Politik | Giochi invernali

Bob a Cortina, paga l'Alto Adige

Una lettera al CIO prova che la Provincia di Bolzano dovrà coprire i costi di gestione e deficit della pista di bob a Cortina, potenziata in vista delle Olimpiadi 2026.
Bob a Cortina, lettera al CIO
Foto: Grüne Fraktion im Landtag

Un progetto “devastante e dai costi esorbitanti”, contestato lo scorso 24 ottobre dalla marcia delle associazioni ambientaliste e alpinistiche contro la cementificazione delle Dolomiti. Si tratta della riattivazione della pista di bob “Monti” a Cortina d'Ampezzo, voluta – dopo dieci anni di chiusura della struttura – dal sindaco Giampietro Ghedina e dal governatore del Veneto Luca Zaia in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. “Il potenziamento della struttura costerà 80 milioni di euro, con un deficit sicuro fino a un milione di euro all’anno per una struttura al servizio di uno sport che in tutta Italia ha appena 15 iscritti” sostiene il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba (Verdi), che aggiunge: “Zaia e Ghedina hanno annunciato più volte che anche Bolzano e Trento si faranno carico dei costi di gestione e del debito. Affermazioni che in Sudtirolo sono cadute in un silenzio che molti interpretavano come smentita. Ma non è così”.

 

La lettera e il debito

 

Esiste infatti una lettera d'intenti (in inglese) inviata al Presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO) Thomas Bach in data 29 marzo 2019, sottoscritta dal Landeshauptmann Arno Kompatscher e dal governatore trentino Maurizio Fugatti assieme a Zaia e Ghedina. Un documento ufficiale, reso pubblico dai Verdi sudtirolesi, attraverso cui Trentino e Sudtirolo s'impegnano a coprire i costi di gestione e il deficit previsti per almeno 15 anni.

Nonostante le associazioni ambientaliste chiedano di utilizzare la pista di bob già esistente a Innsbruck, il Veneto ha spinto l'acceleratore sull’impianto di Cortina – che verrà riattivato, ampliato e potenziato secondo standard olimpici onde adeguarlo anche allo slittino, allo skeleton e al parabob – e senza mai mettere in dubbio il rischio debito, ma solo discutendo l’entità del passivo. Le valutazioni ufficiali oscillano tra i 500.000 e il milione di euro all’anno. In un'interrogazione, il Gruppo verde chiede alla Giunta se sia già stato firmato “l’accordo di durata pluriennale” previsto dalla lettera. E, a monte, se la sua firma sia stata autorizzata.