Politik | Mozione bocciata

Bosco condannato

Bressanone, l’area ripariale sarà disboscata. Köllensperger: “Ecco la tanto sbandierata sostenibilità della giunta”. La replica di Kompatscher: “Accuse inaccettabili”.
Team Köllensperger im Landtag
Foto: Othmar Seehauser

Niente di fatto, ma per un soffio. La mozione del Team K, che chiedeva di impedire la distruzione del bosco ripariale di Bressanone, non ha superato l’esame del consiglio provinciale. Né sono bastate le sollecitazioni delle maggiori associazioni ambientaliste per salvare un “habitat dal grande valore naturalistico”. Ieri, 5 febbraio, l’aula ha bocciato l’iniziativa del gruppo guidato da Paul Köllensperger con 14 sì e 15 no. All’appello è mancato il voto di Josef Unterholzner, membro del Team K, assentatosi dall’aula perché indisposto fisicamente (anche con il suo “sì”, in ogni caso, il documento non avrebbe avuto i numeri per l’approvazione).

Ricapitolando: il consiglio comunale di Bressanone si era espresso a maggioranza per autorizzare un gruppo di imprenditori della zona industriale della città vescovile ad abbattere un bosco ripariale previsto dal piano paesaggistico, a loro assegnato per allargare la propria impresa. Nell’ottica di un do ut des l’idea avanzata è quella di ampliare il biotopo Prà di Millan. Misura di compensazione non sufficiente per il Team K, senza contare che il biotopo avrebbe potuto essere rinaturato già dal 2009, e dunque “non occorre attendere un privato dato che i progetti ci sono già”, fa presente Franz Ploner, primo firmatario del documento.

 

Una questione di priorità

 

A sostegno della mozione si è fatto avanti il Gruppo Verde. Hanspeter Staffler ha evidenziato come l’area naturale della zona industriale nei pressi dell’Isarco stia diminuendo; “gli habitat naturali a fondovalle hanno sofferto molto negli ultimi 200 anni, bisogna pertanto impegnarsi per mantenere quelli esistenti. Lo scambio con un’altra area da rinaturalizzare è una questione molto delicata, va approfondita per verificare se funziona: esistono degli esempi ben riusciti, ma bisogna studiare a dovere il progetto, quindi prima occorre trovare il biotopo di compensazione e poi forse si può agire, ma ciò richiede lungo tempo e una gestione professionale”, così il consigliere provinciale ambientalista. Fra le voci che si sollevano in mezzo ai banchi dell’opposizione c’è anche quella di Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) secondo il quale occorre trovare un equilibrio fra gli interessi dell’economia e la preservazione del bosco. La sferzata arriva poi da Köllensperger, co-firmatario della mozione: “La sostenibilità è stata spesso citata nel discorso programmatico del presidente Kompatscher, ma questo progetto contrasta con tale proposito. Le zone verdi che ancora esistono non vanno svendute per ampliare la zona industriale, bisogna cercare soluzioni alternative”.

 

 

Respinge le critiche Arno Kompatscher sostenendo che fin dall’inizio è stata assicurata la presenza al tavolo del dibattito sia degli uffici provinciali sia dei gruppi ambientalisti, ma non è della stessa opinione Ploner che sottolinea la mancanza di coinvolgimento del WWF, di Legambiente e di altre associazioni: “Mancava una vera rappresentanza di tutte le componenti”. Non demorde il presidente della giunta: “Tutti i soggetti coinvolti erano d’accordo. Non si può dire quindi che non si persegua la sostenibilità, dal momento che si è parlato con tutti alla ricerca della soluzione migliore. Ogni area naturale ha il diritto di essere tutelata - prosegue Kompatscher - ma bisogna capire anche qual è la situazione migliore per la natura”. E frecciata di rimando: “Una discussione in merito ora in aula ha l’aspetto della campagna elettorale per le comunali. La giunta si è prefissa l’obiettivo della sostenibilità, unica soluzione praticabile per la provincia a lungo termine, ma le accuse di incoerenza non sono accettabili”, taglia corto il Landeshauptmann.

Amara è infine la presa di coscienza del Team K: “La Svp condanna l’antico bosco ripariale di Bressanone. Non sono stati sufficienti l’art. 17 della legge sulla tutela della natura (LP 6/2010) che vieta gli abbattimenti di boschi ripari; il parere negativo dell’Agenzia provinciale per l’ambiente sul caso specifico; gli appelli di cittadini e associazioni ambientaliste. In tutta Europa sono considerati preziosi habitat naturali da proteggere, in Alto Adige la maggioranza boccia in consiglio provinciale la mozione che avrebbe potuto evitare uno scempio”.