Politik | Scenari

La SVP vuole eliminare i ballottaggi

Già partita l’offensiva per creare ‘condizioni più favorevoli’ ad una possibile futura vittoria nel capoluogo. Evitando magari incidenti come quello di Rösch a Merano.

Il consigliere regionale Sepp Noggler ormai non fa altro. La sua unica mission da qualche mese a questa parte è quella di continuare a mettere mano, in corso d’opera, alla legge per le elezioni nei comuni.
Il nobile scopo dichiarato è quello di rendere più efficaci i meccanismi che portano i cittadini a scegliere le loro amministrazioni municipali.
Il secondo fine, anche questo prettamente politico ma senz’altro molto più incentrato sugli interessi di partito, è quello di portare più possibile acqua al mulino della SVP. Cercando di arginare il pericolo che si ripetano ‘dolorosi incidenti’ come quello dell’elezione di Rösch a Merano e facendo magari qualche passo in più nel promuovere le condizioni per il ritorno di un ‘sindaco tedesco’ nel capoluogo

La notizia viene rilanciata oggi in apertura dal quotidiano Dolomiten, riferendo di un processo già avviato (ed in realtà mai interrotto nel passato) e del quale unici protagonisti sarebbero SVP e il PD del Trentino (che proprio nelle ultime ore alle primarie ha eletto il suo nuovo segretario Italo Gilmozzi). 
L’ennesima nuova legge elettorale in elaborazione sarebbe di fatto conseguenza diretta degli esiti del ballottaggio bolzanino del 22 maggio che, a detta di Noggler, avrebbe dimostrato in maniera chiara e inequivocabile quelli che i sono i danni del'eventuale secondo turno elettorale in vigore in Alto Adige nei comuni con più di 15mila abitanti.

“Nei grandi comuni il ballottaggio è pura tattica, costa molti soldi, non porta grandi risultati e la gente resta a casa”

Insomma: per la SVP i ballottaggi sono cari, portano pochi vantaggi e devono dunque essere aboliti.
Non solo: la Stella Alpina si dice convinta che l’abolizione del secondo turno sarebbe un argine all’astensionismo che potrebbe essere combattuto anche con l’introduzione del voto per posta.
Una posizione davvero curiosa questa della SVP: davvero la Stella Alpina è convinta che i bolzanini che non hanno fatto 300 metri per raggiungere il seggio vedrebbero invece rinascere la loro motivazione potendo votare per corrispondenza

I consigliere regionale Josef Noggler, intervistato da Dolomiten, non entra nel merito ma spiega che - semplicemente - senza ballottaggio “i partiti dovranno mettersi d’accordo prima”. 
Dolomiten non manca di rimarcare il fatto che la SVP coglierebbe l’occasione per ritoccare ulteriormente la ‘soglia che lo scorso 8 maggio è riuscita ad estromettere dal consiglio comunale ben 8 partiti su 18. L’idea è quella di passare per i partiti ‘non in coalizionedal 3 a, 3,5%. Si tratta di una modifica minima che, per dire, lo scorso 8 maggio non avrebbe avuto esiti significativi. Ma visto che c’è, la SVP fa un ulteriore passettino in avanti… 

Questi sarebbero i desiderata contenuti nella proposta di modifica della legge elettorale, che la SVP starebbe portando avanti ‘per conto la maggioranza’. 
Solo che nell’articolo su Dolomiten della maggioranza ad essere citato è appunto il solo PD del Trentino. Il PD altoatesino sta a guardare? Non si sa. Quello che si sa invece è che il PD (trentino) avrebbe puntato i piedi in tema di quote rosa, volendo introdurre l’obbligo che l’eventuale seconda preferenza sulla scheda elettorale sia di genere diverso rispetto alla prima. Proposta in merito alla quale la SVP ha già detto di no. Infatti Josef Noggler in merito si affretta a rassicurare: “da noi non va, in Sudtirolo la regola sarà diversa”. 

Insomma: in comune a Bolzano il sindaco Renzo Caramaschi naviga ancora in alto mare, i giorni passano e intanto c’è già chi guarda avanti. Chi pensava che la SVP fosse in grado di due fronti dovrà ricredersi. I fronti sono ancora di più ed il gioco è spregiudicato come non mai.

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Alessandro Stenico Mo., 30.05.2016 - 13:58

Concordo specialmente per quel che riguarda il voto per corrispondenza, già previsto per gli elettori temporaneamente dimoranti fuori provincia per le elezioni e referendum provinciali.
Per il referendum provinciale di quest’anno, sono stati solamente 368 in tutta la provincia quelli che hanno richiesto il voto per corrispondenza.
Se poi si volesse esportare il modello austriaco della “Briefwahl mittels Wahlkarte” oltre a che scontrarsi con la legislazione italiana che ha altri tempi e regole che impediscono in recepimento di tale modalità di voto, vorrei aggiungere che in occasione delle ultime presidenziali tale normativa ha evidenziato tutti i limiti. Il Ministro degli interni Wolfgang Sobotka ha dichiarato proprio oggi che la normativa verrà riformata.
L’erba del vicino non è sempre più verde.

Mo., 30.05.2016 - 13:58 Permalink