Gesellschaft | Sicurezza e stranieri

Chi commette un crimine non può restare

In seguito alla pressione degli ultimi fatti di cronaca, in Sudtirolo si continua a discutere su come risolvere il problema connesso alla violenza praticata da cittadini stranieri. Una delle richieste più popolari punta ad intensificare i procedimenti di espulsione.
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Foto: Privat

Per affrontare in modo deciso il problema della sicurezza, non sono pochi quelli che ritengono che agli immigrati responsabili di atti di violenza nei confronti di altre persone debba essere tolto il permesso di soggiorno. Buon ultimo il Presidente della Provincia, Luis Durwalder, il quale impegnerà su questo tema anche l'odierna riunione della Giunta. A tal proposito Salto.bz ha intervistato il Commissario capo della Questura di Bolzano, Sarah Viola Maria Gambardella, per conoscere il quadro normativo vigente.


Dott.sa Gambardella, di quali mezzi normativi dispone lo Stato per espellere cittadini stranieri che attentano alla pubblica sicurezza?
Sarah Viola Maria Gambardella: Se facciamo riferimento al testo unico sull'immigrazione, esistono due procedure distinte che riguardano la possibilità di espellere cittadini stranieri. Una di tipo amministrativo, emessa cioè dalla Questura, e una di tipo giudiziario, allorché determinate misure di espiazione possono di fatto essere poi convertite in un procedimento di espulsione.

Quindi la procedura di tipo amministrativo è quella più rapida. E concretamente quando può scattare?
Scatta quando il cittadino che viene fermato non dispone della documentazione necessaria alla permanenza sul nostro territorio; se per esempio non ha il permesso di soggiorno, oppure se risulta già colpito da un provvedimento di espulsione e quindi può essere considerato recidivo.

Ma se risulta recidivo significa che non è poi così difficile rimanere sul nostro territorio pur essendo stati colpiti da un provvedimento di espulsione.
L'accompagnamento coatto alla frontiera – che comunque è previsto dalla legge – è l'ultimo passaggio, quello più estremo. Generalmente si predilige una misura meno invasiva, cioè quella che implica un ordine di allontanamento. Dopo che allo straniero è stato notificato questo ordine, egli ha un periodo di tempo per lasciare il nostro territorio.

Di quanti giorni c'è bisogno?
Dai 7 ai 30 giorni.

E nel caso che egli sia sprovvisto di una documentazione idonea a rendere effettivamente operativo il rimpatrio?
In questo caso verrà accompagnato in un CIE (Centro di Identificazione e Espulsione) e dopo essere stato identificato scatta l'ordine di espulsione.

Facciamo un esempio relativo al recente caso dell'aggressione verificatasi all'Hotel Sheraton. Gli albanesi coinvolti saranno colpiti da un provvedimento di espulsione?
A uno degli otto ragazzi è già stato notificato un decreto di espulsione e ha 15 giorni di tempo per lasciare l'Italia. Questo è stato possibile in quanto in precedenza gli era già stato notificato il rifiuto di rinnovo del permesso di soggiorno, non aveva insomma i requisiti per rimanere.

E affinché ciò si verifichi cosa deve accadere?
La persona è obbligata a portare la documentazione di viaggio necessaria al suo rimpatrio.

Ma se non lo fa?
In quel caso, posto che venga ancora rintracciato sul nostro territorio, verrà immediatamente accompagnato alla frontiera.

Anche senza titolo di viaggio?
Beh, sì, in quel caso purtroppo il titolo di viaggio glielo deve pagare lo Stato.

 

Per approfondire

 

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Profil für Benutzer Riccardo Dello Sbarba
Riccardo Dello… Mo., 17.06.2013 - 11:55

Ottima e opportuna intervista che dimostra che:
1. La Provincia non ha nessuna competenza sulle espulsioni e i permessi di soggiorno, di cui è competente lo Stato.
2. Che Durnwalder "ponga il problama in giusta" non ha alcun significato e non cambia nulla.
3. Le leggi ci sono già, basta applicarle.
4. La legge è stata applicata puntualmente anche nel caso Sheraton, dunque tutta la campagna mediatica è stata una bufala strumentale che punta più alle elezioni che alla sicurezza dei cittadini.
5. Ogni anno, da vent'anni, all'inizio dell'estate i giornali non sanno più che scrivere e vengono riempiti di allarmi qui ed emergenze là. Più spaventano, più pensano di vendere.
Che mettano ansia e consumino la coscienza democratica - di questo non gliene frega nulla.

Mo., 17.06.2013 - 11:55 Permalink
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Profil für Benutzer Harald Knoflach
Harald Knoflach Mo., 17.06.2013 - 16:48

Antwort auf von Riccardo Dello…

1. ist das eine gute oder eine schlechte sache - aus sicht einer "autonomiepartei"?
2. es haben sich schon öfter politiker über dinge geäußert, die nicht in ihrer kompetenz liegen, von denen sie keine ahnung haben, die sie ohnehin nicht ändern können, zu denen eine stellungnahme überhaupt nichts ändert ...
3. ist das gesetz ausreichend, wenn man wiederholungstäter in einem verdachtsfall, der bereits begangenen taten ähnelt, nicht festnehmen darf und stattdessen ein betretungsverbot für einen ort verhängt und "schriftlich ermahnt"?
4. geht es bei gewalt nicht auch darum, sich mit ihren hintergründen zu befassen, anstatt sie nur gesetzlich zu sanktionieren, wenn sie passiert ist?
5. kann man ein sozialpolitisches problem als "sommerloch" bezeichnen?

http://www.salto.bz/de/article/15062013/ein-maennerproblem

Mo., 17.06.2013 - 16:48 Permalink
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Profil für Benutzer Martin Geier
Martin Geier Mo., 17.06.2013 - 18:30

Zu erstens; es hat meiner Ansicht keinen Sinn wenn die Provinz das selbst entscheidet; meiner Ansicht gehört das als bindende Richtlinie nichtmal auf Staatsebene sondern auf EU Ebene entschieden; zumal ja der Migrant mit dem Erwerb einer Aufenthaltsgenehmigung oder gar der Staatsbürgerschaft eines EU Mitglieds Rechte auch in anderen Mitgliedern erwirbt; daß nicht so etwas passiert:
http://www.spiegel.de/politik/deutschland/obdachlos-italien-schickte-fl…
Auch wenn das nicht ideal war so funktioniert es auf EU Ebene immer besser; wir brauchen EU weit eine einheitliche Regelung für Ausweisung und Aufenthaltsgenehmigung. Das Thema eignet sich nicht für Südtiroler Autonomie vs Sezession Grabenkämpfe; Autonomie heißt auch die sinnvollen Dinge vor Ort zu entscheiden; für anderes wie das hier braucht es die Staaten und vor allem die EU.
Zu 2; einverstanden; aber in keinem Land wie Südtirol wird so sehr über Dinge diskutiert für was das Land keine Kompetenz hat.
Zu 3; einverstanden; hier ist der Gesetzgeber gefragt; den Sicherheitskräften sind oft die Hände gebunden; zu 4 und 5 ebenfalls einverstanden. Das Thema ist kein Sommerlochthema und auch wenn mir nicht alle Modi gefallen so ist die Diskussion darüber längst überfällig; und Nein; es ist noch kein Wahlkampfthema und man sollte das Thema auch nicht den Rechtsparteien überlassen.

Mo., 17.06.2013 - 18:30 Permalink
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Profil für Benutzer Harald Knoflach
Harald Knoflach Mo., 17.06.2013 - 18:53

Antwort auf von Martin Geier

zu erstens:
stimme dir voll und ganz zu. das ist nicht sache der staaten sondern der eu. wenn sich jemand in einem eu-land rechtmäßig aufhält, kann er sich im gesamten schengenraum bewegen. das problem ist, dass viel zu viele eu-regelungen von den staaten (oft mehr schlecht als recht) umgesetzt werden, da die eu nicht die notwendigen institutionen zur durchsetzung von recht hat.

Mo., 17.06.2013 - 18:53 Permalink