M49 si è svegliato. Ha iniziato a muoversi e chissà quanti guai combinerà a breve. Lui è libero e noi prigionieri. Lui all'aria aperta e noi dentro il recinto. Che goduria per Emme Quarantanove! Che vendetta! Spazzolerà con sommo gusto tutto quello che trova in giro spernacchiandoci alla grande. Speriamo s'inventi qualche strabilio. Salto, poi, ne farà una serie a puntate.
Quindi Maurizio Crozza. Dopo l'invettiva di Mattarella contro gli evasori fiscali un paio di mesi fa, c'è stato il comico. In un video (non tra i suoi più strepitosi) ha ringraziato tutti gli operatori sanitari: “Sono sempre lì, senza orario, a salvarci la vita...a tutti, puttana eva, anche a quelli che non pagano le tasse, anche a voi evasori...” Non dice niente di nuovo, non servirà probabilmente a niente ma fa piacere sentirlo ripetere.
Soldi rubati a scuole, strade, sanità.
E qualche idea per passare il tempo.
Ho avuto modo di rileggere il romanzo breve “Der Tod in Venedig/La morte a Venezia”. L'eterno classico di Thomas Mann si trova gratis in rete. È un capolavoro che diventa ancor più capolavoro in giorni come questi.
Il colera a Venezia e il coronavirus nel mondo.
Sono passati più di cent'anni. La penna dello scrittore tedesco è immortale: “E del resto non fuggivano, non partivano tutti? Molte cabine erano già vuote, la sala da pranzo appariva sempre più deserta e non si vedevano quasi più turisti in città...” Venezia si trasforma in una città fantasma: la catastrofe è dietro ogni calle.
E poi una sorpresa: “La pelle”, di Curzio Malaparte (Curt Suckert il suo vero nome). Uno scrittore probabilmente sconosciuto a molti. Ma un grandissimo scrittore, uno dei più grandi del primo Novecento italiano. Malato di protagonismo e sempre sulla scena che conta. Fascista e antifascista, mentitore spudorato, spadaccino provetto, opportunista, valoroso soldato, salutista, gran lavoratore, sciupafemmine, non puttaniere dichiarato, giramondo indefesso, russofilo.
Una penna tagliente e arrembante. Tra le sue opere “Kaputt”, “Maledetti toscani”, “Tecnica del colpo di stato”. Quest'ultima, pubblicata in Francia nel 1931, fu un bestseller internazionale, letto da Che Guevara e studiato da Trotskij. Ma il suo capolavoro è, appunto, il romanzo “La pelle”: nel 1943 gli americani liberano Napoli e vi portano la peste.