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“Siamo da capo”

La cittadina dei Piani di Bolzano Alessandra Righetti descrive la nuova emergenza prostituzione scoppiata nei giorni scorsi a Bolzano.
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Foto: web

salto.bz : Com’è la situazione ai Piani? Nel 2015 era arrivato il vostro primo allarme, ribadito poi nel 2016. Non è cambiato nulla?
Alessandra Righetti - Mah, per il momento stiamo cercando di capire com’è la davvero situazione. 

Il sindaco Caramaschi ha già promesso che terrà alta l’attenzione e che i vigili urbani stanno già riempiendo di multe gli automobilisti che si fermano nella zona residenziale considerata off limits…
In realtà non è così. E in questa fase le prostitute si stanno già spartendo il territorio. Sono infatti appena arrivate delle straniere bianche e presto ci sarà sicuramente un po’ di ‘maretta’. 

Quanti giorni sono trascorsi da quando si è manifestata di nuovo la ‘crisi’ nel vostro rione?
Pochi giorni in realtà, più o meno a partire dallo scorso fine settimana. Il problema è che le prostitute di colore occupano lo spazio che va dal tabacchino di via Gamper alla rotonda dei Magazzini Generali e non danno spazio a quelle bianche, che quindi sono costrette a mettersi proprio dove c’è il divieto di fermata vicino al palazzo provinciale. 

Insomma: si contendono il territorio. 
E iniziano le liti, sì. 

E’ vero che i clienti vengono soprattutto dalle valli?
Sì, è proprio così. Si vedono anche i vecchietti con i cappelli di feltro.  

Ma le multe per il divieto di sosta non sono un deterrente sufficiente?
No. E a dire il vero io non ho mai visto multare nessuno. 

I vigili non sono lì permanentemente di notte con una macchina?
No. I vigili arrivano solo quando noi cominciamo ad incavolarci, andando in strada e telefonando in Comune. Tempo fa abbiamo visto qualche pattuglia di Polizia e Finanza, che però di solito si mettono sulla rotonda dei Magazzini Generali. Però lì in teoria le prostitute possono starci. E quindi le forze dell’ordine non possono multare nessuno.

Insomma: il divieto di fermata istituito dal sindaco è poco efficace. 
Sì, e le prostitute comunque possono piazzarsi anche nei diversi spazi dove non c’è il divieto di sosta. O dove ci sono le fermate degli autobus. 

Cosa servirebbe allora?
Un divieto di adescamento nel centro abitato. Come è stato fatto in altre città. 

Ma le prostitute a Bolzano ci sono solo in via Gamper e via Macello?
No, ci sono anche in via Innsbruck, una zona tutta occupata dalle sudamericane. Le nigeriane e le africane sono invece tra la zona dei Mercati Generali e via Macello, in direzione Cineplex. Il deterrente comunque non dovrebbe essere quello di ‘spostarle un po’ più in la’, ma di trasferirle dove non ci sono abitazioni. Cioè, appunto insieme alla via Innsbruck, la zona industriale. Se si mettono in via Macello può anche andare, perché lì non abita praticamente nessuno. Ma è anche vero che se vogliamo andare al cinema diventa comunque un problema. Tra prostitute, clienti e immigrati che girano per l’areale, io mio figlio che è alto un metro e ottanta al Cineplex non lo faccio andare da solo. Non mi fido. 

Qual è il motivo per cui le prostitute oggi sono così numerose ai piani?
La questione è semplice e l’abbiamo anche spiegata al sindaco. Le prostitute autoctone per strada non ci sono più, esercitano solo in casa e saltuariamente. Quelle di una volta che erano in via Garibaldi oramai sono ‘in pensione’. Le prostitute che si trovano ai Piani vengono tutte da Verona o da Brescia. Sono pendolari: arrivano alle 21.20 con il treno ed il prossimo treno che hanno per tornare a casa è alle 5 del mattino. Quindi queste fino all’alba, volenti o nolenti, restano qui. I Piani di fatto sono l’unico posto raggiungibile a piedi e posto vicino alla stazione, un luogo che presenta anche un continuo passaggio di auto, nei due sensi, che invece è carente in centro. E quando tornano in stazione verso le 5 fanno casino, svegliandoci se siamo mai riusciti ad addormentarci. 

Le forze dell’ordine arrivano insomma solo quando vengono chiamate. Ma non c’è nessun altro che si occupa di queste ragazze?
Sì, c’è un camper di Volontarius che è presente con una certa assiduità. E meno male. 

Gli operatori di Volontarius cosa possono fare?
Vanno da loro e chiedono se hanno bisogno di preservativi o di qualche visita medica particolare. Conversano anche con loro, chiedendo da dove arrivano e la loro nazionalità. 

Insomma: offrono un po’ di supporto umano.
Non solo: se le ragazze vogliono andar via dalla strada (succede raramente) gli operatori danno anche loro l’opportunità di farlo. 

Per quale motivo non è mai stato istituito divieto di adescamento di cui parlava?
In Comune dicono che non funziona perché la prostituzione di per sé non è illegale. Hanno ragione: è illegale solo nelle case chiuse. Io non ho niente contro le prostitute, se stanno nelle regole non fanno male a nessuno. Il problema sorge quando invadono la libertà dei cittadini. A che io sappia il divieto di adescamento nei spazi abitati è stato comunque istituito a Rimini, a Verona e in varie altre città. E funziona benissimo. 
Va comunque dato atto al sindaco di Bolzano Caramaschi che si è impegnato per istituire il divieto di fermata in via Gamper. Quando lo ha fatto nel giro di una settimana le prostitute sono sparite. Però poi sono tornate. 

Il problema sta allora nel fatto che non ci sono abbastanza controlli.
Sì, ma bisogna anche essere concreti. E’ facile dire che ci vuole una pattuglia, ma va considerato il fatto che ogni notte circolano in città 6 pattuglie in croce tra carabinieri, polizia e vigili urbani. Sono pochi anche se il sindaco, bisogna riconoscerglielo, ha assunto alcuni vigili in più. Ed il sindaco è anche stato bravo ad accusare i sindaci degli altri comuni di essere costretto ad aumentare le forze dell’ordine a causa della discesa a Bolzano dei ‘loro’ clienti delle prostitute ‘nostre’.   

I famosi costi aggiuntivi del capoluogo…
E’ la verità. E il sindaco è coraggioso a dirlo. Ma le forze dell’ordine non ce la fanno più. E in Comune devono capire che noi nel nostro rione abbiamo davvero di tutto. 

“Non è questione di essere razzisti. Ma oltre alle prostitute abbiamo i ragazzi della Gorio, che hanno creato un problema al Parco Premstaller per fortuna risolto anche questo da Volontarius. E poi all’interno dell’Areale ferroviario abbandonato ci sono anche i migranti che girano per la città e poi gli spacciatori. Nell’Areale le forze dell’ordine non possono fare nulla, mentre la Polfer di notte non si muove. Lo abbiamo verificato di persona.”

Che fare allora?
A Bolzano c’è una specifica iniziativa che si occupa di prostituzione e che si chiama progetto Alba. A suo tempo con loro e con l’associazione Sicurezza e Legalità avevamo proposto un progetto che aveva lo scopo di realizzare delle penisole attrezzate in zona industriale dove spostare le prostitute. Per consentir loro di operare in un luogo dotato di servizi igienici e da dove poter chiamare aiuto in caso di aggressione. Infatti anche a questo bisogna pensare: sono persone, non animali. Spero davvero che questo progetto si possa realizzare, prima o poi. Anche se finora c’è stata in merito una chiusura totale da parte della politica. 

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Profil für Benutzer Massimo Mollica
Massimo Mollica Fr., 19.05.2017 - 10:02

Io abito in via dei Conciapelli e parcheggio la macchina in un box di via Renon ogni sera dopo la palestra. Posso confermare che nelle ultime settimane, verso le 22, vedo sempre e dico sempre girare pattuglie dei vigili che fermano prostitute. E almeno in quella via sono un efficace deterrente per i clienti. Non so dire cosa succede in altre zone e soprattutto in altri orari.
Io penso che il sindaco stia facendo quello che può fare e il suo agire è molto limitato.
Comunque non finirò mai di ringraziare l'operato di Voluntarius.
Se poi si volesse eliminare o arginare questo fenomeno l'unico metodo è usare le logiche di commercio! Visto e considerato che la voglia sessuale non la puoi bloccare in modo legale (forse si potrebbe aggiungere del bromuro nelle confezioni di latte, ma sarebbe comunque illegale) allora bisogna creare un' alternativa legale e controllata che vinca l'offerta illegale. Come si può fare? Io la soluzione ce l'ho e interessa il comune e pure la provincia. Si prende un terreno in zona industriale e si costruisce un edificio ( o se ne prende uno già costruito). Bello sarebbe utilizzare i container per la costruzione. Poi lo si da in accomodato d'uso gratuito a una cooperativa di prostitute creta ad hoc. In questa cooperativa ogni donna deve sottostare a determinate regole e agisce con una propria partita iva. Per contro ha assistenza medica,psicologica, legale e fiscale. Si avrebbe un bordello autogestito, dove non esistono papponi. Un luogo controllato e pulito. Un'alternativa valida che eliminerebbe la concorrenza illegale. Tutto questo ha un costo ma io sostengo un costo che va pagato. Questa è la mia proposta. Voi che proposta avete?

Fr., 19.05.2017 - 10:02 Permalink