Una sorridente Brigitte Foppa “incorniciata” in una stella, con accanto le immagini di Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba per completare il podio delle primarie dei Verdi. L’apertura della Tageszeitung oggi in edicola (“Der grüne Stern”) è dedicata a lei, la trionfatrice della consultazione aperta a tutti per scegliere i primi posti nella lista elettorale per le provinciali di ottobre. La consigliera comunale bolzanina ha ottenuto 707 preferenze, staccando così Heiss (565), Dello Sbarba (513) e poi Evelyn Gruber-Fischnaller, l'assessora comunale Patrizia Trincanato, l’altro consigliere comunale bolzanino Tobias Planer. Grande soddisfazione negli ambienti del partito per il numero di partecipanti alle primarie: 1.564. La notizia sulla Dolomiten è un breve taglio basso a pagina 17.

La notizia di apertura del Corriere dell’Alto Adige di oggi è invece il tanto contestato avvio del nuovo inceneritore. Entro la fine di giugno il nuovo impianto entrerà in funzione e vi si concentreranno in sostanza tutti i rifiuti prodotti in provincia, considerato che in Venosta e Pusteria verranno chiuse le piccole discariche esistenti per convogliare tutto il “combustibile” a Bolzano. Il vecchio inceneritore verrà mantenuto come impianto di riserva per qualche tempo, poi verrà smantellato con costi (anche di bonifica del terreno) ancora da valutare appieno.

La tragica cronaca dell’incidente stradale che ha tolto la vita a Stefano Fedrizzi, bolzanino di 39 anni, apre invece l’Alto Adige. Il vigile del fuoco, in sella alla sua moto, si è schiantato mortalmente contro il rimorchio di un trattore e i primi a soccorrerlo sono stati proprio i suoi colleghi.

La Dolomiten lancia una campagna antiviolenza. Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonisti un gruppo di giovani slavi che hanno massacrato di botte due altoatesini durante un party a Bolzano, il quotidiano invita tutti coloro che hanno subito un’esperienza simile a scrivere la propria storia per pubblicarla poi anonimamente. La premessa è che questi fatti siano molto più frequenti di quanto si creda, perché le vittime raramente denunciano l’accaduto a causa delle minacce degli stessi aggressori e quindi le forze dell’ordine tenderebbero a sottovalutare il fenomeno.