Porte aperte a maso Zeiler
La Provincia sembra essersi decisa: il maso Zeiler potrà ospitare i “suoi” migranti. “Fra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima entreranno 25 persone ma si conta di poterne accogliere 40 in totale”, annuncia il proprietario dell’immobile Hellmuth Frasnelli. “Le ditte incaricate - conferma il direttore di Ripartizione politiche sociali Luca Critelli - stanno ultimando i lavori. Stiamo facendo continue pressioni per accelerare al massimo i tempi e l'utilizzo dovrebbe essere questione di giorni”. Il dirigente, che oggi (6 ottobre) ha partecipato ad un incontro sulla questione relativa ai richiedenti asilo presso il Commissariato del Governo - riferisce che saranno accolti nuclei familiari, dal momento che la struttura per la sua suddivisione interna si presta bene a tale scopo, e che “come per tutte le persone accolte nelle strutture di accoglienza ci sarà una formale assegnazione da parte dello Stato alla Provincia”.
I fatti: lo scorso giugno l'imprenditore aveva consegnato le chiavi del maso all’assessora Martha Stocker. Ottenuta l’abitabilità e conclusi i lavori di ristrutturazione l’edificio, sito nell’esclusiva zona di Gries a Bolzano, era infatti stato affidato a titolo gratuito alla Provincia perché diventasse un centro di accoglienza per i profughi. Un gesto elogiato dalla stessa assessora (“la messa a disposizione di questa struttura è un esempio”, aveva detto), eppure sono dovuti trascorrere circa 4 mesi prima di ottenere il via libera malgrado la conclamata esigenza di trovare spazi per i migranti.
“La Provincia preferisce affittare l’ex Alimarket spendendo 500mila euro all’anno e lascia vuota una struttura disponibile”, era insorto Frasnelli arrivando a dichiarare, perlopiù provocatoriamente, di rivolere indietro, qualora si fosse deciso di accantonare l’idea del centro profughi a maso Zeiler, i 300mila euro spesi per i lavori di risanamento atti a rendere agibile la struttura. “In sede di attivazione della struttura - spiega Critelli - è stato constatato dai tecnici incaricati la necessità di alcuni lavori per rispondere alle norme di sicurezza previste a livello statale; necessità che non erano state comunicate in precedenti sopralluoghi. Le norme che regolano le residenze collettive per 25/40 persone sono più severe di quelle che regolano una normale abitazione privata o un condominio; siamo dell'idea che alcune di queste norme siano anche troppo restrittive, ma purtroppo non si può fare altro che adeguarsi”.
Il maso, eretto nel 1700 e ristrutturato nel 1985, era stato acquistato da Frasnelli con l’intenzione di abbatterlo e di costruire un nuovo complesso residenziale. Poi la decisione di affidare la struttura in comodato d’uso alla Provincia (la gestione verrà affidata a Volontarius), ma l'immobile continuava a restare inabitato forse anche a causa di presunte proteste da parte dei residenti della zona non esattamente entusiasti della possibilità di trovarsi vicino casa un centro profughi. Ora, tuttavia, sembrano dunque non esserci più ostacoli alla buona riuscita del progetto di accoglienza. Solo ieri peraltro, Rudi Benedikter (Verdi-Projekt Bozen), consigliere di circoscrizione a Gries-San Quirino, aveva lanciato un appello al sindaco Renzo Caramaschi: “Si metta, una volta per tutte, un tetto sopra la testa di queste persone”. Benedikter aveva quindi auspicato un passo concreto in termini di inclusione attraverso l’utilizzo di strutture già esistenti. Un “richiamo all’ordine” non speso evidentemente invano.
Nel corso della riunione che ha avuto luogo al Commissariato del Governo il prefetto Elisabetta Margiacchi ha sottolineato la responsabilità collettiva “ognuno per la propria parte”, in materia di “gestione complessiva del fenomeno migratorio, evitando comprensibili ma dannosi tentativi di deragliamento dagli attuali parametri del sistema di accoglienza, che, ad oggi, non conosce alternative percorribili”, senza escludere gli accorgimenti necessari per ridurre la pressione sul capoluogo che, ad oggi, ha “sopportato il carico maggiore e, a volte, quasi esclusivo, dell’accoglienza.” Con la ridistribuzione dei richiedenti asilo sul territorio in strutture con capienza non inferiore, di media, a 25 unità, si arriverà - ha detto il Prefetto - a un alleggerimento delle presenze dei migranti in quota statale presenti a Bolzano, entro il gennaio 2017, di circa 300 unità. Il Commissario del governo ha parlato di 1500 presenze complessive di profughi dei quali 953 in quota statale, ripartiti, questi ultimi, in 17 strutture attive, di cui 12 al di fuori del comune capoluogo, “un sistema complessivo di accoglienza che copre sostanzialmente il fabbisogno dei richiedenti protezione internazionale sopra indicati”, così Margiacchi.
Sono stati inoltre allontanati dalle strutture di accoglienza i migranti autori della rissa sui prati del Talvera del 1 ottobre scorso e saranno potenziati i controlli da parte delle forze dell’ordine nella zona in questione. Erano presenti all’incontro, oltre al Commissario del governo, il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, accompagnato dal delegato dell’assessore provinciale alle Politiche Sociali, il direttore di Ripartizione Luca Critelli, il sindaco Caramaschi e il suo vice Christoph Baur, l’assessore comunale alle politiche sociali Sandro Repetto, il vicecomandante della polizia municipale di Bolzano Martin Schwienbacher, il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer e altri funzionari delle forze dell’ordine e della questura.