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In relazione al referendum sull'Aeroporto di San Giacomo/Bolzano, il cui risultato ha sancito la volontà della popolazione altoatesina di escludere la partecipazione della Provincia nel suo ampliamento e/o gestione, il direttore del quotidiano Alto Adige, Albero Faustini, ha rilasciato una intervista a TCA, tra le altre cose spiegando:”una parte di territorio ha deciso per tutti...questo è un dato politico importante...la città di Bolzano di fatto non ha partecipato...altre aree dei territori hanno partecipato a dimostrazione che i pochi coinvolti hanno vinto...”.

Una presa di posizione, da parte del direttore dell'Alto Adige, relativa alla presunta differenza di partecipazione al referendum da parte di Bolzano, rispetto alle aree periferiche, sulla base della quale, si spinge a dire Faustini:”la città di Bolzano di fatto non ha partecipato”, sostenendo anche che i pochi avrebbero vinto contro i tanti, ovvero Davide contro Golia, utilizzando una sua stessa metafora.

Per comprendere se le affermazioni del direttore corrispondano al vero, oppure a una interpretazione parziale del risultato del referendum, sono necessarie alcune semplici elaborazioni sui dati di affluenza differenziati per macro aree (comprensori).

In primo luogo, il dato sull'affluenza complessiva, ovvero il 48,4% della popolazione avente diritto, corrispondenti a 183.618 voti validi (esclusi i voti esteri), in una unica giornata elettorale. Ripercorrendo la recente storia italiana sulla partecipazione popolare ai referendum, si capisce subito come l'affluenza relativa al “nostro” referendum sia in linea, ovvero superiore, rispetto alle recenti tornate referendarie:

17 aprile 2016: 31,18%

12/13 giugno 2011 (diversi quesiti referendari): inferiore al 55%

21/22 giugno 2009 (diversi quesiti referendari): inferiore al 24%

12/13 giugno 2005 (diversi quesiti referendari): inferiore al 26%

15 giugno 2003 (diversi quesiti referendari): inferiore al 32%

21 maggio 2000 (diversi quesiti referendari): inferiore al 33%

Quindi, l'affermazione del direttore Faustini relativa alla presunta decisione presa da pochi contro la volontà non espressa di molti, non può corrispondere al vero, a meno che nell'idea del direttore ci sia che in tema di referendum consultivo, la decisione della cittadinanza sia da ritenersi significativa solo a fronte di una partecipazione senza recenti precedenti in Italia, per una consultazione di una sola giornata!

La prima e più complessa argomentazione del direttore si riferisce alla frattura presunta tra città di Bolzano e resto del territorio, al punto che Faustini si sbilancia considerando di fatto la non partecipazione di Bolzano. Quindi, andiamo a vedere se effettivamente esiste questo scostamento Bolzano-periferia, addirittura de facto.

La tabella sopra ci aiuterà a comprendere la sorprendente inesattezza nelle dichiarazioni del direttore. Infatti, a fronte di una partecipazione “bolzanina” del 42,1% con un risultato valido per il no del 65,3%, la media partecipativa del resto dei territori (comprensori) è di poco superiore, ovvero del 48,91 %, comprensivo del territorio bassa-atesina interessato all'ampliamento dell'opera. Qui la percentuale di partecipazione è del 60%.

Se si considera la sola % dei “NO ampliamento con soldi pubblici”, Bolzano si ferma al 65,3%, con una media per le altre zone leggermente superiore, ovvero del 71,33%, con un picco dell'83,7% nella zona bassa-atesina. Sottraendo alle preferenze totali per il NO la sola zona della bassa atesina, quindi, si otterrebbe una percentuale media del 69,12, perfettamente in linea con Bolzano.

Questi calcoli sono stati effettuati senza ponderare i comprensori in relazione al loro peso specifico nella definizione del quesito referendario. Basilari conoscenze di statistica, infatti, rendono evidente che la differenza tra questi dati non rende necessaria la ponderazione, ad esempio del voto dei comuni ladini (7.187 voti validi, ovvero il 47,8 degli aventi diritto, con una preferenza del 57,1% per il no) con Bolzano (65,3% per il NO e 31.137 elettori totali), vista l'ampia vittoria del No sul Si.

Quindi, ancora più stupore destano le dichiarazioni del direttore Faustini, soprattutto dopo una campagna di informazione referendaria che ha visto l'Alto Adige in prima linea.