In lode a Speranza
Roberto Speranza, fondatore di Articolo Uno e Ministro della Sanità nel governo Conte II come unico ministro di Liberi e Uguali (in cui Articolo Uno era confluito nel 2017), nel febbraio del 2020 si ritrovò a gestire la più terribile delle responsabilità. Dalle sue scelte, assieme a quelle del Presidente del Consiglio, sarebbe dipeso il destino di centinaia di migliaia di persone. Nei giorni dell’ecatombe di Bergamo, epidemiologi e statistici gli consegnarono le proiezioni che estendevano quei numeri all’intero territorio nazionale. Nel migliore dei casi, 400.000 morti. Nel peggiore, 600.000. Il lockdown purtroppo per molti arrivò tardi, al tempo stesso suscitando il rigetto di larghi strati della popolazione e attacchi feroci dalla destra, tradizionalmente anti-illuminista e quindi affine alle correnti antiscientifiche più oscurantiste. In tre mesi il numero dei contagi scese drasticamente e quello dei morti quasi a zero, poi arrivò l’estate e i virologi che mettevano in guardia da un fatale liberi tutti vennero irrisi e denigrati come uccellacci del malaugurio. Ricordiamo, su tutti, l’ineffabile anestesista nonché medico personale di Berlusconi Alberto Zangrillo, che a fine maggio dichiarò che il Covid 19 era clinicamente morto. In bella compagnia della piccola percentuale di medici o sedicenti tali (percentuale che si riduce allo zero assoluto tra le direttrici e i direttori dei dipartimenti di malattie infettive o le primarie e i primari dei reparti di virologia) che compensano su Youtube la miseria delle loro carriere. Speranza tenne il punto, sulla base di principi che appaiono di pura civiltà, a maggior ragione per chi si dichiara di sinistra.
Primo, la Costituzione. Lo stato di emergenza di rilievo nazionale, proclamato mediante delibera del Consiglio dei Ministri il 31 gennaio del 2020, non solo giustifica il ricorso del Capo del governo al D.P.C.M. ma legittima pienamente, sulla base dell’articolo 16 della Costituzione italiana (Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza), la restrizione alla libertà di movimento. Inoltre, l’articolo 32 stabilisce che La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Sulla linea Conte-Speranza, destra e sinistra non potevano che trovarsi irrimediabilmente agli antipodi: far prevalere l’interesse collettivo sul diritto individuale, o il diritto individuale sull’interesse collettivo.
Ritengo doveroso, per chi come me ha condiviso gran parte delle sue dolorosissime scelte, esprimere gratitudine a chi ha salvato la vita a un numero incalcolabile di persone. La provenienza delle offese è la prova di essere nel giusto
Secondo, la scienza. Da un anno a questa parte, l’esercito di virologi laureati in chirurgia estetica, stregoni dell’esoterismo psichedelicamente applicato alla medicina e antropologi luminari del complotto plutocratico-vampirista non ci hanno fatto mancare nulla. Dalla tesi della mortalità primaverile dei primi mesi del 2020 fallacemente attribuita al Covid che solo anticipava di qualche mese la fisiologica mortalità estiva, a quella del virus prodotto in laboratorio unanimemente smentita dagli istituti di ricerca incaricati del suo sequenziamento genetico, al numero dei morti gonfiato ad arte dai governi di tutto il mondo e di ogni colore politico impegnati a massacrare il PIL delle proprie economie pur di ingrassare le case farmaceutiche, all’inutilità della mascherina nel rallentare la diffusione del contagio, fino al paragone del Covid con l’HIV per screditare la ricerca sui vaccini. Del resto, chi non ha una reputazione non corre il rischio di perderla. Proprio per questo, massima solidarietà ai membri del Comitato Tecnico Scientifico, da mesi ricoperti di insulti dai soliti noti.
Terzo, la difesa dei più deboli. Chi sostiene che tanto a morire siano soltanto anziani e soggetti fragili con un piede già nella fossa, afferma il principio del darwinismo sociale nella sua forma più pura, cui si ispirano storicamente le destre più radicali. I forti sopravvivono, i deboli soccombono, pura e semplice legge di natura. E infatti, a dare rappresentanza alle tesi dei no-mask, no-vax e negazionisti di ogni specie sono esclusivamente movimenti di estrema destra, dai Gilet Arancioni in Italia, ai Reichsbürger in Germania, a Vox in Spagna, a QAnon e White Supremacy negli Stati Uniti. Di riflesso, un ministro ispirato ai valori della sinistra non poteva che agire a tutela dei più indifesi, in questo caso gli anziani.
Va da sé che delle destre (e dei loro fogliacci in stile Libero e La Verità), Roberto Speranza sia diventato il nemico pubblico numero uno. E come se non bastasse, caduto il governo Conte II per mano del più ignobile personaggio della storia recente, dal 13 febbraio si ritrova in una compagine di governo che Marco Travaglio ha giustamente paragonato al bar di Guerre Stellari. Ritengo doveroso, per chi come me ha condiviso gran parte delle sue dolorosissime scelte, esprimere gratitudine a chi ha salvato la vita a un numero incalcolabile di persone. La provenienza delle offese è la prova di essere nel giusto.