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Privilegi del patriarcato

Il no secco di una donna può essere deliberatamente interpretato come un forse. E anche questo è uno dei privilegi dell'essere uomo.
Patriarcato, sessismo, molestie, cultura dello stupro
Foto: ifes

Stavo giusto scrivendo un pezzo sul patriarcato, quando ho interrotto il lavoro per passare una serata con amiche e amici… anche le femministe ogni tanto escono e si divertono!  Una bella festa di compleanno, tanta gente diversa, molte risate, leggerezza e chiacchiere.

A fine serata, ormai notte fonda, accompagno in macchina il festeggiato e la sua compagna. Ripartendo, noto una macchina nello specchietto retrovisore. All’inizio, perché ha dei fanali particolari, poi perché pare abbia proprio lo stesso mio tragitto. Comunque, per sicurezza, l’ultima rotonda prima dell’arrivo la percorro ben due volte: i fanali curiosi sempre dietro. Naturalmente non imbocco la mia uscita, ma, sempre inseguita, ritorno a casa del mio amico e lo avviso. Al mio arrivo mi aspetta a bordo strada. La macchina dai fanali particolari mi affianca: è uno degli uomini presenti alla festa, un uomo qualsiasi. Quello che qualche ora prima avrebbe voluto darmi il suo numero di cellulare (e che io ho rifiutato).

La panoramica delle mie emozioni? Incertezza, frustrazione, impotenza, paura, rabbia. L’incertezza che mi ha portato a chiedermi, se il mio rifiuto fosse stato abbastanza articolato e inequivocabile. La frustrazione per trovarmi in una situazione di vulnerabilità, semplicemente, perché un uomo fisicamente più forte di me ha deciso così

La panoramica delle mie emozioni? Incertezza, frustrazione, impotenza, paura, rabbia. L’incertezza che mi ha portato a chiedermi, se il mio rifiuto fosse stato abbastanza articolato e inequivocabile. La frustrazione per trovarmi in una situazione di vulnerabilità, semplicemente, perché un uomo fisicamente più forte di me ha deciso così. L’impotenza, perché questo uomo ha un ruolo professionale che gli concede ulteriori privilegi, oltre a quelli datogli dal suo genere. La paura per aver rischiato di trovarmi davanti questo uomo indesiderato in un luogo intimo e per non poter valutare se è un episodio che si conclude qui o se avrà ripercussioni future. La rabbia per il fatto che sia successo a me, nonostante la consapevolezza, gli strumenti e l’esperienza che ho per far fronte a questo. E se invece succedeva a mia figlia? Alla mia amica rientrata in biciletta? O, come effettivamente avviene in continuazione, a una donna meno preparata di me in materia di violenza sulle donne?


Perché è di questo che stiamo parlando: anche se non è successo niente di misurabile e per il momento non c’è stata nessuna reiterazione, solo un evento che ha creato uno stata d’ansia e fatto riaffiorare nella mia mente le statistiche su atti persecutori. Evento ulteriormente aggravato dall’essere stato compiuto da un rappresentante delle forze dell’ordine. Un uomo ha esercitato il potere datogli dal suo fisico e dal contesto sociale che continua a ripetergli che il NO di una donna può essere interpretato come un forse, che se una donna è in giro da sola a quell’ora allora se la cerca, che se tu vuoi una cosa poco importa se lei invece non la vuole, che la sfera privata di una donna può tranquillamente essere violata, che in fin dei conti passerai sempre dalla parte della ragione. Forte del fatto che in una società patriarcale come la nostra, l’essere cittadino italiano, sposato, padre e con un mestiere rispettabile ti eleva sopra ogni dubbio e se vuoi una donna, poco importa quali metodi usi per raggiungere il tuo scopo.

La mia esperienza dell’altra sera non è per nulla eccezionale, anzi. Molte lettrici in un modo o l’altro si riconosceranno nelle mie righe, molti meno lettori avranno sperimentato qualcosa di simile. Ecco, questo è uno dei tanti privilegi del genere maschile in una società patriarcale. Come quello di rinnegare l’esistenza del patriarcato stesso.

PS: ci tengo a precisare che la violenza sulle donne in ogni sua forma è trasversale e viene esercitata da uomini indipendentemente dal loro status sociale, la provenienza, l’appartenenza religiosa, il grado di istruzione e indipendentemente dalla loro professione. Pertanto la mia esperienza non deve portare ad una generalizzazione riguardo le forze dell’ordine, ci tengo anzi a sottolineare la buona collaborazione con moltissimǝ esponenti. Semplicemente quando oltre al nostro essere cittadinǝ, ricopriamo un ulteriore ruolo (che sia da insegnante, giudice, sindacǝ, ecc.), le nostre azioni hanno anche ulteriori ripercussioni.