I cessi negati
Dai ‘cessi censurati’ a quelli invece ‘negati’. In questo periodo a Bolzano si fa un gran parlare di gabinetti, insomma. E dopo l’ampia discussione sui WC temporanei installati in piazza Stazione con un’iconografia che ha suscitato al contempo indignazione ed ironie, ora tocca infatti al tema delle toilette pubbliche permanenti.
In autunno infatti la Circoscrizione Gries San Quirino con una mozione a firma del consigliere Rudi Benedikter aveva chiesto alla giunta comunale di istallare alcune toilette pubbliche sui Prati del Talvera. Segnalando un disagio permanente in prossimità dei campi gioco per bambini ma anche per i turisti e ritenendo insufficienti servizi pubblici all’interno dei bar di Parco Petrarca e Bar Sant’Antonio. Chiudendo la loro mozione alla giunta i consiglieri di Circoscrizione avevano fatto riferimento ad una situazione di “notoria mancanza di servizi igienici pubblici”, definita senza mezzi termini “una vergogna per una città civilizzata”.
Ebbene: la decisione della giunta Comunale è giunta attraverso un promemoria lo scorso 17 ottobre, rigettando di fatto la richiesta della Circoscrizione Gries San Quirino.
La motivazione? Semplice quanto banale e pragmatica: per la giunta sarebbe invece da “incentivare l’utilizzo delle toilette dei chioschi e dei bar”.
La decisione è stata presa dalla giunta al completo, su proposta dell’Assessora Maria Laura Lorenzini. E sulla base di uno studio apposito realizzato dal direttore dell’Ufficio Tutela Ambiente e Territorio Renato Spazzini.
Nello studio si legge che Bolzano dispone di una variegata offerta di toilette ad uso pubblico “non del tutto conosciuta e migliorabile”, con “una gestione mista tra pubblico e privato che risulta economica e tutto sommato efficace”. Per l’Ufficio Tutela Ambiente e Territorio del Comune di Bolzano in particolare è positiva l’esperienza del Talvera, “dove i bar/chioschi offrono servizi curati”.
Il Comune di Bolzano dunque auspica l’allargamento della presenza nei parchi di chioschi con annessa toilette. Anche perché le alternative costerebbero molto alle casse del municipio.
Nello studio redatto da Renato Spazzini si ricorda infatti che l’ampia rete di toilette pubbliche gestite da SEAB per conto del Comune dal 2001 al 2006 è stata smantellata nel 2007 per tre diverse ragioni.
Innanzitutto 1) ragioni di bilancio, ma anche causa 2) del “parziale non utilizzo (spesso erano vandalizzate e inservibili” ed infine 3) per il loro degrado (per rimetterle in sesto nel 2007 sarebbe stata necessaria una spesa di 200mila euro per manutenzione straordinaria).
Dulcis in fundo: quali sarebbero appunto oggi i costi per l’installazione di WC pubblici autopulenti nel verde pubblico?
Si tratta di una spesa non indifferente: la realizzazione di ogni WC costerebbe 70mila euro ai quali andrebbero aggiunti 8mila euro annui in costi di gestione definiti dal Comune “certi ed inevitabili”.
L’Ufficio Tutela Ambiente e Territorio ribadisce anche che normalmente gli “utenti dei nostri parchi” faticano ad utilizzare queste strutture “per una certa ritrosia” a causa appunto della “concorrenza operata dai bar di prossimità”.
In definitiva: non solo per quanto riguarda la ‘grande urbanistica’ ma anche per i ‘servizi’ intesi in senso igienico a farsi strada è sempre più l’esigenza da parte del ‘pubblico’ di farsi sostenere dal ‘privato’. Combinando l’interesse comune con investimenti e costi di gestione che nel limite del possibile vengono appunto demandati all’iniziativa commerciale dei singoli cittadini.
Naturalmente finché c’è. E finché dura.
..e tutti quelli che vanno a
..e tutti quelli che vanno a correre sul talvera continueranno a sporcare il fiume...bella m***!
Antwort auf ..e tutti quelli che vanno a von Anna In der Ebene
Ja genau. Wer nur mal klein
Ja genau. Wer nur mal klein muss rennt sicher nicht in die Bar (oder zu Kiosken), insbesondere Kinder nicht. Das es kein Mittelmaß zwischen 70.000 € + 8.000 € jährlich und wildem Ausscheiden gibt, ist wirklich kakke...