"Da soli si perde"
“Dal punto di vista del Patt i rapporti con l’Alto Adige e l’Svp non cambiano. È chiaro che il Sudtirolo a Roma rischia di vedersi come unico rappresentante dell’autonomia regionale, ma questo sarebbe più negativo che positivo. Noi abbiamo sempre lavorato per l’allargare il dialogo con gli altri territori vicini, affinché il Trentino Alto Adige non sia una mosca bianca”. Prova a mettere qualche punto fermo e a districarsi per una ripartenza, dopo la sconfitta elettorale, Lorenzo Ossanna, vicepresidente del consiglio regionale ed esponente delle Stelle alpine trentine (vicino a Franco Panizza e Ugo Rossi).
Per il centrosinistra autonomista trentino l’irrilevanza politica nel nuovo Parlamento è più che un rischio concreto, così come la possibilità che l’Svp si smarchi verso nuovi interlocutori (Lega, oppure 5 stelle?). “Mollando” a Trento Pd, Patt e i popolari di Civica per Lorenzin-Upt ancora sotto choc per il risultato del 4 marzo. Per questi ultimi il quadro locale è complicato dal fatto che gli elettori trentini, uniformandosi al vento nazionale, sembrano aver decretato la fine di un modello di offerta politica e di governo. Le valli (e in parte le città) hanno votato in massa per il Carroccio, che a sua volta ora rilancia il centrodestra, per il coronamento del sogno: spodestare finalmente la coalizione che ha governato la provincia per vent’anni. Maurizio Fugatti (ne hanno scritto il Corriere del Trentino e IlDolomiti.it) infatti ha già lanciato la carica ai suoi e si è prenotato la presidenza, sulla quale concorda Michaela Biancofiore di Forza Italia.
Da vedere quindi come cambiano gli equilibri nel consiglio regionale, che Volkspartei e destra tedesca abolirebbero volentieri, e tra le due Province. “Abbiamo sempre collaborato tra Trento e Bolzano come partiti e come Province e questa intesa deve rimanere immutata” chiarisce Ossanna. “A Roma noi siamo rappresentati da Emanuela Rossini, eletta nella lista proporzionale Svp-Patt (e unica parlamentare del centrosinistra trentino, ndr). Il Gruppo per le autonomie è garantito al Senato e da quanto si capisce Gianclaudio Bressa resterà”. Alla Camera si dovrà vedere. Difficile, per Ossanna, che l’alleanza si estenda ai parlamentari locali del centrodestra, di Lega e Forza Italia. “Con tutta probabilità rimarranno nel gruppo nazionale”.
Il vicepresidente del consiglio regionale torna sulla Volkspartei: “La collaborazione è comunque un argomento che ci deve far sedere e parlare. Dobbiamo trovare motivazioni per questo voto, che è stato in larga parte nazionale e che non modifica il nostro rapporto con il Sudtirolo, visto che non è stata una campagna su interessi regionali ma su fenomeni che si risolvono a Roma, come l’immigrazione e la sicurezza”.
Il Trentino tuttavia si è uniformato al resto del Nord Italia ed è la Lega che si è fatta interprete di un’estensione dell’autonomia agli altri territori dell’arco alpino e a Lombardia e Veneto. “Dal federalismo, che non ha funzionato – nota –, il Carroccio si è spostato ad offrire una gestione basata sul modello trentino e altoatesino. Questo dimostra l’attrattività della nostra autonomia per Veneto e Lombardia”.
Guardando alle provinciali di ottobre, per Ossanna la ricandidatura di Ugo Rossi non è in discussione. “Il dati parlano chiaro, ci sono partiti che hanno avuto una riduzione dei consensi mentre il Patt a tutte le ultime nazionali ha mantenuto i suoi 15.000 voti, circa il 5%. La Civica per Lorenzin, erede di Scelta civica (con Lorenzo Dellai, ndr) è passata da 60.000 a 6.000 preferenze, il Pd da 72.000 a 48.000”.
Insomma, ancora una volta sarà un braccio di ferro tra alleati che finirà a ridosso della presentazione delle liste. È andata così per le nazionali e gli elettori hanno falciato tutti i candidati del centrosinistra. Proprio quello che sperano si ripeta gli esponenti del centrodestra, che ora cercano di saldare la coalizione dei partiti nazionali con le liste civiche.
"Noi abbiamo sempre lavorato
"Noi abbiamo sempre lavorato per l’allargare il dialogo con gli altri territori vicini, affinché il Trentino Alto Adige non sia una mosca bianca" ... ne è proprio sicuro? A me sembra che aldilà di generiche prese di posizione sull'opportunità di esportare il modello autonomista, qualche pacca sulla spalla e molte chiacchiere, alla prova dei fatti, dal PATT ci siano state solo porte chiuse e arroccamenti. Chiusura verso i comuni referendari del bellunese, abbandono di qualsiasi forma di dialogo con i movimenti autonomisti degli altri territori alpini, sostegno incondizionato alla vergognosa riforma centralistica della Costituzione proposta da Renzi... tutto 'sto lavoro francamente non l'ho visto...