Foto: upi
Society | Pedofilia
La Chiesa ha distrutto le prove
Il summit sulla pedofilia indetto da papa Francesco e svoltosi dal 21 al 24 febbraio allo scopo di affrontare una volta per tutte l’immane scandalo che da decenni sta disintegrando l’immagine della Chiesa Cattolica nel mondo, aveva suscitando enormi aspettative soprattutto nelle vittime degli abusi, ma non solo. Gran parte dei cattolici praticanti si attendeva passi concreti, annunciati dallo stesso Bergoglio, affinché gli ostacoli posti dalla Chiesa alla persecuzione giudiziaria dei reati commessi dal clero fossero finalmente rimossi. Il summit si è concluso. Con quali risultati?
Come già più volte precisato, i casi di violenza contro i minori nella Chiesa sono tuttora regolamentati dall’Istruzione Crimen sollicitationis del 1962 e dalla lettera del 18 maggio 2001 De delictis gravioribus del cardinale Josef Ratzinger, allora capo della Congregazione per la dottrina della fede, in cui è stabilito il principio di assoluta riservatezza dei processi interni alla Chiesa per i casi di pedofilia, ma soprattutto l’estensione del vincolo di segretezza della confessione anche fuori dall’ambito specifico della confessione stessa, costringendo al silenzio chi è vittima delle violenze. Sua Santità ha forse annunciato la cancellazione di queste disposizioni e l’introduzione dell’obbligo di denuncia alla magistratura? Neanche per idea.
Nel 2014 il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il Comitato ONU contro la tortura hanno richiesto alla Santa Sede la lista dei nomi di circa 900 sacerdoti pedofili che nei 10 anni precedenti erano stati ridotti allo stato laicale. Il Sommo Pontefice ha forse annunciato la pronta consegna dell’elenco ai due Comitati ONU nonché alle magistrature dei paesi in cui i crimini sono stati commessi? Zero assoluto.
E appena il 7 febbraio di quest’anno lo stesso Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha reso pubblico un documento durissimo rivolto allo Stato italiano in cui si chiede, tra i vari punti, di “istituire una commissione d’inchiesta indipendente e imparziale da esaminare tutti i casi di abuso sessuale di bambini da parte di personale religioso della Chiesa cattolica” nonché di “intraprendere tutti gli sforzi nei confronti della Santa Sede per rimuovere gli ostacoli all’efficacia dei procedimenti penali contro il personale religioso della Chiesa cattolica sospettato di violenza su minori”. Il Vicario di Cristo ha forse manifestato il pieno e convinto sostegno a queste istanze? Grasse risate.
Tuttavia, proprio nei giorni in cui Bergoglio si affannava a oscurare la totale mancanza di provvedimenti concreti con la solita retorica della tolleranza zero, una notizia passata quasi inosservata dai media mainstream demoliva fin nelle fondamenta qualsiasi parvenza di credibilità della Chiesa Cattolica nell’affrontare il fenomeno dal suo interno. Quale? La seguente dichiarazione del cardinale e arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Conferenza episcopale tedesca e coordinatore del Consiglio per l’Economia in Vaticano Reinhard Marx: “Gli abusi sessuali nei confronti di bambini e di giovani sono in non lieve misura dovuti all’abuso di potere nell’ambito dell’amministrazione [della Chiesa]. A tale riguardo, l’amministrazione non ha contribuito ad adempiere la missione della Chiesa ma, al contrario, l’ha oscurata, screditata e resa impossibile. I dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili sono stati distrutti o nemmeno creati. Invece dei colpevoli, a essere riprese sono state le vittime ed è stato imposto loro il silenzio”.
Avete capito bene? I documenti in mano alla Chiesa con i nomi dei preti, vescovi e cardinali pedofili sono stati distrutti. Si può immaginare un atto più abietto? E con quale faccia i rappresentanti del clero cattolico osano parlarci di giustizia, di morale, di valori, di difesa dei più deboli e di verità assolute? Perfino al netto delle posizioni ripugnanti sulla contraccezione, la prevenzione dell’HIV, l’omosessualità, l’aborto e l’eutanasia, perfino al netto delle innumerevoli e smisurate assurdità teologiche contenute nella dottrina della fede cattolica, la notizia della cancellazione delle prove a carico dei prelati che hanno stuprato bambini non lascia spazio a dubbi e distinguo di alcun genere. La Chiesa si è macchiata del crimine più infamante. Provino ancora a spiegarci la divina provvidenza.
Please login to write a comment!