In un’Italia che si conferma in deflazione per il secondo mese consecutivo, Bolzano spicca come la città dove i rincari sono maggiori. 

Secondo i dati di giugno resi noti dall’Istat e elaborati dall’Unione nazionale consumatori, il capoluogo altoatesino seguito da Perugia e Napoli è il centro abitato dove si osserva l’inflazione più elevata, +0,7% su maggio in tutti e tre i comuni (a categoria include i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti). A Verona (-1,0%) e a Venezia (-1,3%) si registrano invece le flessioni più ampie. 

A livello nazionale l’indice dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% sul mese precedente e un calo dello 0,2% su base annua. Un effetto della contrazione legata alla crisi da Covid evidente in particolare per i beni energetici (-12,1%), mentre continuano a crescere i beni alimentari (+2,1%) e in particolare quelli non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%).

Tornando ai rincari sul territorio, riassume l’Ansa, Bolzano che si conferma al primo posto registra la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, con un valore di 223 euro, nei supermercati e negozi al dettaglio. Al secondo posto Perugia, dove il rialzo dei prezzi dello 0,7% determina un aggravio annuo di spesa pari a 167 euro, terza Napoli, dove la spesa supplementare, per una famiglia tipo, è pari a 153 euro.

In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione a +0,5%, Trentino Alto Adige, Umbria e Campania.

Riguardo alla maggior spesa, però, svetta il Trentino Alto Adige che registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 135 euro su base annua.