“Vogliono ingannare i cittadini”
Sono giorni cruciali questi che trascorrono lenti nella giungla della politica bolzanina in vista del ballotaggio del 22 maggio. Mentre il centrosinistra è tuttora impegnato nel risiko delle alleanze (incassato intanto l'appoggio di Svp e del centrista Angelo Gennaccaro) alla ricerca di un baricentro stabile che garantisca la necessaria governabilità, sul fronte opposto la strategia è quella di sintonizzarsi ancora sull’elettorato, intercettandone le attese, gli umori (e i malumori) e le frustrazioni, facendo tappa nei vari quartieri del capoluogo. “Cos’altro dovrebbe fare un candidato sindaco se non cercare di individuare i problemi della città e trovare le soluzioni? Decidono i cittadini non i partiti, Caramaschi fa il burocrate, perde le sue giornate correndo da un capobastone all’altro lavorando sulla futura spartizione delle poltrone, ecco perché non potremmo mai e poi mai appoggiare un’idea di potere come questa”, attacca Alessandro Urzì (Uniti per Bolzano). La compagine guidata dall’aspirante sindaco Mario Tagnin non avrà il sostegno dell’altra “gamba del centrodestra”, ovvero Holzmann e Benussi (Alleanza per Bolzano) e nemmeno quella dei cosiddetti fascisti del terzo millennio aka CasaPound.
Urzì minimizza: “Un anno fa, in occasione del ballottaggio con Luigi Spagnolli, formalmente non ottenni l’appoggio di nessuno ma di fatto tutto il centrodestra, e non solo, mi votò, sono convinto che oggi la partita sia ancora tutta da giocare”. L’affondo è di nuovo per il candidato sindaco del centrosinistra e il suo “accordo truffa” con la Volkspartei, “fumo negli occhi degli elettori”, afferma il numero uno di Alto Adige nel cuore che precisa: “Si dà per scontato che l’ex city manager venga eletto, ma nonostante l’intesa con la Stella alpina Caramaschi non ha i numeri per governare, dovrà imbarcare i Verdi, come spiegherà questa eventualità la Svp ai suoi elettori dal momento che molti esponenti hanno dichiarato che gli ambientalisti sarebbero dovuti sparire dalla geografia politica bolzanina?”. C’è poi l’opzione Holzmann/Benussi, propensi a sostenere il centrosinistra: “Non è un caso che l’ex deputato si sia presentato alla Leopoldina facendo il Robin Hood al contrario, rubando i voti ai poveri della destra per darli ai ricchi della sinistra, senza contare che Benussi l’anno scorso è stato appoggiato anche da CasaPound, anche in questo caso: come si giustificherà questa scelta agli elettori di centrosinistra?”, così Urzì.
Il rischio, dice Urzì, è che si ripresenti una giunta fotocopia rispetto a quella che formò l’ex sindaco Spagnolli e che affondò nel giro di qualche mese, “bloccando la città e facendoci spendere centinaia di migliaia di euro, non si possono imbrogliare così i cittadini”. L’idea, coraggiosa o naif a seconda dei punti di vista, resta dunque quella di proporre un progetto, una visione per Bolzano sul quale far convergere il consenso dei consiglieri comunali e da lì costruire una maggioranza. Glissa invece, Urzì, sulle critiche di CasaPound che avrebbe definito Tagnin un “burattino” nelle mani del consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore: “Mario è un uomo che ha l’esperienza sufficiente per gestire il suo ruolo in autonomia, sempre tuttavia in stretto rapporto con tutte le forze che lo hanno sostenuto fin dal primo turno”.
La Lega, con le sue velleità secessionistiche (non ultime le dichiarazioni di Salvini che si è recentemente espresso a favore di un referendum per l’autodeterminazione del Sudtirolo, rispolverando le basi del pensiero leghista in evidente contraddizione con l'ormai consolidata svolta nazionalista), invece, non costituisce un elemento di discredito - o di incoerenza - per la coalizione del centrodestra Uniti per Bolzano: “L’accordo è sui programmi - sottolinea Urzì - è chiaro che su altri piani esistono tematiche che sono peculiari delle singole componenti partitiche, quando ci troveremo a discutere di elezioni politiche o provinciali sia la Lega che noi avremo interesse a portare avanti ognuno le proprie istanze”.
“Non appoggeremo mai un
“Non appoggeremo mai un governo con questa idea di potere”. Non si preoccupi Urzì, nessuno glielo chiederà.