Politik | Scuola

Gite sì, scioperi forse

I docenti delle scuole in lingua tedesca criticano le condizioni di lavoro e minacciano di non accompagnare più gli studenti in gita. E nella scuola in lingua italiana? Si preferiscono altre vie per ottenere il meglio dalle trattative con la Provincia.
schule scuola
Foto: Max Fischer/Pexels
  • Dopo la firma all'anomala lettera d'intenti tra sindacati e Provincia, che ha ricucito lo strappo tra le parti in vista della contrattazione per i dipendenti pubblici, ora nel ramo dell'istruzione - in particolare nella scuola in lingua tedesca - c'è chi storce il naso. 48 milioni di euro degli 825 messi sul tavolo dall'assessora provinciale Magdalena Amhof insieme al Presidente Arno Kompatscher​​, che ha la delega alle Finanze, sono infatti riservati al personale docente delle scuole a carattere statale. Secondo un gruppo di insegnati della Val Pusteria, nonché dei membri dell'iniziativa "Qualitätsmarke Bildung Südtirol", le condizioni di lavoro sono critiche e, inoltre, reputano che il loro mestiere non sia più attrattivo. Alla base del problema ci sono sia le nuove sfida da affrontare sia gli stipendi bassi.

    Tra le proteste che potrebbero mettere in campo i docenti delle scuole in lingua tedesca, a partire dall'autunno di quest'anno solare, c'è il rifiuto ad accompagnare gli alunni in gita scolastica. Questo, inevitabilmente, si tradurrebbe in una riduzione del programma di attività formative delle scuole, non avendo i dirigenti la possibilità di obbligare gli insegnanti ad accompagnare le proprie classi in gita. "Qualitätsmarke Bildung Südtirol" chiede infatti maggiori risorse per gli insegnanti di tedesco e seconda lingua, per il team e per le lezioni "in tandem".  "C'è una partecipazione molto ampia in tutto l'Alto Adige. Molte scuole stanno discutendo se aderire", ha detto a SALTO Andrea Perger del "Qualitätsmarke Bildung Südtirol". "Siamo una Provincia a cui piace vantarsi di essere la migliore della classe, quindi perché non vantarci anche di essere davvero bravi nell'istruzione? Soprattutto in tempi difficili, quando anche la democrazia è messa in discussione, è necessaria un'istruzione di alta qualità ", aveva affermato ancora Perger. Da qui la domanda: potrebbe avvenire la stessa forma di protesta anche nelle scuole in lingua italiana?
    Ieri, martedì 20 maggio, intanto l'assessore Philipp Achammer ha incontrato i sindacati e l'agenzia provinciale per le relazioni sindacali per fare il punto sui prossimi passaggi della contrattazione.

  • Stefano Barbacetto: "La protesta dei docenti delle scuole in lingua tedesca è legittima. Noi, però, se non troviamo un accordo in sede di trattativa sindacale allora scioperiamo, rinunciando a parte del salario" Foto: Cgil
  • "La protesta dei docenti delle scuole in lingua tedesca è legittima. Noi, però, se non troviamo un accordo in sede di trattativa sindacale allora scioperiamo, rinunciando a parte del salario", dice il sindacalista Cgil Stefano Barbacetto, che era tra i presente al tavolo di ieri nonché tra i non-firmatari della lettera d'intenti. Secondo Barbacetto nella scuola in lingua italiana non partirà la stessa forma di protesta in quanto, a differenza dei docenti in lingua tedesca, che guardano anche al mercato del lavoro austrico, in Alto Adige gli insegnanti italiani trovano migliori qualità di lavoro che nel resto d'Italia. Una argomentazione, questa, condivisa anche dal consigliere provinciale Andreas Leiter Reber. "Un insegnante di Brunico - ha affermato Reber - guadagna oggi la stessa cifra di un neolaureato di Lienz dopo oltre 30 anni di servizio". Nonostante gli stipendi degli insegnanti altoatesini siano tra i più alti d'Italia, non sono sufficienti per tenere il passo con quelli di Austria, Germania o Svizzera.

    A comprendere la protesta degli insegnanti della scuola tedesca è il consigliere provinciale del Team K Alex Ploner, che è lui stesso rappresentante dei genitori in una scuola. "Se ora interromperanno l'accompagnamento delle gite nel nuovo anno scolastico, non si tratterà di una sfida, ma di un appello disperato alla politica affinché finalmente si agisca. Questa forma di protesta - dice Ploner - è legittima e dimostra quanto sia profonda la frustrazione per le condizioni di lavoro, e non mi riferisco solo alla discussione sugli stipendi". Ma per ora questa ipotesi sembra appunto essere confinata ai soli istituti in lingua tedesca. 

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Snàporaz95 Mi., 21.05.2025 - 19:41

Purtroppo oggi come oggi l'arma dello sciopero ha una lama del tutto spuntata, in quanto prima di tutto non effettuabile in situazioni che potrebbero effettivamente arrecare disagi (scrutini finali, per esempio). Scioperare significa perdere soldi senza concretamente "danneggiare" nessuno (gli studenti perdono alcuni giorni di scuola? Sai che roba). Rinunciare invece a qualsiasi attività extra-curriculare per un'intero anno scolastico non solo arreca notevole disagio ai studenti, ma danneggia non poco tutto un'intera branca economica che gira intorno al mondo della scuola e che campa solo di quello.

Mi., 21.05.2025 - 19:41 Permalink