Silvio Berlusconi
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Politics | Berlusconi

Non una lacrima

La morte di Silvio Berlusconi chiude il capitolo più buio nella storia repubblicana.

Poiché in questi giorni il fondatore di Forza Italia viene incensato a reti unificate e da quasi tutti i giornali nazionali come grande statista e personalità meritoria della politica italiana, ripropongo i tratti salienti della sua carriera giudiziaria che già qualche anno fa sintetizzai su questo sito. Inutile aggiungere che in qualsiasi altro paese europeo si finisce in galera per molto meno.

Nel 1990, Berlusconi viene condannato dalla Corte d’Appello di Venezia per aver giurato il falso a proposito della sua iscrizione alla loggia massonica P2, ma il reato è estinto dall’amnistia del 1989.

Nel 1998 viene condannato in primo grado a 2 anni e 9 mesi per aver pagato tangenti alla Guardia di Finanza al fine di ammorbidire i controlli fiscali sulle sue società, in appello gli vengono concesse le attenuanti generiche facendo così scattare la prescrizione (va ricordato che l’Italia è l’unico paese occidentale oltre alla Grecia dove la prescrizione non decade una volta iniziato il dibattimento in tribunale).

Sempre nel 1998 viene condannato in primo grado a due anni e 4 mesi per aver versato 22 miliardi di lire a Bettino Craxi attraverso la società estera della Fininvest All Iberian, condanna prescritta in appello.

Nel 2001 un secondo troncone del processo All Iberian lo vede imputato di falso in bilancio, per cui tra il 1989 e il 1996 sarebbero transitati nella società estera (che si avvale di un sistema occulto di almeno 64 società offshore) all’incirca 775 milioni di euro per finanziare operazioni illecite come la corruzione di magistrati e il finanziamento illecito ai partiti. Ma poiché nel 2003, durante il secondo governo Berlusconi, il Parlamento depenalizza il falso in bilancio, il processo termina con l’assoluzione perché il fatto non costituisce più reato.

Poi c’è il Lodo Mondadori. Nella lunga e complessa vicenda processuale scaturita dalla lotta tra il gruppo CIR-De Benedetti e Fininvest-Berlusconi per il controllo della Mondadori, nel 1990 un lodo arbitrale riconosce a De Benedetti la proprietà della casa editrice. La sentenza di appello riconsegna Mondadori a Fininvest, ma nel 1995 la magistratura di Milano accusa l’avvocato e braccio destro di Berlusconi Cesare Previti di aver comprato quella sentenza. Secondo gli inquirenti, nel 1991 All Iberian versa 2.732.868 dollari su un conto estero di Previti che giustifica il versamento come compenso per semplici servizi e prestazioni professionali. Pochi mesi dopo, attraverso l’intermediazione di un altro avvocato Fininvest Attilio Pacifico, 400 milioni di lire vengono consegnati in contanti al giudice Vittorio Metta, che guarda caso è membro della sezione civile della Corte di Appello di Roma che emette la sentenza sul Lodo Mondadori favorevole a Fininvest e che successivamente si dimette dalla magistratura per iniziare una collaborazione come avvocato proprio con lo Studio Previti. La sentenza definitiva della Cassazione condanna Cesare Previti e Attilio Pacifico a 1 anno e 6 mesi e l’ex giudice Vittorio Metta a 2 anni e 9 mesi (per chi non lo ricordasse, Previti nel 1994 viene proposto da Berlusconi come Ministro di Grazia e Giustizia, proposta respinta al mittente dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro). E Berlusconi? La sentenza di appello gli riconosce le attenuanti generiche e poiché i fatti risalgono al 1991, il reato viene prescritto. Tuttavia nel 2013, al termine della causa civile connessa, la Cassazione condanna il gruppo Fininvest a risarcire il gruppo CIR per una somma di 494 milioni di euro.

Poi c’è il caso Mills. David Mills, un consulente per la finanza estera inglese della Fininvest, finisce a processo con l’accusa di aver ricevuto 600.000 dollari per testimoniare il falso nei processi sulle responsabilità di Berlusconi riguardanti le attività finanziarie estere del suo gruppo, lo stesso Berlusconi viene processato per corruzione in atti giudiziari. Mills viene condannato in primo e secondo grado ma nel 2010 la Cassazione dichiara prescritto il reato. Il processo a Berlusconi, invece, viene prima fermato in seguito all’approvazione nel 2008 del Lodo Alfano, che sospende i processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, per poi proseguire nel 2009 dopo che la Corte Costituzionale dichiara il Lodo Alfano incostituzionale. Tuttavia, nel 2005 il Parlamento a maggioranza berlusconiana ha casualmente approvato la legge ex Cirielli che riduce da 15 a 10 anni i termini di prescrizione per il reato di corruzione in atti giudiziari. E così nel 2012 anche questo processo finisce prescritto.

Poi c’è il caso Dell’Utri. Marcello Dell’Utri, stretto collaboratore di Berlusconi fin dal 1974, nel 1982 diventa amministratore e successivamente presidente di Publitalia (la società di raccolta pubblicitaria della Fininvest) e nel 1984 amministratore delegato della stessa Fininvest. Nel 1974 Dell’Utri fa assumere Vittorio Mangano, mafioso pluriomicida che ai tempi è già oggetto di numerosi procedimenti penali per truffa aggravata, lesioni volontarie e tentata estorsione, presso la Villa San Martino ad Arcore di Berlusconi (Paolo Borsellino, due mesi prima di morire, definisce Mangano “testa di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia”). Gli stretti rapporti di Dell’Utri con Cosa Nostra vengono accertati dalla Procura di Palermo e confermati nel 2014 dalla condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado si legge che Dell’Utri “ha intrattenuto a partire dalla metà degli anni Settanta sino alla fine degli anni Novanta rapporti diretti e personali con esponenti di spicco di Cosa Nostra [la Cassazione retrodata la cessazione di questi rapporti al 1992] e ha altresì svolto, nello stesso periodo, un’intensa e costante attività di mediazione tra questi e Silvio Berlusconi, attività di mediazione volta […] a sostenerne l’attività imprenditoriale e politica, in cambio di cospicue somme di denaro, che lo stesso Dell’Utri provvedeva a versare nelle casse di Cosa Nostra, così contribuendo a consolidare il potere del sodalizio criminale.” Va ricordato che nel 1993 Dell’Utri fonda Forza Italia insieme a Berlusconi, che nel 1996 viene eletto deputato, nel 1999 parlamentare europeo e nel 2001 senatore della Repubblica.

Poi c’è il caso Ruby. Karima El Marhroug detta Ruby, prostituta minorenne marocchina con assidue frequentazioni delle famose cene eleganti di Berlusconi, nel 2010 viene arrestata a Milano per il furto di 3.000 euro. Priva di documenti, viene portata in questura dove si accerta la sua minore età. Il magistrato di turno dispone quindi l’affidamento a un centro di accoglienza per minorenni, al che Berlusconi, che in quel momento si trova a Parigi, telefona personalmente al capo della Polizia per chiederne la liberazione con la motivazione che si tratterebbe della nipote di Mubarak, il Presidente egiziano. E siccome è convinto in buona fede che si tratti della nipote di Mubarak, a prenderla in questura Berlusconi manda la consigliera della Regione Lombardia Nicole Minetti, altra assidua frequentatrice delle note cene eleganti, che la riporta immediatamente a casa di una prostituta brasiliana con cui Ruby convive. Berlusconi finisce a processo sia per favoreggiamento della prostituzione minorile che per abuso d’ufficio. E viene assolto perché secondo i giudici non è ravvisabile una condotta costrittiva nei confronti del capo della Polizia e perché Berlusconi non sarebbe stato a conoscenza dell’età minore della ragazza. Ma poiché secondo la Procura di Milano Berlusconi avrebbe versato circa 10 milioni di euro tra bonifici, assegni circolari, rate di affitto, spese mediche e pagamenti in contanti ad almeno 13 ragazze che frequentavano le cene di Arcore per comprare il loro silenzio, viene nuovamente inquisito per corruzione in atti giudiziari.

Infine, nel 2013 la condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 condonati dall’indulto) per frode fiscale legata alla compravendita di diritti televisivi, inchiesta nata da un filone del processo All Iberian. La legge Severino lo rende incandidabile per 6 anni.

Tra gli innumerevoli osanna al defunto, spiccano quelli del cardinale e arcivescovo Camillo Ruini, ex presidente della Conferenza Episcopale italiana, e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A dimostrazione che per la Chiesa cattolica, dai Patti Lateranensi in giù, nessun criminale è troppo abietto per farselo alleato, sentite le parole di Ruini:

Sono stato uno dei suoi amici. E sono molto addolorato per la sua morte. Era persona di grande intelligenza e generosità. Ha avuto meriti storici per l’Italia, soprattutto avendo impedito al partito ex comunista di andare al potere nel 1994. E anche per l’instaurazione del bipolarismo nel nostro Paese. Inoltre, ha operato molto bene in politica estera.

Tuttavia, è la nota ufficiale del Capo dello Stato a suscitare maggiore sgomento:

Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane. Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua ‘discesa in campo', con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo. La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. […] Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell'industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni. È stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano.

Queste parole, espresse dal garante supremo della Costituzione nonché Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, gettano discredito sulla prima carica dello Stato come sul lavoro di quella parte della Magistratura che in tutti questi anni non si è piegata a pressioni, calunnie ed esplicite minacce. Per oggi è stato proclamato il lutto nazionale, allegoria della morte civile di un paese.

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Lorenz Gallmetzer Wed, 06/14/2023 - 22:22

Grazie infinite Battistel di rinfrescare la memoria in modo così preciso ed incontestabile!
Inoltre vale anche ricordare che Berluconi iniziò la sua ascesa lampo nell‘edilizia con il suo „gioiello“ Milano 2 grazie ad ingenti „investimenti“ da parte di Don Vito Ciancimino - sindaco di Palermo e figura centrale del network dei Corleonesi. Fatti accertati dai magistrati e confermati da nessun‘altro che dal figlio Massimo Ciancimino anche lui pluricondannato e infine collaboratore di giustizia per poter usufruire dei domiciliari

Wed, 06/14/2023 - 22:22 Permalink
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△rtim post Sat, 06/17/2023 - 12:07

Berlusconis Tod ist nur ein äußerlicher Einschnitt. Der Berlusconismus ist lebendiger denn je. Mit ihm hörten Fakten auf, bedeutend zu sein. Beim Lügen erwischt zu werden, hatte keinerlei Folge mehr, keinen Rücktritt, keine Entschuldigung...
Der Postfaschismus den Berlusconi 1994 ins Kabinett holte und damit salonfähig machte, wird "Forza Italia" übernehmen, um die nächste Phase des Umbaus vollziehen zu können: Die Normalisierung des Faschismus, den Abbau rechtsstaatlicher Garantien und der Gewaltenteilung, auf die zum Beispiel die Direktwahl des Präsidenten zielt, dazu Maulkörbe für kritische Stimmen. Berlusconis politische Vision hat sich durchgesetzt.
Die italienische Demokratie spielt längst offen mit einem leisen Selbstmord.

Sat, 06/17/2023 - 12:07 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Sat, 06/17/2023 - 15:05

In reply to by △rtim post

War der Berlusconismus nicht irgendwie der Türöffner für alles was folgen sollte, in Ungarn, in der Türkei, ja sogar in den USA? Sich einen Tv-Sender zulegen, oder zumindest auf Linie bringen, sich selbst wie den Heiligen, den Führer, den Retter der Heimat inszenieren, Fake-news verbreiten, hab ich eas vergessen?

Sat, 06/17/2023 - 15:05 Permalink