L’eterna discussione sul nuovo carcere
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“A Bolzano serve un nuovo carcere, il vero problema della mancata costruzione del penitenziario è locale”. Non usa mezzi termini il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria (USPP) Leonardo Angiulli, che nella mattinata di oggi (19 settembre) ha visitato la Casa Circondariale di Bolzano per verificare lo stato dei luoghi di lavoro e delle condizioni di lavoro del personale. “Il personale e l’amministrazione del carcere ce la mettono tutta, le risposte sulla struttura le deve dare la politica. Ho chiesto più volte di essere ricevuto dal governatore della Provincia per parlare del nuovo carcere e delle gravi condizioni di alloggio del personale di polizia ma non sono mai stato ricevuto”, dichiara Angiulli.
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“Ho fatto verificare anche alla segreteria, andando indietro di due anni, e non risulta alcuna richiesta di incontro. Se c’è stato un errore, ce ne scusiamo, ma agli atti non c’è nulla”, dichiara il Presidente Arno Kompatscher, che respinge ogni accusa sull’ostacolare la costruzione del nuovo carcere. “Sono nove anni che chiedo a Roma la costruzione del nuovo carcere di Bolzano. Ho scritto e sollecitato ministri, capi di gabinetto, perfino il Presidente del Consiglio. Non si può dire che non lo vogliamo”.
“La decisione deve arrivare da Roma, a me continuano a confermare l’intenzione di costruire il nuovo carcere, a prescindere dalla ristrutturazione”
Dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione dell’edificio di via Dante erano state tante le voci che avevano dato per persa l’opportunità di costruire un nuovo carcere a Bolzano. “Non è la Provincia che decide. Io non posso costruire un carcere da solo, finirei davanti alla Corte dei Conti. È competenza esclusiva dello Stato. Noi siamo pronti ad aiutare, anche con il meccanismo previsto dall’accordo finanziario: anticipiamo i soldi e li defalchiamo dal nostro contributo allo Stato. Ma la decisione deve arrivare da Roma, a me continuano a confermare l’intenzione di costruire, a prescindere dalla ristrutturazione, che era necessaria”, aggiunge il Presidente.
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Secondo Kompatscher la realizzazione del progetto sarebbe volontà sia di Bolzano che di Roma, il nodo è però nella gestione del progetto. In origine, fu il Ministero a stabilire la capienza di 200 posti e a nominare la commissione che aggiudicò la gara all’impresa Condotte. Poi l’impresa è entrata in concordato fallimentare, bloccando tutto per anni. “Abbiamo fatto l’esproprio dei terreni vicino all’aeroporto, sempre per conto dello Stato. Abbiamo anticipato anche quelle spese, che poi ci sono state rimborsate, adesso quel terreno è demanio statale destinato a carcere. Ma quando finalmente si poteva ripartire, è stata l’allora Ministra Cartabia a dirci “fermi, il progetto è sovradimensionato”. È stata una grande delusione, visto che era stato il ministero di giustizia stesso a darci l’indicazione dei 200 posti. Per noi va bene ridimensionarlo purché venga costruito un nuovo istituto”.
“Adesso quel terreno è demanio statale destinato a carcere”
Il risultato, spiega Kompatscher è un’impasse legale: ridurre la capienza senza riaprire la gara espone a possibili ricorsi di chi ha partecipato alla gara. “Il Ministero deve decidere: o si costruisce per 200 posti, oppure si trova un sistema che permetta di ridimensionare senza invalidare la gara. È un problema giuridico per il quale il Ministero di Giustizia ha chiesto un parere all’avvocatura dello Stato che dovrebbe essere arrivato in questi giorni. Io ogni settimana scrivo, telefono, mando messaggi. Mi rispondono sempre: ‘Presidente, ci dia ancora una settimana’. Mi sono fatto anche portavoce delle esigenze del personale, mi sembra assurdo ricevere un attacco del genere”.
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La condizione della polizia penitenziaria
Mentre la contrattazione tra Roma e Bolzano prosegue, la carenza di personale c'è ed è evidente. “Oggi dovrebbe esserci qui a lavorare ben 88 persone, realmente ce ne sono 65 amministrati, di questi 6 sono fuori per altri titoli ed altri svolgono compiti amministrativi, quindi c'è una carenza del 37%”, dichiara Angiulli. La carenza del personale contribuisce anche a turni più lunghi “si lavora almeno 8 ore consecutive mentre l'accordo quadro nazionale, prevede un turno di lavoro di 6 ore”.
Il problema della mancanza di polizia penitenziaria è nazionale. “Per anni c’è stato un blocco a livello nazionale ed oggi non si riesce a coprire le uscite delle persone che stanno andando in pensione. Per fare fronte al problema si stanno facendo corsi di arruolamenti di 4 mesi per accelerare il più possibile l'incremento”, spiega Angiulli. A breve uscirà il 183° corso di polizia penitenziaria e ci saranno nuove assegnazioni regionali. “In tutto il Triveneto sono assegnate 31 unità, quindi vedremo se si riusciranno a portare nuove forze lavoro a Bolzano”, si augura il segretario dell’USPP. Nelle more della discussione sul nuovo carcere, oggi nell’istituto di via Dante erano presenti 97 detenuti, mentre i posti regolamentati sono 88, l'unica certezza è che nel breve periodo il carcere rimarrà con poco personale e troppi detenuti.
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Und er muss seit 10 Jahren jede Woche nach Rom schreiben.
Wie wäre das, wenn Südtirol ein eigener Staat wäre?