Terzo miraggio
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“Certezza del diritto”, in attesa di Roma. Il prossimo 13 novembre il Consiglio regionale si riunirà a Trento per approvare il ddl Locher e recepire così la legge nazionale che prevede nessun limite di mandato per sindaci (e assessori) nei Comuni con meno di 5mila abitanti, tre mandati nei Comuni compresi tra i 5 e i 15mila abitanti e, nei grandi centri sopra i 15mila abitanti, solo due mandati. Una norma che impedirebbe ai sindaci di Bolzano Renzo Caramaschi e di Brunico Roland Grießmair nonché a quelli di Pergine e Arco, arrivati a due mandati, di ricandidarsi alle elezioni comunali del 4 maggio 2025 per una terza consigliatura. A stabilire che anche le Regioni a Statuto speciale debbano applicare la normativa nazionale fu una sentenza della Corte Costituzionale riguardante una legge regionale sarda.
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Il 13 novembre – ultima data utile per non mettere a rischio le prossime comunali e rispettare le scadenze per la raccolta firme e la presentazione delle liste – il Consiglio regionale potrebbe però anche seguire la via del discostamento da Roma: ovvero se il Governo entro quella data dovesse esprimersi a favore della norma d'attuazione appena approvata dalla Commissione paritetica dei Dodici che consentirebbe alla Regione Trentino-Alto Adige di legiferare autonomamente sui mandati dei sindaci in difformità dalla normativa statale, senza temere nuovi ricorsi alla Consulta.
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La via trentina
Un’accelerazione dettata dalla volontà della Lega trentina (e nazionale) di ottenere una legge regionale che consenta tre mandati ai sindaci dei Comuni con più di 15mila abitanti: un precedente che aprirebbe la strada, per la Lega, a un ragionamento in chiave nazionale anche per i governatori, in primis il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti che da tempo caldeggia la modifica. "Siamo in attesa di indicazioni da parte del Consiglio dei Ministri", ha fatto sapere l'assessore regionale Franz Locher nella seduta dell'altro ieri (30 novembre) del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) del Trentino, chiamato a dare un parere sul ddl Locher.
Se la riforma parlamentare è stata bloccata da Fratelli d’Italia – segnando il destino del governatore del Veneto Luca Zaia – il Carroccio insiste nelle province e regioni autonome per cambiare la legge e concedere un terzo mandato. È il caso del governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, favorevole a questa possibilità, e di Fugatti che si è espresso positivamente sull’introduzione del terzo mandato anche negli incontri della Conferenza Stato-Regioni. Anche il ministro Roberto Calderoli ha recentemente rilanciato la revisione del limite dei mandati per sindaci e presidenti di Regione: "Forse i tempi sono maturi".
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SVP vs. sindaci trentini
Ma è una corsa contro il tempo. “Attualmente sussiste un 50/50 di probabilità” sostiene il senatore della SVP Meinhard Durnwalder e in più c’è l’incognita “certezza del diritto” temuta dalla Volkspartei: il rischio di spiragli d’interpretazione che lascino spazio a ricorsi compromettendo l'esito elettorale. Una spada di Damocle sulle prossime elezioni comunali: “Non possiamo discostarci dalla legge nazionale. Basterebbe il ricorso di uno dei sindaci sconfitti e la bocciatura della norma da parte della Corte costituzionale manderebbe tutto all’aria”, sosteneva a suo tempo Arno Kompatscher. Per questo la SVP privilegerebbe l'adozione della normativa statale, in quanto sarebbe l'opzione più sicura.
Per il CAL trentino si tratta però di "una situazione di incertezza che ricade sulla prossima scadenza elettorale", riporta il T quotidiano: per il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer "sarebbe il caso che il Consiglio regionale ribadisca la sua autonomia in materia, senza aspettare la decisione del Consiglio dei Ministri", mentre per il sindaco di Arco Alessandro Betta "a 6 mesi dalle elezioni non è corretto né rispetto istituzionale cambiare le regole della democrazia". Anche per la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi "il tempo per cambiare è ampiamente scaduto": "ognuno si assumerà le sue responsabilità" aggiunge il sindaco di Cles Ruggero Mucchi, osservando come "l'errore sia stato fatto a suo tempo, quando non si è seguita l'indicazione nazionale di fissare la data delle amministrative a maggio 2026". Per i sindaci del Trentino, quindi, sarebbe meglio proseguire con la legge regionale in vigore oppure poter concludere il mandato nella primavera del 2026. -
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