Politik | Moralità e politica

La contesa sui fondi

Maurizio Vezzali difende la sua posizione e rivendica il pieno diritto a gestire autonomamente i contributi previsti per le spese dei gruppi consiliari. Mauro Minniti parla però di scarsa “moralità politica”.
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Foto: Salto.bz

Un recente articolo pubblicato da salto.bz ha aperto una discussione molto accesa. Nel pezzo si faceva riferimento a una critica, rivolta da alcuni esponenti del Pdl (ora Forza Italia) al presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Vezzali, fino a poco più di un mese fa anch’esso membro del Pdl, ma in seguito a un dissidio con la coordinatrice regionale del partito, Michaela Biancofiore, fuoriuscitone per poi aderire al movimento politico guidato da Alessandro Urzì (Alto Adige nel Cuore). Questo l’argomento che cercava di sintetizzare la critica: Maurizio Vezzali, non avendo ancora comunicato lo scioglimento del gruppo consiliare facente riferimento al Pdl, ma essendone di fatto fuoriuscito, continuerebbe a percepire dei contributi in realtà previsti per una formazione politica della quale non fa più parte.

La replica di Vezzali, espressa a più riprese anche con alcuni interventi pubblicati sulla sua pagina facebook, cerca di smontare la critica richiamando e precisando la distinzione formale tra “gruppo consiliare” e “partito politico”. I gruppi consiliari – così Vezzali – usufruiscono di fondi esclusivamente destinati all’attività del gruppo, non del partito. Fondi – sostiene sempre Vezzali – che hanno dato luogo a spese tutte scrupolosamente documentate e prive di qualsiasi ombra. Essendo insomma soggetti giuridici diversi e distinti dai partiti, in assenza di accordi precisi, o in mancanza di una consuetudine che lo permetta, nessun membro del partito potrebbe sindacare sull’uso di quei fondi, che dunque restano di esclusiva pertinenza del gruppo consiliare. Inoltre, nessuno, esterno al gruppo consiliare, sarebbe in grado di richiederne lo scioglimento, anche se in effetti quel gruppo continua ad essere identificato con un nome non più attuale.

Ineccepibile dal lato formale, il comportamento di Vezzali è stato però messo in dubbio dal punto di vista della “moralità politica”. L’ha fatto Mauro Minniti (La Destra), autore di un duro comunicato stampa: “Non è comprensibile la scelta del presidente del Consiglio provinciale Maurizio Vezzali (ex Pdl) di continuare a fare gruppo consiliare autonomo piuttosto che confluire in quello di Urzì, con il quale ha annunciato di voler candidare alle elezioni di ottobre sotto le insegne de l'Alto Adige nel Cuore. Un fatto questo che fa spendere alle casse pubbliche, ovvero alla popolazione, 1500 euro in più al mese, ovvero più dello stipendio di un operaio. Tanto infatti ammonta il costo maggiore prodotto dall'esistenza dei due gruppi politici piuttosto che di uno singolo”.

Per Vezzali anche le parole di Minniti rappresentano solo “fanghiglia” gettata sulla sua persona. Salto.bz darà volentieri spazio a una sua ulteriore replica chiarificatrice.