Siamo pronti
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Già a metà del ’500 il Vasari, nell’introduzione del capitolo «dell’architettura» del suo celebre trattato che ricostruiva le «vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti», non riteneva necessario dilungarsi nel motivare l’importanza e il ruolo dell’architettura, in quanto, a quel tempo, era considerata cosa nota e trattata da molti autori. Non mi soffermerò quindi, oggi, ad elencare le molte ragioni che pongono la nostra professione, e i prodotti del nostro operato, al centro del dibattito pubblico. Mi limito però ad evidenziare che il ruolo dell’architetto non si esaurisce nel solo svolgimento di un compito tecnico, nella risposta ad una specifica richiesta di un committente pubblico o privato. Il nostro lavoro contribuisce a indirizzare e condizionare i modi d’uso di un edificio, di un luogo, di una città. Si tratta quindi di un ruolo che può avere una valenza fortemente sociale e politica. Progettare una scuola, un centro civico, una residenza per anziani, riprogettare la sede e l’immagine di una struttura produttiva, contribuire alla definizione di uno strumento urbanistico, proporre soluzioni funzionali e formali che anticipano l’evoluzione estetica dei gusti, sono queste attività che coinvolgono la collettività e che influiscono sulla vita delle persone e sulla trasformazione dei territori.
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Ponendo inoltre l’attenzione su ciò che accade nel nostro settore in provincia di Bolzano, risulta evidente che l’architettura contemporanea ha assunto un valore culturale importante, identitario ed anche economico, diventando riferimento non solo a livello locale ma anche a livello nazionale e internazionale. La consolidata modalità di affidamento dei lavori pubblici attraverso lo strumento del concorso di progettazione ha di fatto concentrato in un territorio, di limitate dimensioni, una mole di lavoro e di produzione di soluzioni progettuali che costituisce un patrimonio di ricerca e sperimentazione che nel nostro Paese non ha eguali. Riteniamo quindi necessario individuare ed offrire ulteriori piattaforme per ospitare i contributi di approfondimento e discussione di questi temi. La nostra rivista, in primis, è uno spazio aperto ed un veicolo di promozione ma allo stesso tempo anche discussione e di indagine dei temi legati all’architettura ed al paesaggio altoatesino. Risulta però sempre più necessario identificare un luogo, uno spazio fisico, dove poter raccogliere e mettere in evidenza le sintesi delle attività di ricerca, coinvolgendo più soggetti e aprendosi al pubblico, alla cittadinanza. Appare sempre più chiaro ed urgente che abbiamo bisogno di una «casa».
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In realtà non si tratta di nulla di nuovo. Le «case dell’architettura» sono strutture comunemente diffuse in molti paesi. Come evidenziato da Andreas Kofler, che ha curato questo numero intervistando i responsabili di molte strutture relativamente vicine a noi, nel centro Europa vi sono molte istituzioni, pubbliche o private, che svolgono interessanti attività di discussione, animando il dibattito pubblico. In Austria, ad esempio, le case dell’architettura sono uniformemente presenti in ogni Land, in Svizzera se ne registra una diffusione ancora maggiore. In Italia, invece, forse proprio per la rilevanza di istituzioni come la Biennale di Architettura di Venezia, la Triennale di Milano o il MAXXI di Roma, sono molto rare le «case» diffuse sul territorio, dove è possibile una maggiore interazione e incisività rispetto alle realtà locali.
Ovunque ma non qui: Nessuna casa per l’architettura in Alto Adige
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Si tratta di un’esigenza più volte evidenziata ed espressa dalla Fondazione Architettura Alto Adige, insieme all’Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano. Effettivamente a livello locale, sono molte le istituzioni pubbliche e private che occasionalmente, ma con costanza e perseveranza, si occupano di architettura. Tuttavia, si tratta principalmente di luoghi e spazi dedicati all’arte, che a volte aprono generosamente lo sguardo sull’architettura (Südtiroler Künstlerbund, Ar/Ge Kunst, Kunst Merano, Lungomare…). Una prima «prova tecnica» di un luogo dedicato solamente all’architettura è stato lo spazio di via Rosmini, attivato negli anni 2005/06 da Luigi Scolari, prima in qualità di direttore di Turris Babel e poi di Presidente della Fondazione Architettura Alto Adige. Abbiamo, in quell’occasione, potuto sperimentare la possibilità, non solo di avere la certezza e sicurezza di disporre di uno spazio per ospitare un evento o una mostra, ma anche come la disponibilità di un luogo può diventare la spinta che genera nuove iniziative e nuove proposte di attività. Va comunque evidenziato che anche in assenza di un luogo fisso e rappresentativo, in questi anni molte sono state e sono le iniziative promosse dalla Fondazione, dall’Ordine e da arch.academy, per «parlare di architettura» attraverso l’organizzazione di incontri, colloqui, conferenze, corsi, mostre, premi, … Ma tutto ciò si è svolto di volta in volta in spazi individuati occasionalmente per ogni specifico evento. Inoltre, vi sono stati, e sono tuttora in atto, tentativi e interlocuzioni con soggetti pubblici e privati per addivenire all’identificazione di un luogo-casa, ma ad oggi non hanno ancora portato ad un risultato concreto
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Per questo dedichiamo la presente edizione di Turris Babel alla possibile e necessaria «nostra» casa dell’architettura sicuri possa diventare un fertile luogo di incontro e di identificazione, dove promuovere riflessioni culturali e disciplinari, portando l’architettura all’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma anche, e soprattutto, di un pubblico più vasto. Certo, siamo consapevoli che si tratta di un impegnativo compito che può portare ad un necessario cambio a livello organizzativo – come, per esempio, l’esigenza di individuare un/a curatore/trice, il bisogno di attivare più energie per costruire un programma stimolante e coerente che si apra alla città e a tutto il territorio altoatesino –, ma i tempi sono maturi, siamo pronti!
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TURRIS BABEL è la rivista di architettura della Fondazione Architettura Alto Adige, frutto della collaborazione appassionata e volontaria di giovani architetti. La Redazione si è posta come obiettivo, quello di risvegliare l’interesse per l’architettura non solo tra gli esperti in materia, ma anche tra la popolazione, di rilanciare su tutto il territorio ed a livello nazionale, il dibattito sull'architettura in Alto Adige, di promuovere la divulgazione di una buona progettazione, cosciente delle implicazioni socio-economiche ed ambientali che essa comporta.