“Uscire così dal Pd? Una vigliaccata”
salto.bz: Repetto, un suo giudizio sulla recente scissione dell’ala bizziana del Pd. Si è trattato di un atto di coerenza, come rivendicano i diretti interessati, o di un gesto irresponsabile a pochi giorni dalle elezioni, come afferma la controparte?
Barbara Repetto: Credo che l’uscita dal Pd in piena campagna elettorale, a pochi giorni dal voto, sia una vera vigliaccata fatta esplicitamente per danneggiare il partito. È un po’ come è successo per i fuoriusciti Bersani, D’Alema & Co., stanno nel partito solo se sono loro a comandare, incapaci di essere minoranza, accampando presunte ragioni di mancanza di libertà. Preferiscono spaccare tutto e crearsi un nuovo partito, dove possono tornare a essere loro a comandare e garantirsi ancora una poltrona oltre che un lauto stipendio. Da alcuni anni non sono più iscritta al Pd ma c’ero quando comandavano proprio Roberto Bizzo e Luisa Gnecchi e non mi pare che i loro sistemi di governo del partito fossero molto tolleranti con la minoranza o con chi aveva anche solo una diversa opinione su un qualche problema. Insomma, verrebbe da dire “chi la fa l’aspetti”.
Il segretario provinciale dem Alessandro Huber sostiene che la questione dei contributi non versati al Pd abbia molto a che fare con la bufera che ha investito il partito, lei che ne pensa?
Non so se Bizzo abbia conti in sospeso con il finanziamento al Pd. Se così fosse farebbe il paio, per la stessa ragione e per cifre consistenti, con il presidente Grasso, lui pure un fuoriuscito.
C’ero quando nel Pd comandavano proprio Roberto Bizzo e Luisa Gnecchi e non mi pare che i loro sistemi di governo del partito fossero molto tolleranti con la minoranza o con chi aveva anche solo una diversa opinione su un qualche problema
C’è stato poco coraggio da parte del Pd locale riguardo l'espressione delle candidature per queste elezioni politiche?
Sulle candidature nazionali non mi scandalizzo più di tanto. È assolutamente normale che un partito voglia favorire l’elezione dei suoi massimi dirigenti cercando collegi sicuri, come da noi. Semmai a livello di partito locale si è sbagliato nell’enfatizzare troppo, inizialmente, la possibilità - volontà di avere candidati locali, creando così aspettative.
L’appartenenza territoriale come garanzia di successo...
A parte il fatto che l’essere “locale” non garantisce di per sé capacità e competenza, personalmente per la onorevole Boschi ho una grande ammirazione. La considero seria e capace, con un carattere tosto che non guasta. Penso che sia stata vittima di una campagna di stampa spropositata e senza precedenti quanto ad aggressività.
E in quanto a Bressa?
Penso che ormai lo si possa davvero considerare un “locale”. Lo garantisce la stessa Svp che lo ha fortemente voluto come proprio candidato, tanto da essere destinato a fare, a Palazzo Madama, il capo dei senatori della Volkspartei. Bressa spero abbia poi capito che questa Svp va però trattata un po’ più con le molle. Le sue sempre nuove, continue richieste di competenze mal si conciliano con le derive nazionaliste - irredentiste tipo doppio passaporto, sostegno al referendum secessionista catalano o diritto all’autodeterminazione inserito addirittura della Statuto di autonomia.
ll fatto è che la Svp parla sempre osannando a parole l’Accordo Degasperi-Gruber, come base e fondamento di tutto quel che abbiamo, ma di quei due statisti in realtà si vergogna ancora oggi, tanto che non c’è neppure una strada a loro intitolata
Cosa si aspetta dal sottosegretario agli Affari regionali, in concreto?
In sostanza Bressa deve chiarire se la Svp è davvero un partito autonomista o che considera l’autonomia integrale come una marcia di avvicinamento a soluzioni di tipo catalano. Il fatto è che la Svp parla sempre osannando a parole l’Accordo Degasperi-Gruber, come base e fondamento di tutto quel che abbiamo, ma di quei due statisti in realtà si vergogna ancora oggi, tanto che non c’è neppure una strada a loro intitolata. E questo perché il loro Accordo portò l’autonomia che abbiamo e di cui godiamo ma bloccò l’autodeterminazione.
Questa ennesima crisi scalfisce la credibilità del Partito democratico e di conseguenza ne risentirà, a suo parere, il risultato elettorale?
Vede, anche se, come detto, non sono più iscritta al Pd lo continuo comunque a ritenere il mio partito di riferimento, perché lo reputo fondamentale nell’attuale situazione del nostro Paese davanti ai rischi di derive populistiche e unica forza che garantisce razionalità, competenza, senso dello Stato, valori sociali e civili. Per cui credo e mi auguro che tutte le recenti vicende non abbiano conseguenze negative sugli esiti delle elezioni del prossimo 4 marzo.
Complimenti a Barbara perché
Complimenti a Barbara perché mi riconosco nelle sue riflessioni.
Complimenti davvero.
Complimenti davvero.
In particolare approvo parola per parola le frasi sulla Boschi e la supposta garanzia di qualità del candidato "locale". La Boschi è stata presa di mira da un’abominevole campagna fatta di sospetti disseminati ad arte… con buona parte della sinistra che sta a guardare…
Mi associo ai complimenti per
Mi associo ai complimenti per i contenuti dell'intervista e le riflessioni di Barbara Repetto "uscire così dal Pd....", che condivido.
In particolare per quanto riguarda, purtroppo, la scissione di LeU che considero un errore grave;
naturalmente la vicenda è più complessa di una semplice guerra di leadership e chiama in causa anche la crisi dei partiti tradizionali, il volontariato, l'essere minoranza all'interno di un partito etc. Per quanto riguarda Maria Elena Boschi ritengo sia un ottima candidatura per queste elezioni, certo politica "non locale" ma credo che se verrà eletta e manterrà le promesse, sarà un ottima risorsa per la comunità locale.
Non conosco le vicende che riguardano la permanenza di Barbara Repetto nel Pd, ( quando comandavano Bizzo e la Gnecchi....), per cui mi astengo da un giudizio su questa parte dell'intervista. Ancora complimenti.
Grazie Barbara, condividiamo
Grazie Barbara, condividiamo le tue riflessioni e ci auguriamo che le tante persone perbene, che pure ci sono, premino la serietà e l'impegno per il futuro del Paese e quindi dei giovani, e non si lascino suggestionare dagli imbonitori.
Annamaria Corradi e Nino Fink