Wirtschaft | Il fronte del "no"

“Non chiamateci perdenti”

Progetto Benko: il comitato Città Nostra-Unsere Stadt snocciola una serie di punti da sottoporre al prossimo consiglio comunale. "Non molliamo".

Sono propositivi e non ci stanno a parlare di sconfitta i fautori del no al progetto Benko, il giorno dopo il via libera all’operazione Kaufhaus decretato dalla consultazione popolare appena conclusa. Si insiste sulla disparità dei mezzi e sul martellante fragore propagandistico che ha inevitabilmente premiato il fronte del sì (che ha conquistato il 64% contro il 36% dei contrari), eppure si guarda avanti, forse con un pizzico di autoindulgenza. “Siamo entrati in contatto con i cittadini - commenta l’architetto Margot Wittig del comitato Città Nostra-Unsere Stadt -, anche con quelli che hanno vissuto esperienze simili in altre parti d’Europa e che ci hanno consigliato di continuare a darci da fare, ed è quello che faremo”.

Alfred Frei guarda il lato positivo: sono state 20mila le persone che nel corso di due anni si sono recate allo Showroom di Benko, mille al giorno quelle che hanno “bussato” alla porta dell’infopoint di via Goethe per chiedere delucidazioni sul progetto. “Comunque un grosso recupero”, sottolinea Frei che aggiunge: “a Bolzano tutta l’area di centrodestra e il Pd si sono schierati con Benko, ma dai risultati dell’affluenza alle urne emerge che c’è una maggioranza silenziosa che si pronuncerà solo durante le prossime elezioni comunali, e allora si vedrà quanto tutto questo tumulto sul progetto del magnate austriaco influenzerà il voto, perché il rischio di un secondo commissariamento c’è, non possiamo negarlo”. Il 20 aprile, intanto, si saprà qualcosa dal Tar in merito ai ricorsi pendenti, “il secondo sub-commissario Helmuth Moroder ha detto che la conferenza dei servizi ha lavorato talmente bene che non sarà necessario l’intervento della magistratura, staremo a vedere”, afferma l’esponente di Città Nostra.


Nel frattempo il comitato si rimbocca le maniche, tocca quindi all’architetto Christoph Mayr Fingerle squadernare le prossime misure da intraprendere. Si domanda nuovamente di stabilire “quanto grande può essere un centro commerciale in rapporto a una città di 100mila abitanti come Bolzano”. La nuova giunta che si insedierà dovrà, secondo il comitato, provvedere ad effettuare nuove analisi di costi e superficie, con esperti che si occupino del progetto “in relazione alla comunità” e a fornire, inoltre, una nuova visione sullo sviluppo della città. “Chiediamo un laboratorio urbano che faccia da mediatore fra la politica e i cittadini nell’ottica di una urbanistica partecipata - prosegue Mayr Fingerle -, l’articolo 55 quinquies deve poi essere assolutamente cancellato perché crea di fatto un conflitto di interessi”. Non deve infine mancare, rispetto a un investimento così ingente - conclude l’architetto -, la garanzia di un equilibrio nei quartieri, in modo che non venga concentrato un unico polo di attrazione in centro città.

“Non parliamo di battaglie, stiamo già lavorando con i consigli di quartiere per mettere insieme piccoli progetti di miglioramento degli spazi pubblici, che permettano un’interazione maggiore e creino più sicurezza, stileremo un memorandum che faremo avere al prossimo consiglio comunale”, interviene Wittig.
La sferzata finale arriva dagli alfieri di Iniziativa per più democrazia: “La consultazione popolare è stata fin dall'inizio collegata al concetto di democrazia diretta - niente di più sbagliato - attacca Erwin Demichiel - c’è stato al contrario un plebiscito calato dall’alto supportato da nessuna regola. Lo stesso commissario Penta ci ha risposto che non era suo compito garantire la contro-informazione, inaudito”.