Cultura | Casa Architettura

*Stazione Rogers

Intendiamo la politica come scienza della vita e capacità di immaginazione piuttosto che sproloquio quotidiano più o meno spettacolare
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Stazione Rogers
Foto: Plakatausstellung der Mitglieder der AGI Alliance Graphique Internationale im Rahmen des AGI Congress, 2022 Foto: Massimo Battista
  • Andreas Kofler  L’edificio in cui siete alloggiati è esemplare sia per l'architettura moderna che per i suoi architetti, il gruppo BBPR. Vederlo oggi in così buone condizioni significa che i triestini ne hanno sempre saputo riconoscere questi valori?
    Giovanni Fraziano  Il valore dell’edificio è stato riconosciuto nel tempo, a restauro avvenuto. Oggi è considerato in città un punto di riferimento, un luogo di incontro e di affezione. Antecedentemente ha avuto per anni scarsa considerazione. L’idea di trasformarlo in un «distributore di Cultura» valorizzandone l’architettura è frutto dell’attenzione di pochi e soprattutto della cultura e della tenacia degli architetti triestini Luciano Semerani e Gigetta Tamaro che ne avevano vissuto la genesi riconoscendone da sempre l’importanza e il significato. Al di là del dato strettamente funzionale, la stazione di servizio era ed è un paradigma per quanto concerne il rapporto tra tradizione e innovazione nonché espressione materiale della famosa formula rogersiana della bellezza.

  • Foto: Plakatausstellung der Mitglieder der AGI Alliance Graphique Internationale im Rahmen des AGI Congress 2022 Foto: Massimo Battista
  • AK Nel 2008 la vostra associazione è risultata vincitrice di un concorso indetto dal Comune di Trieste per il riuso e la programmazione dell'edificio. Quali erano gli obiettivi di allora e come sono evoluti nel tempo?
    GF Gli obietti dell’amministrazione di allora erano incerti e contraddittori, legati a un pensiero dominante favorevole ad usi prettamente commerciali dell’edificio. Fu grazie all’attenzione della neonata Facoltà di Architettura (istituita nel 1998) e ad una visione illuminata della Camera di Commercio che prevalse una linea di indirizzo che considerando la contiguità con il polo umanistico universitario ha intravisto la realizzazione di un centro culturale e di divulgazione, dunque il recupero dell’edificio in direzione di questo. A restauro avvenuto fu poi definito un programma che al di là del mutare dei tempi, dei modi, delle ragioni, delle persone e delle circostanze, ha mantenuto l’intenzione iniziale di navigare nel mare aperto dell’architettura, lasciando affiorare il discorso architettonico senza rimpianti e senza nostalgie. Senza pregiudizi.


    AK Come vi finanziate? Queste fonti sono cambiate nel corso degli anni?

    GF Dopo un contributo iniziale della camera di commercio le fonti di finanziamento sono sostanzialmente legate all’attività progettuale di stazione Rogers relativa agli eventi da porre in essere. In virtù di una convenzione con l’ateneo triestino, una parte delle attività gode del sostegno economico dell’Università degli Studi sulla base di un programma condiviso. In ultimo una fonte di sostentamento deriva dalla concessione del bar Stazione Rogers Outdoor. Va detto che i progetti e la loro realizzazione avvengono anche grazie all’operato di Laura Forcessini, che dagli inizi svolge l’importante ruolo di coordinatrice e Gianni Peteani che supporta con grande generosità la logistica degli eventi e la comunicazione.
     

    Wir verstehen Politik nicht als mehr oder weniger relevantes Alltagsgeschwätz, sondern als eine Wissenschaft des Lebens, der die Fähigkeit innewohnt, Zukunftsentwürfe zu entwickeln.

  • AK Oltre ad alcune grandi istituzioni (Biennale di Venezia, Triennale di Milano, MAXXI di Roma), non sono molti i luoghi che espongono e mediano l'architettura in Italia. In che misura la vocazione della Stazione Rogers è focalizzata su di essa?
    GF Il focus di stazione Rogers è l’architettura nel suo rapporto con le altre arti e le altre discipline. L’architettura intesa dunque non come «fenomeno» astratto, a sè stante, ma in relazione a un’idea di cultura, vista come pratica, come processo, basata dunque sulla contiguità, la vicinanza, al di la degli stereotipi e delle artefatte solennità, alla vita quotidiana. Ciò ha fatto di Stazione Rogers un centro di ascolto e di interlocuzione oltre che di divulgazione, maturato in particolare nell’ultimo decennio, grazie alla realizzazione di centinaia di eventi e al contributo di intelligenza venuto non solo da architetti o aspiranti tali, ma da psichiatri come fisici teorici, filosofi come critici d’arte, grafici, matematici, esperti di comunicazione e geografi, senza trascurare medici, patologi, ingegneri, paesaggisti, poeti, letterati, traduttori, designers e comunque persone di ingegno pronti a mettere in discussione le aporie che l’architettura contemporanea porta con sè, considerando varie e diverse angolature dello sguardo, vari e diversi punti di vista. Il tutto uscendo dal solito schema mostra conferenza, divenuto ormai uno stereotipo, per rapportarsi con gentilezza e direttamente l’uno all’altro secondo un’idea di partecipazione che si concretizza nella realizzazione stessa dell’evento.

  • Internationale Beispiele

     

    Für die im folgenden Abschnitt beschriebenen »Case studies« aus den benachbarten Ländern wurde bewusst eine diverse Auswahl getroffen. Diese können als Hypothesen, von dem was in Südtirol sein könnte, gelesen werden: Was erscheint stimmig, was übertrieben, was zu bescheiden. Die Gründungsgeschichte und die Zielsetzungen dieser Einrichtungen bestimmen ihre Organisationsform, ebenso wie die immer wiederkehrenden Herausforderungen, sie finanziell (öffentlich und/oder privat) zu sichern. Der größte gemeinsame Nenner sind engagierte Menschen, die sie betreiben. Einige von ihnen wurden hier interviewt. Ihnen danken wir ausdrücklich für ihre Zeit und die wertvollen Einblicke in ihre Institutionen.

    *aut. architektur und tirol

  • AK Come è composto il vostro pubblico? Riuscite anche a stabilire un dialogo tra la politica e la popolazione sulla pianificazione urbana di Trieste?

    GF Il nostro pubblico comprende una vasta tipologia di utenti e di campi culturali: il cittadino, lo studente, il docente universitario, il pensionato, il residente in città e nelle zone limitrofe; il visitatore temporaneo e volendo anche il turista, straniero e non. Fruitore più assiduo è comunque il giovane con interessi in via di maturazione in campo umanistico, artistico e/o architettonico. Negli ultimi tempi si ripetono sempre con maggior fre-quenza le visite da parte di studenti e studiosi di architettura provenienti da istituzioni universitarie straniere. A cui si aggiungono le presenze conseguenti all’organizzazione di workshop internazionali su temi di grande rilievo come la trasformazione del Porto Vecchio ed altri riferiti all’ambito urbano. Quanto ai dialoghi sulla pianificazione, rappresentano da sempre uno sfondo presente e significativo. Dico sfondo poiché per scelta consapevole si è sempre cercato di evitare di cadere nel tranello delle polemiche a caldo, del tutto fine a se stesse. Intendendo la politica come scienza della vita e capacità di immaginazione piuttosto che sproloquio quotidiano più o meno spettacolare.

  • Foto: Foto: Paolo Tassinari
  • *Ausgehend von Turris Babel #135 werden wir im kommenden Jahr – im Wechsel zu unserem üblichen Zwei-Wochen-Rhythmus – Texte und Beispiele zu einem möglichen Haus für die Architektur in Südtirol präsentieren. Damit möchten wir das Thema einer breiten Öffentlichkeit nahebringen und gemeinsam die Vorteile sowie die Bedeutung einer solchen Institution für Südtirol erkunden.

    Ein besonderer Dank gilt dem Team von Turris Babel unter der Leitung von Alberto Winterle sowie dem Kurator dieser Ausgabe, Andreas Kofler, die sich diesem Thema angenommen und es weiterentwickelt haben.

    Bisher:

    *Siamo pronti

    *Und dann?

    *Domus architecturae

    *Un’ esistenza nomade

    *Wir müssen reden