Premetto, per costruire il titolo ho consultato mio figlio maggiore, che fa la quarta superiore al Liceo Classico ed è più fresco di studi di me (a proposito, venerdì scorso era la “Notte del Classico”, spero che queste iniziative servano a qualcosa e che il prossimo anno scolastico aumentino gli iscritti). Mio figlio, dicevo, mi ha aiutato a formulare l'esortazione che, tradotta, costituisce anche un panegirico della trasgressione. Ma qui devo risalire ad un antefatto. Durante le vacanze di Natale, vedendolo ciondolante tra un videogioco al pc e una sequela di attività non precisate sul telefonino, lo avevo un po' investito con una mia tirata contro il disimpegno della sua generazione. Non contestate mai nulla, gli avevo detto, non opponete niente di significativo all'andazzo generale, siete dei consumisti perfetti, perfettamente levigati dal modello di produzione imperante, e l'unica cosa che vi preoccupa è quella di inserirvi, per giunta con la dovuta calma, nell'ingranaggio. Però l'ingranaggio, concludevo, voi manco lo vedete, manco sapete com'è fatto, di cosa si nutre, cosa e come espelle, soprattutto, e mi ricordate la storiella del pesce anziano e dei due pesci giovani, avevo poi aggiunto infilandoci dentro anche questo, che racconta David Foster Wallace: There are these two young fish swimming along, and they happen to meet an older fish swimming the other way, who nods at them and says, “Morning, boys, how's the water?” And the two young fish swim on for a bit, and then eventually one of them looks over at the other and goes, “What the hell is water?”. Insomma, quando la vedranno l'acqua, ma soprattutto quando avranno voglia di cambiarla, quest'acqua, i nostri ragazzi? Ecco, ci vorrebbe un po' più di trasgressione, ho pensato. Ma subito mi sono anche chiesto: cosa significa oggi “trasgredire”? Un tizio come Sfera Ebbasta, per dire, è trasgressivo? Magari lo possono trovare trasgressivo giusto i due senatori di Forza Italia che hanno presentato contro di lui un esposto alla Procura di Pescara accusandolo di istigare all'uso di sostanze stupefacenti. Pensate un po' a cosa siamo rimasti. Trasgressiva la droga, l'alcol, il turpiloquio, lo svaccamento, il delirio a denominazione di origine controllata? Viene da ridere. In realtà trasgredire vuol dire sempre la stessa cosa, dall'inizio dell'umanità in poi. Significa rovesciare i luoghi comuni, opporsi alla dittatura della maggioranza, grattare la patina consunta delle interpretazioni rassicuranti e creare un nuovo senso, una nuova storia, la scintilla incorrotta o l'accento mai udito del proprio sguardo e della propria voce. La trasgressione accade là dove non te l'aspetti, è silenziosa se intorno c'è rumore, fa un baccano infernale se tutti tacciono (oppure trova un silenzio ancora più profondo, un abisso di silenzio in cui sprofondare). E quando domina la dannazione e l'abominio, come ha scritto mirabilmente il poeta, ecco che lei ne inverte il respiro: “Una volta, / m’accadde di udirlo, / lavava il mondo, / non visto, per tutta la Notte, / inconfutabile. / Uno ed Infinito, / annichilito, / ichilire. / E fu luce. Salvezza”.