Come noto, sabato prossimo si svolgerà a Trento il gay-pride, che in realtà è stato chiamato Dolomiti-pride, come se l'orgoglio euroregionale annacquasse un po' la ragione sociale di fondo della manifestazione, che comunque resta questa: esibire la fierezza per ciò che si è indipendentemente dall'orientamento sessuale. Il pride capita a proposito, giacché adesso abbiamo un nuovo ministro “della Famiglia e della Disabilità” – si chiama Lorenzo Fontana – che si presenta invece come campione di una fierezza integralista. Si definisce infatti orgoglioso “veronese e cattolico” (e sembra dirlo come se tra le due attribuzioni identitaria sussistesse un legame intrinseco), ma soprattutto difensore delle prerogative della famiglia “tradizionale”, quella composta da mamma, papà e figli tutti concepiti con il metodo della fecondazione naturale. Ciò che si discosta da questo modello familiare di base, ha dichiarato recentemente Fontana imitando un generatore automatico di idiozie, corrisponderebbe a “un modello culturale relativista, un modello della globalizzazione fatto dai poteri finanziari che disegna un mondo dove non esistono le comunità, e quindi la famiglia che è la prima e più importante comunità della nostra società”. Matteo Salvini, che adesso dobbiamo abituarci a chiamare ministro dell'Interno nonché Vicepremier, ha cercato di spegnere subito la polemica: le opinioni di Fontana sulla famiglia sono solo opinioni personali e non influiranno sul programma di governo. Tiriamo un respiro di sollievo. Forse ci andrà bene e non avremo il restauro del famigerato Codice Rocco, la bibbia penale fascista, che nella sua versione originaria, quella del 1927, aveva persino un articolo (il 528) in cui si prevedeva la reclusione da uno a tre anni per “i colpevoli di relazioni omosessuali”. Certo, la pena venne mitigata, non si ricorse alla galera, ma soltanto per non esporre troppo la fragile coscienza degli italiani all'effetto di rivelazioni imbarazzanti: gli omosessuali erano ovviamente molti di più di quelli accertabili in base alla propaganda di regime ( “La previsione di questo reato non è affatto necessaria perché per fortuna e orgoglio dell’Italia il vizio abominevole che ne darebbe vita non è così diffuso tra noi da giustificare l’intervento del legislatore”). Neppure il ministro Fontana, cerchiamo di essere ottimisti, sarà così pessimo da “giustificare l'intervento del legislatore”. L'Italia non diventerà insomma come la Nigeria, l'Uganda e l'India, paesi nei quali è prevista sul serio la reclusione per chi favorisce o si rende protagonista di un "connubio carnale contro natura con uomini, donne o animali". Potrebbe però accadere ugualmente qualcosa di molto spiacevole. L'intolleranza e il pregiudizio, godendo del plauso ministeriale, potrebbero rialzare la testa in mille modi e diventare cultura dominante e criterio di verità. Non ci credete? Quando il governatore Ugo Rossi negò al Dolomiti-pride il patrocinio della Provincia di Trento, su un quotidiano online locale venne pubblicato un commento che fa rabbrividire per il candore con il quale si suggerisce (senza ovviamente dirlo in modo esplicito) in cosa risieda la cattiveria, la bruttezza e la falsità: “Ci è stata data oggi una serena opportunità di ribadire e testimoniare la bellezza della famiglia fondata sulla coppia uomo donna, della bellezza della coppia naturale unita in un legame profondo fedele e fecondo. È qui che sta il buono e il bello, in definitiva ciò che è vero”.