Inseguendo il sogno olimpico
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È la numero uno del badminton in Italia. La prima delle tre medaglie d’oro ai Campionati italiani, Yasmine Hamza l’ha vinta a soli 15 anni. Ora, l’altoatesina nata a Palermo, passata per Milano e cresciuta a Bolzano, ha scelto di puntare ancora più in alto tentando di concretizzare un sogno: qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024. Da maggio di quest’anno, la ventenne Yasmine gira per il mondo partecipando ai vari tornei di badminton, ma la sua base rimane qui nel capoluogo, dove suo padre, Csaba Hamza, che è anche il suo allenatore, si sta impegnando a creare un centro internazionale di "volano”.
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A inizio anno, quando ho preso la decisione, non avevo idea di che cosa significasse tentare la qualificazione olimpica
SALTO: Yasmine, come sono state le tue ultime settimane di tornei? Soddisfatta dei risultati?
Yasmine Hamza: Molto intense. Ho preso parte a gare in Venezuela, in Perù e ad Abu Dhabi. E sì, sono molto contenta perché da maggio – ovvero da quando sono iniziate le qualificazioni olimpiche, che finiranno a maggio 2024 – ho vinto tre medaglie d’argento e una d’oro. Insomma, se le qualificazioni finissero oggi, io andrei a Parigi: sono 32esima al mondo nel ranking per le Olimpiadi. Però non devo mollare perché la competizione è alta: le atlete asiatiche sono fortissime!
Saresti la prima altoatesina e la terza italiana che si qualifica alle Olimpiadi di questa disciplina. Cosa rappresenta per te andare a Parigi 2024?
Non si qualifica nessuno dal 2016. Oltretutto, se tutto va bene sarei la più giovane. Infatti questo cammino mi agita abbastanza; a inizio anno, quando ho preso la decisione, non avevo idea di che cosa significasse tentare la qualificazione. Parigi è un sogno, per me e per il movimento del badminton dell’Alto Adige. Un sogno che quest’anno, però, mi impedisce di partecipare ai Campionati italiani.
Hai detenuto il titolo tricolore già tre volte. Questo giro hai scelto di lasciar vincere un po’ anche le altre?
Possiamo dire così (ride), ma la verità è che sarebbe difficile partecipare agli italiani e poi tornare a giocare altri tornei. Un dispendio di energie che ho scelto di evitare.
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L’aspetto mentale è essenziale, fa vincere o perdere alcuni incontri e per questo sono seguita da uno psicologo sportivo
Facciamo qualche passo indietro: il tuo non è sicuramente un sport in voga tra i giovani. Come ti sei approcciata al badminton?
I miei genitori praticavano questo sport. Per un po’ di tempo ho fatto equitazione ma, dopo essermi trasferita a Bolzano, mi sono appassionata al badminton. È uno sport dinamico, in cui si è in competizione con un singolo avversario. Infatti l’aspetto mentale è essenziale, fa vincere o perdere alcuni incontri e per questo sono seguita da uno psicologo sportivo.
Oltre alla nazionale, partecipi al Campionato Svizzero con la SSV. Inoltre fai parte della SÜDTIROL BADMINTON SCHOOL, con cui tuo papà punta a far diventare Bolzano un centro internazionale di questo sport. Quali sviluppi ci sono stati in tal senso?
La SBS riunisce giocatori di più squadre. Quando avevo cominciato ad allenarmi con la SSV, ad esempio, non c’erano molti giovani interessati al badminton. Ora il movimento è cresciuto, anche se al sud Italia sono pochi quelli che praticano il volano. Qui a Bolzano abbiamo diverse opportunità e, soprattutto, non mancano le palestre dove potersi allenare. Papà tiene molto al progetto della SBS e, negli anni, sono diversi gli atleti che sono arrivati qui dal resto d’Europa e perfino dall’Indonesia.
Quanto ti alleni al giorno? Frequenti anche l’università e riesci a conciliare le due attività?
Mi alleno tutti i giorni, mattina e sera. In più, tre volte a settimana svolgo la preparazione fisica. Frequento la facoltà di Economia e Management a Trento. Non è facile seguire tutto, ma aderisco a TOPSport, il programma di UniTn a sostegno della dual career di studenti-atleti e questo mi aiuta molto.
Prossimi appuntamenti?
A novembre ho alcuni tornei: Messico, Suriname ed El Salvador.