Culture | Rassegna

Generazioni torna in azione

Dall'1 al 18 settembre la quinta edizione della rassegna culturale. La coordinatrice Francesca Viola: "Connettere generazioni e territori differenti attraverso la leva della cultura è una sfida complessa".
Generazioni
Foto: Generazioni
  • SALTO: Come coordinatrice del progetto che c'è dietro Generazioni, cosa si aspetta quest'anno dalla rassegna? Quali sono i valori sui quali Generazioni si fonda e che continua a trasmettere?

    Francesca Viola: Generazioni è arrivato al suo quinto anno di attività, come coordinatrice che ha visto l'evoluzione di questo progetto mi aspetto di consolidare i suoi obiettivi e tendere ad un loro miglioramento ovvero perseguire attivamente azioni di confronto e di coesione sociale. Mi aspetto di stimolare nuove curiosità e di provare, attraverso la leva della cultura, a connettere generazioni e territori differenti. È una sfida, un obiettivo complesso e ambizioso. Ma i progetti culturali possono aiutare le persone a sentirsi parte di una comunità e costruire nuovi dibattiti.

    In questo momento storico di grandi cambiamenti ed incertezza , soprattutto per i giovani, cosa pensa sia importante veicolare attraverso eventi come questo e soprattutto, cosa richiedono i giovani oggi?

    Penso sia importante invitare i territori all' unione, alla condivisione per creare un tessuto sociale aperto e intenzionato a ridurre i gap esistenti, generazionali in primis. Gli eventi sono in segnale e un punto di partenza per valorizzare punti di vista differenti, ascoltarli e renderli risorsa. È nella pluralità che sta la nostra ricchezza. I giovani oggi richiedono spazio, chiedono possibilità per mettersi in gioco senza giudizio, chiedono un terreno disposto ad accogliere anche la caduta, l' errore. Senza giudizio. Dico questo perché come Generazioni, oltre alla rassegna, lanciamo una call pubblica volta a sostenere progetti dal basso, incubiamo idee e cerchiamo di farle germogliare, ma sempre senza giudizio. Siamo un cantiere di sperimentazione. Fare politiche giovanili oggi significa accogliere ed offrire  occasioni per crescere, per stimolare la propria creatività in maniera serena. Sono un trampolino di lancio. Ma i giovani sono parte attiva dello sviluppo di un territorio. 

  • Francesca Viola: "La parte più difficile della rassegna è sicuramente il dialogo con le realtà territorio" Foto: Francesca Viola

    È stato difficile coordinarsi con il territorio per creare questa nuova edizione di Generazioni e, se possibile, può raccontarci più nello specifico il rapporto con i vari enti?

    È molto difficile perché ci interfacciamo con realtà differenti le quali hanno differenti vocazioni territoriali.  Inoltre, a livello logistico, lavoriamo su due province e con cinque comuni. Le normative sono diverse ma sono diverse anche le priorità che ognuno di loro individua. In questi 5 eventi in realtà c'è un lavoro di anni. Il nostro obiettivo non è quello di calarci dall' alto, ma capire i percorsi e gli obiettivi che quel territorio persegue. È una rassegna che parla di cultura a 360 gradi proprio perché diverse sono le priorità e gli interventi sui quali questa rassegna si inserisce. Sui centri abbiamo solitamente un respiro più ampio di azione, ma sulle zone più periferiche è fondamentale avere la sensibilità di capire le problematiche e gli obiettivi del territorio e provare a tradurli con azioni di senso che possano valorizzare il lavoro delle amministrazioni e degli enti del terzo settore. 

    Com'è cambiato Generazioni nel tempo?

    Generazioni da un progetto che vuole valorizzare la cittadinanza attiva è diventato un progetto che vuole valorizzare appieno l' imprenditivita' giovanile. Creare occasioni di scambio tra le due province per mettere in circolo know how giovanili e promuovere quindi una mobilità  culturale che può solo arricchire questa regione. Oggi generazioni ha anche un respiro più ampio. Oltre a promuovere le connessioni locali cerchiamo di stimolare i progettisti offrendo loro occasioni per confrontarsi con il panorama delle industrie culturali e creative nazionali. Questo connubio può rendere la nostra regione più ricca, perché può attrarre professionisti della cultura e diventare quindi un territorio di sperimentazione importante.
     

    Puntiamo a fare sì che generazioni possa coinvolgere maggiormente i giovani, anche nella parte di eventi.


    Qual è stata la parte più difficile e quale quella più soddisfacente, nell'organizzazione di questa edizione?

    La parte più difficile della rassegna è sicuramente il dialogo con le realtà territorio. È la parte più stimolante ma la più complessa perché è opportuno rispettare tempi e sensibilità differenti, al contempo però è la parte più soddisfacente perché il fare insieme, per quanto mi riguarda, ripaga sempre. 

    Progetti per il futuro?

    Puntiamo a fare sì che generazioni possa coinvolgere maggiormente i giovani, anche nella parte di eventi. Creare una vera e propria cabina di regia con ragazzi del territorio che portino istanze differenti è la sfida che riteniamo più urgente e stimolante.