La destra 2.0 - Una saga
Prove tecniche per un effetto rivitalizzante del centrodestra altoatesino. Ritornello più “pop” di una hit di metà agosto (e di gran lunga meno catchy) passata in loop nelle radio, ma stavolta, assicurano i diretti interessati, è quella buona, ce la possiamo fare, state a guardare. L’anno zero scocca in una sala gremita di militanti e simpatizzanti in una sera di fine novembre (il 29) al Circolo della stampa di Bolzano dove i tenori del centrodestra locale - Forza Italia (auto)esclusa - più alcuni rappresentanti di alcune realtà territoriali appartenenti all'area destrorsa sono pronti, mano sul cuore, ad accantonare le accuse reciproche, le vanità politiche, le manie dei personalismi e a sventolare il ramoscello della pace, facendosi cantori del “volemosebenismo” e anelando a leadership rampanti.
Conduce Marco Galateo, neo-commissario altoatesino di Fratelli d’Italia, nella doppia veste di moderatore e relatore, in dialogo con Christian Bianchi, sindaco di Laives, Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore, Mario Tagnin, ex candidato sindaco del capoluogo e capogruppo per il Centrodestra-Uniti per Bolzano, e alla presenza di Federica Pizzaia, consigliera comunale di Egna e membro dell’assemblea nazionale di FdI-AN e del neo-assessore di Bronzolo Franco Casotti (lista Centrodestra) che hanno accennato alle loro esperienze politiche territoriali. Per trasformare l’Alto Adige nella culla del centrodestra e non nella sua tomba il modello da elogiare ogni volta è, va da sé, quello di Laives dove Bianchi governa insieme a Svp e Lega con il sostegno esterno del Movimento 5 Stelle.
“Per la prima volta nella storia dell’Alto Adige - spiega il sindaco - attraverso la decisione della Svp di restare blockfrei a Laives i cittadini di lingua tedesca hanno espresso il loro voto liberamente e questo ha contato non poco”. Ma Bianchi va oltre e allarga il perimetro dell’analisi: “Non siamo riusciti a valorizzare a sufficienza le vittorie ottenute, Bronzolo per esempio è stata guidata per 15 anni dal centrodestra, Brunico per 12, a Merano e Brennero, oltre che a Postal, la presenza del centrodestra è determinante e, certo, a Laives si è fatto quel passo in più avendo incassato l’appoggio della Volkspartei. Se a livello comunale, a Bolzano, e provinciale si fa ancora fatica a pensare a un governo di centrodestra è altresì vero che la maggior parte dei comuni altoatesini dove c’è una consistente rappresentanza italiana è governata dal centrodestra”.
"Non siamo ancora in grado di offrire una proposta tale da far spostare il cittadino dal divano al seggio" (Christian Bianchi)
Ciò innesca una riflessione imprescindibile, osserva il primo cittadino, “l’elettorato c’è, se c’è una convergenza di volontà e unitarietà e si presenta un programma serio le chance di successo sono buone”. Che tradotto significa: se il centrodestra si sveglia, sarà un disastro politico annunciato per il centrosinistra. Piccolo particolare: “Non siamo ancora in grado, tuttavia, di offrire una proposta tale da far spostare il cittadino dal divano al seggio, da convincerlo a votare. Con il risultato che al governo ci sono quelli che stiamo costantemente e inevitabilmente a criticare. E se sono lì è colpa nostra. Ora c’è bisogno di una destra 2.0”.
L’Amarcord sublima quando si parla del passato “glorioso”, nello specifico quando, nel ’97, il centrodestra poteva contare su 5 consiglieri provinciali. “Oggi ne abbiamo solo uno, forse uno e mezzo perché Elena Artioli non so bene dove collocarla”, ironizza dal pulpito Galateo, ex forzista, ex leghista, attuale alfiere di Fratelli d’Italia. “Dobbiamo far eleggere quante più persone possibili in consiglio provinciale per avere più potere contrattuale e per fare questo servono i candidati giusti, che siano impavidi. La sfida è presentare un’idea di autonomia in cui ci riconosciamo, trovando un punto di equilibrio fra le diverse anime, solo così potremo essere credibili”, chiosa Urzì affermando che diversi esponenti della Svp “sono tentati dalla nostra area politica ma sono ancora preoccupati per le varie tensioni interne e per la mancanza di un progetto concreto”. Per il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore occorre comunque puntare a un obiettivo ancora maggiore: le elezioni politiche della prossima primavera.
"La Svp è tentata dalla nostra area politica" (Alessandro Urzì)
Il più “hardcore” del gruppo resta Galateo che denigra le battaglie ideologiche del Pd, a partire da quella per i diritti civili e lo spettro delle adozioni da parte delle coppie omosessuali, e quella dello Ius soli “che serve solo a generare massa elettorale per il Partito democratico”. Concetto che verrà poi ripreso anche nell’equazione pleonastica di Alessandro Forest, nuovo portavoce di Alto Adige nel cuore, seduto fra il pubblico: “Dire sì allo Ius soli, significa dare la cittadinanza soprattutto agli arabi, ampiamente presenti in Italia, che con facilità potrebbero arrivare a costituire una rappresentanza in Parlamento per poi proporre di costruire moschee a non finire”.
Tagnin si affida invece a metafore meteorologiche per ripercorrere il suo breve ma intenso momento di gloria quando nel 2016 si unì alla corsa per la poltrona di sindaco di Bolzano. “Siamo partiti uniti - ricorda -, ma poi le saette da parte del fuoco amico hanno dato vita a una tempesta, io sono andato avanti, finché alla prospettiva di una Große Koalition con il centrosinistra ho detto no grazie”. Il punto è, secondo Tagnin, che in Alto Adige “siamo ancorati a sistemi obsoleti, alla dichiarazione etnica e alla proporzionale, parliamo di anelli e luci su monumenti e bassorilievi. Dovremmo preoccuparci della nostra gente, e smetterla di parlare continuamente di accoglienza solo per poter contare su una riserva di voti, quando poi questi stessi profughi spesso non hanno alcuna voglia di integrarsi e approfittano del nostro benessere”. Gentismo docet.
Altro tema piazzato sul tavolo quello della scuola e con particolare riferimento alla polemica riguardo i bambini italiani che “si vogliono cacciare dagli asili di lingua tedesca”, tuona Galateo rivendicando il diritto di mandare i propri figli nella scuola prediletta. Lancia una provocazione Christian Bianchi che invita il centrodestra ad abbandonare la “sindrome della minoranza. Sono favorevole al fatto che i bambini italiani non vadano all’asilo tedesco, perché non possiamo rivendicare più autonomia nel nostro sistema scolastico e poi chiedere aiuto alla parte tedesca perché di fatto non riusciamo a raggiungere il risultato. Bisognerebbe semplicemente poter imparare il tedesco nelle scuole italiane”.
E se di scuola si parla immancabile è l’attacco frontale di Urzì al nemico giurato: “Tommasini è politicamente il problema più grande per la rappresentanza italiana, perché non ha idee, orienta la sua posizione a seconda del collega assessore di turno”. Alle prossime politiche, riassume infine Urzì, mentre dal pubblico si chiede di trovare una quadra sui vari punti tematici, “dovremo presentare a Roma un progetto che non dimentichi le questioni identitarie, ma anche quelle relative alla quotidianità, come la scuola, appunto, i trasporti, il lavoro. Un programma di governo rigoroso. Ci state?”. Un istante di silenzio fra gli astanti, poi l’applauso. Ci stanno, sì, ma vogliono le prove.
..... a questo punto si è
..... a questo punto si è aperto la porta, ed è entrata Michaela Biancofiore; la seduta si è interrotta con un fuggi, fuggi generale ... più tardi è stato trovato per terra uno stralcio di progetto .....
Fanno quasi tenerezza a
Fanno quasi tenerezza a vederli così. Tre, quattro liste che rincorrono la lega e non hanno altro da offrire che un passato di figuracce e sconfitte elettorali. Ma se a destra c'è Salvini con i suoi galoppini locali e più a destra c'è pure casapound (ricordiamo che Bolzano è stata la prima città ad avere due consiglieri dichiarantisi fascisti del terzo millennio), che senso ha votare sta gente?