Politik | Norma di attuazione

“Svp, giù le mani dai giudici”

Corte dei Conti, muro di critiche trasversali verso il blitz sulla nomina politica. L’indipendenza sotto attacco, dicono opposizioni e magistrati. Oggi la seduta.
Corte dei conti
Foto: corte dei conti

Un muro di critiche trasversali, dalle forze politiche di opposizione alle rappresentanze della magistratura contabile, direttamente interessata dalla proposta Svp. Il riferimento è alla norma di attuazione, attesa in discussione lunedì 6 luglio in Commissione dei Dodici, che riguarda la Corte dei conti incardinata nella Regione Trentino Alto Adige. Il passaggio più contestato, che sta facendo salire la temperatura della polemica, è quello che porterebbe alla nomina politica (ratificata dal consiglio dei ministri, su indicazione del consiglio provinciale, quindi della maggioranza locale a Bolzano e Trento) per 2 giudici su 4 della sezione di controllo. Un tentativo, secondo i detrattori, da consumare in piena estate, per mettere a guinzaglio dei partiti dominanti l’autorità di controllo più scomoda per gli amministratori. Ma ecco le voci nel dettaglio.

 

No alle rassicurazioni di Kompatscher

 

Nessuno, dalle minoranze, crede alle rassicurazioni con cui Arno Kompatscher sabato ha provato a spegnere il fuoco delle polemiche. “Si tratta solo di un adeguamento alle Regioni a statuto ordinario per la sezione di controllo” ha detto sabato il Landeshauptmann di fronte alla cautela invocata dall’Associazione magistrati della Corte dei conti, che ha espresso “viva preoccupazione per la proposta di riforma”. Il testo verte su una sorta di delega, come quella portata avanti negli anni scorsi per la parte amministrativa della giustizia ordinaria, dallo Stato alle Province autonome per la Corte dei conti. Si tratta dell’organismo costituzionale che vigila sulla tutela dell’erario pubblico e sugli atti delle pubbliche amministrazioni e può obbligare gli ex eletti a risarcire i danni (la vicenda giudiziaria di Luis Durnwalder è l’elefante nella stanza dell’intera questione). La norma da discutere nella commissione paritetica riguarda sia la nomina di magistrati indicati dalle Province stesse sia il passaggio alle medesime del personale in servizio presso le locali sezioni della Corte.

 

Il magistrato Atelli: Costituzione a rischio

 

Ad intervenire è anche l’organo di autogoverno della magistratura contabile, o almeno uno dei suoi componenti. In modo felpato Massimiliano Atelli, componente togato del consiglio di presidenza della Corte, nonché suo Procuratore regionale in valle d’Aosta, tocca il tema a cui tutti guardano: il rischio per il bilanciamento dei tre poteri, esecutivo, legislativo e giudiziario, e dunque per l’indipendenza della magistratura dalla politica. “Aumentare il numero dei magistrati di nomina territoriale negli uffici di controllo della Corte di Trento e Bolzano - è la sua dichiarazione raccolta dall’Ansa -, e prevederne perfino la nomina a vita (anziché per qualche anno soltanto, come stabilito dalla legge nazionale del 2003), sono infatti questioni che toccano, rischiando di alterarli, equilibri di fondo dell’intero sistema costituzionale di finanza pubblica”. 

 

 

“Il mercato delle vacche”

 

I Socialisti altoatesini non esitano a parlare di “mercato delle vacche” puntando il dito sull’Svp e sul silenzio assordante della Lega bolzanina, alleata delle Stelle alpine a Palazzo Widmann. “Questa si chiama politica del ricatto, esercitata con tutti i governi della Repubblica italiana - dice Alessandro Bertinazzo -. Possibile che quando si è all’opposizione si critica l’operato della Svp, mentre quando si governa con quest’ultima la voce diventa molto flebile? L’autonomia di gestione amministrativa non significa anche autonomia nell'autocontrollo della giustizia, compresa quella contabile. Solo coloro che vogliono evitare di essere tacciati di danno erariale, fanno il possibile per non essere controllati da organismi esterni. I membri delle commissioni dei 6 e dei 12 dovrebbero emergere e battere un colpo. Di contro la dignità diventa vergogna”.

Enrico Lillo, già coordinatore regionale di Forza Italia, definisce “inqualificabili” le soluzioni proposte dalla Provincia di Bolzano per la “nomina diretta dei giudici della Corte dei conti”. E dalla Lega, a Bolzano come a Milano, “non si sente nulla”: “È uno strano silenzio-assenso. Forse hanno paura di far emergere certe debolezze in Giunta provinciale ovvero i rapporti politici con i futuri alleati alle prossime elezioni?”, si chiede l’ex consigliere comunale.

L’elenco dei critici non finisce. Michaela Biancofiore, tornata nei ranghi del partito di Berlusconi, invoca lo stop da parte di Conte e del ministro Boccia: “In un momento delicatissimo del nostro stato democratico - domanda in modo retorico la deputata -, nel quale sta venendo alla luce l’uso politico della giustizia portato avanti da alcuni partiti politici e alcune correnti della magistratura, il governo pensa bene di dare il via libera alla politicizzazione della Corte dei conti nelle province Autonome di Trento e Bolzano?”. Accusa senza messi termini Filippo Degasperi, consigliere provinciale prima del M5s e ora di Onda civica: “Il controllato controlla il controllore. Vogliono stravolgere gli assetti della Corte minando i principi di terzietà, imparzialità”.

 

“Il sistema Alto Adige ingloba i giudici”

 

Torna sull’argomento il Team K. “Nomina politica dei giudici della Corte dei Conti, un affronto all’indipendenza e alla terzietà della giustizia” dicono Paul Köllensperger e Renate Holzeisen. “L’ aspetto grave è che se questa norma d’attuazione dovesse essere approvata, la nomina di due dei quattro magistrati della sezione di controllo avverrà senza concorso e senza requisiti - commenta il primo - attraverso il consiglio provinciale, ossia da la maggioranza politica Svp-Lega. Senza requisiti e senza incompatibilità ben definite, ossia nomineranno i loro amici, persone vicine al sistema, allo scopo di compromettere controlli seri ed imparziali da parte di un organo terzo”. Inoltre, aggiungono, “con questa norma d’attuazione verrà abrogata l’inamovibilità dei giudici per dieci anni: il “sistema Alto Adige” potrà quindi liberarsi di giudici o pubblici ministeri scomodi velocemente”.

La motivazione addotta da Kompatscher non reggerebbe. “L’adeguamento? Peccato che nelle altre Regioni siano state fatte nomine con una durata limitata nel rispetto del principio di rotazione e con requisiti di competenza, esperienza e professionalità ben precisi, e che dalle altri parti si tratti di un numero esiguo di giudici sul totale, non due su quattro come nella nostra provincia”.

 

Palermo: indipendenza in pericolo

 

È lo stesso punto sottolineato con forza da Francesco Palermo, costituzionalista e docente universitario a Verona, già membro della commissione dei Dodici e dei Sei e ex senatore Svp/Pd. Dalle pagine dell’Alto Adige ha detto chiaramente che “l’indipendenza dei giudici è in pericolo”. Segnalando che nelle Regioni ordinarie, dove applicato (Toscana e Abruzzo) la nomina politica vale per un magistrato su 7-8, mentre a Trento e Bolzano varrebbe per 2 su 4. E per la politica si sa i numeri contano.

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m s Mo., 06.07.2020 - 18:34

Seit dem Flughafenreferendum hat der Landeshauptmann sowieso an Kredit und Glaubwürdigkeit eingebüßt. Ich hoffe die Opposition setzt sich hier durch und verhindert diese Aktionen um eine weitere Institution zu schwächen und willfährig auszurichten..

Mo., 06.07.2020 - 18:34 Permalink