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A Bolzano i primi hotspot per navigare gratis

LUB e Eurac hanno battuto tutti sul tempo e creato una rete aperta per accedere a internet gratis sul territorio dell'Alto Adige. Bolzano, Brunico e Bressanone potrebbero ospitare i primi di una lunga serie di hotspot per il web libero.
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„Grottesco“, Sophie Eymond
Foto: Privat

L'Alto Adige è stato tra i primi a recepire alcune misure del "Decreto del Fare", che tra le altre cose liberalizza internet gratuito eliminando l'annosa e farraginosa questione dell'autenticazione. A Bolzano, grazie al lavoro congiunto di Eurac e Lub, il via alla prima rete di hotspot per navigare senza limitazioni. Cinque i punti strategici della città raggiunti dalla rete: l'Università (anche nelle sedi distaccate di Bressanone e Brunico), l'Eurac, il Museion, il Conservatorio Monteverdi, il Museo di scienze naturali e l'Agenzia Casa Clima. Tutti posti molto frequentati e dove fino ad ora era necessario avere una password per guardare la posta o leggere il giornale.

"Si tratta di un grande passo per la nostra realtà, che avrà conseguenze a livello economico e di sviluppo" ha commentato Dietmar Laner, responsabile dell'ICT (Information and Communication Technology) di Eurac e Lub, che ha seguito la realizzazione della neonata rete scientifica dell'Alto Adige

L'operazione è stata realizzata in breve tempo anche perché esisteva già una rete wifi aperta, cui si poteva accedere grazie a una password che veniva consegnata a chi ne faceva richiesta. "E' stata un'operazione quasi a costo zero e ci permetterà di risparmiare molti soldi nei prossimi anni. Non dovremo più stampare le card con indicati password e nome utente per tutti coloro che lo richiedono" ha affermato Laner.

La rete inaugurata oggi sarà fruibile da tutti: studenti, ricercatori, cittadini e turisti. Ma con qualche limite alla banda cui si ha accesso, per ovvi motivi. Tutti questi luoghi sono anche centri di ricerca e chi lavora e studia ha bisogno di internet veloce; parte della rete deve rimanere a loro disposizione. Per il resto nessun limite alla navigazione. "Avere delle reti aperte non deve intimorire nessuno: chi vuole e ha gli strumenti può violare anche la struttura più protetta" ha affermato il responsabile che nutre una speranza: di essere i primi diurna lunga serie di realtà. "Mi rivolgo soprattutto alla pubblica amministrazione, ai comuni e agli ospedali. L'accesso a internet è una ricchezza per tutta la società".

Di seguito potete scoprire dove sono gli hotspot per il wifi libero a Bolzano e dintorni.

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Profil für Benutzer Sergio Sette
Sergio Sette Di., 03.09.2013 - 09:25

La questione della navigazione libera é ahimé un pochino più complessa di come viene presentata. E ha aspetti anche controversi che andrebbero conosciuti.

La prima cosa da chiarire, anche in risposta all'appello di Dietmar Laner, é che le pubbliche amministrazioni NON possono (per via della Legge Gasparri sulle telecomunicazioni) fornire un servizio al pubblico al di fuori degli edifici. Che poi il campo ci sia anche in prossimità degli stessi é inevitabile ma essendo pignoli sarebbe illecito...
Il vero fattore limitante nella diffusione delle reti wifi libere non è tanto la password o le altre limitazioni imposte dal Garante della Privacy, quanto la normativa vigente (la succitata Gasparri) che é fortemente protezionista nei confronti dei gestiori delle telecomunicazioni e penalizzante nei confronti soprattutto delle Pubbliche Amministrazioni.

Ad esempio il Comune di Bolzano (che in questo campo é stato estremamente lungimirante in periodi in cui di queste cose giusto si iniziava a parlare) possiede fibra ottica in tanti punti della città, sarebbe semplice e relativamente poco costoso fornire hotspot...peccato che non lo si possa fare o per farlo si debba per forza pagare una società con una specifica abilitazione (detta WISP, NON acquisibile da una PA) per poter erogare il servizio. Quindi il comune possiede l'infrastruttura ma per utilizzarla per offrire un servizio pubblico deve pagare...

In ogni caso il comune di bolzano da alcuni anni offre un servizio wifi gratuito dove la legge lo consente, ossia in tutte le biblioteche, centri civici e altri spazi ad accesso pubblico per un totale di circa 20 hotspot.

Veniamo alla questione dell'autenticazione: dal punto di vista legislativo non é ancora chiarissimo quello che si deve o può fare, in effetti decatuti i decreti ci troviamo di fronte ad un vuoto. Molti sono preoccupati per la problematica della responsabilità (se qualcuno commette un reato sfruttando la mia connessione, sono responsabile ?) e potete ben immaginare che in una PA una cosa di questo tipo terrorizzi...Non é il mio caso ma non appena il decreto non é stato reiterato siamo stati contattati dal Tribunale dei Minori che ci ha chiesto, adducendo motivi abbastanza convincenti, di non rendere liberi i nostri accessi. Tenuto conto di questo, delle incertezze normative, della necessità comunque di dover tracciare il traffico (almeno cosí sembra) e che immettere una password non é poi cosa tremenda, é stato deciso di mantenere la connessione con la password. Si tenga presente che il problema della fornitura delle credenziali, trattandosi di servizi erogati all'interno di edifici e non all'esterno, é tutto sommato irrilevante. Noi utilizziamo delle scratch cards che sono costate in tutto qualche centinaio di euro, mentre i nostri operatori agli sportelli con un semplicissimo sw. abilitano gli utenti e forniscono le card con le credenziali.

Vorrei infine citare un altro problema, spero limitato al Comune: c'é molta preoccupazione fra le persone riguardo alla presunta nocività delle onde elettromagnetiche. Abbiamo fatto eseguire misurazioni dall'APPA e risultiamo, nella peggiore delle situazioni, circa 10-20 volte sotto il limite di legge (6 V/m in Italia, 20 nel resto d'Europa) ció nonostante le persone che lavorano in prossimità delle antenne protestano e ultimamente si sono rivolte ai sindacati. Piaccia o meno anche di questo si deve tener conto.

Di., 03.09.2013 - 09:25 Permalink