a fare “fronte comune” per difendersi dall'“ondata migratoria”.

In un caldo pomeriggio di primavera la città di Bolzano ha visto rinascere la parodia del famoso patto d'acciaio tra l'Italia e la Germania. Mutatis mutandis, ovviamente, ma un po' di quella nefasta atmosfera anni Trenta e persino alcuni slogan di agghiacciante memoria si sono sentiti sul serio. Protagonisti i neofascisti di Forza Nuova, presente il loro leader Roberto Fiore, e l'esponente di punta del partito neonazista germanico NPD, Uwe Meenen, del quale gli archivi giornalistici riportano a suo carico una condanna per incitamento all'odio razziale avvenuta nel 2012. Impassibile o quasi la città, che ha seguito in modo distratto la sfilata di bandiere e l'emissione di parole d'ordine (“Droga, violenza, prostituzione: questa è la vostra immigrazione!”) che, talmente onnipresenti nel cosiddetto “dibattito politico”, non vengono ormai neppure più attribuite a un pensiero propriamente “di destra” e sono così diventate “patrimonio comune”.

Riassumere il contenuto della manifestazione – che si è snodata per le vie del centro a partire dal perfetto teatro naturale di Piazza Vittoria (a nessuno dei suoi partecipanti è venuto in mente di visitare il museo del monumento che li avrebbe storicizzati) fino a raggiungere “Piazza del degrado”, là dove dovrebbe sorgere il monumento alla riqualificazione di René Benko – è piuttosto semplice. I camerati italo-tedeschi, in tutto poco più di un centinaio, hanno gridato tutta la loro avversione nei confronti dell'immigrazione, apportatrice di Überfremdung, e incitato i cittadini a scendere in piazza contro i loro governi, responsabili di favorire la nascita di centri di raccolta (“No tendopoli!”, “Il Brennero non deve diventare come Calais!”) per “falsi profughi” alle frontiere. Frontiere, beninteso, da ripristinare sia all'interno del Continente (“Stop Schengen!”) e, soprattutto, da sigillare attorno al Mediterraneo. “Vogliamo conservare l'Europa che ci hanno consegnato i nostri antenati!”, e non era arduo immaginarsi a quali di questi antenati si riferissero.

Ma ecco le considerazioni finali dei due leader, che hanno marciato sempre davanti al corteo e poi suggellato, a due passi dalla stazione ferroviaria, l'abbozzo di questa “intesa per la nuova Europa” non lontanissima dai sogni di Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop. Fiore: “In questo momento è in atto una vera e propria invasione programmata. Sono stato di recente in Siria, e là ho potuto capire che i nostri governi mentono su tutta la linea. Solo il 5% degli immigrati che noi chiamiamo profughi proviene da quelle zone. Il resto è mandato qui dalla Turchia e dagli Stati dell'Africa settentrionale, dove mafie, scafisti e terroristi hanno da tempo pianificato quello che sta accadendo: un attacco programmato ai nostri valori di civiltà, un attacco alla cristianità. Forza Nuova intende svolgere il ruolo che lo Stato non è più in grado di garantire. Là dove siamo presenti noi, sulle strade, nelle piazze, la criminalità scompare. Se oggi siamo qui a stringere un'alleanza con la NPD è perché sappiamo riconoscere la priorità: dobbiamo fare fronte comune”. Meenen (il quale ha parlato in tedesco, quindi quasi nessuno dei camerati italiani, compreso Fiore, l'ha potuto capire) ha poi ribadito: “Alcuni giornalisti evidentemente rappresentanti della stampa mendace (Luegenpresse) mi hanno chiesto cosa pensassi della frontiera del Brennero e del vecchio contrasto tra tedeschi e italiani. Io conosco la storia del Sudtirolo, ma dico che adesso non dobbiamo parlare di questo. Oggi il nemico politico dei popoli europei è a Berlino e si chiama Angela Merkel. Lei, nell'ultimo anno, ha fatto entrare in Germania un milione e mezzo di persone. Ma la Germania non è l'ufficio dei servizi sociali. Tutti i popoli europei devono unirsi per fermare questa invasione, dobbiamo fare come l'Ungheria. I problemi sono cominciati quando Saddam Hussein e Gheddafi sono stati destituiti senza che si pensasse a una strategia per il controllo di quei territori. Al confronto con i governanti di adesso quei dittatori erano un faro di civiltà. Noi dobbiamo tornare a proteggere le frontiere esterne dell'Europa. Dobbiamo difendere il Mare Nostrum, difendere il nostro sangue, difendere il nostro suolo”.

Fa caldo sotto gli alberi del viale della stazione, eppure vengono i brividi.